Animatore dell’oratorio di Travedona Monate a processo per adescamento, acquisite le testimonianze
I fatti si riferiscono al 2017 all’oratorio di Travedona Monate: depositata una relazione redatta da una psicologa sull’imputato

È imputato per adescamento, per messaggi fatti veicolare sui social nei riguardi di un minore invitato ad appartarsi con lui per un incontro sessuale. Per la legge è un reato anche grave punito con la reclusione, e ora un ragazzo di 28 anni è a processo.
Il procedimento dinanzi al giudice monocratico di Varese è alle battute finali e nella giornata di mercoledì sono state acquisite le ultime testimonianze attraverso le sommarie dichiarazioni testimoniali rese dalle persone ascoltate dai carabinieri. Inoltre é stata depositata una relazione redatta da una psicologa sull’imputato.
I fatti risalgono al 2017 quando l’educatore secondo l’accusa tentò un approccio diretto delle inequivocabili intenzioni ai danni di un giovane di 14 anni, messaggi che arrivarono sul cellulare del ragazzo e che vennero visti dai genitori i quali lette quelle frasi decisero di denunciare l’animatore dell’oratorio (e la parte offesa non si è costituita parte civile, come erroneamente citato in una prima versione dell’articolo).
La legge sul punto è chiara e stabilisce che per adescamento «si intende qualsiasi atto volto a carpire la fiducia del minore attraverso artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante l’utilizzo della rete internet o di altre reti o mezzi di comunicazione». La reclusione è da uno a tre anni ma la pena può essere aumentata in precisi casi stabiliti sempre dal codice penale nel medesimo articolo, il “609 undecies“.
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