Come è avvenuto il terremoto che ha colpito Turchia e Siria

L'analisi del professor Alessandro Maria Michetti, professore di Geologia dei terremoti e rischio sismico del Dipartimento di scienza e alta tecnologia dsell'Università dell'Insubria

Cosa ha scatenato il tremendo terremoto ha colpito Turchia e Siria? Come è avvenuta la scossa?
«Poco dopo le 4 del mattino ora locale (1:17 UTC) del 6 febbraio, un forte terremoto di magnitudo 7,8 ha colpito la Turchia meridionale, vicino al confine siriano. Non molto tempo dopo, una scossa di assestamento di magnitudo 6,7 ha colpito vicino alla scossa principale» spiega Alessandro Maria Michetti, professore di Geologia dei terremoti e rischio sismico del Dipartimento di scienza e alta tecnologia dsell’Università dell’Insubria.

«Diverse ore dopo, anche un terremoto di magnitudo 7,5 ha scosso la regione. La profondità relativamente bassa della scossa principale, vicina ai 10 chilometri, ha provocato forti accelerazioni del terreno su una vasta area della Turchia e della Siria, nonché parti del Libano, Israele e Cipro. Le scosse di assestamento sono in corso e continueranno a scuotere la regione per mesi, rendendo la situazione sul terreno ancora più difficile da sostenere. I dati macrosismici iniziano ad affluire presso le Agenzie della Protezione Civile della Turchia, AFAD».

«La cinematica della scossa principale è stata laterale sinistra (qualunque sia il lato della faglia su cui ti trovi, l’altro lato si è spostato a sinistra). Ciò è coerente con il movimento della Faglia Est Anatolica, che ha una direzione NE-SW e velocità di scorrimento compresa tra 6 e 10 millimetri all’anno. L’altro grande sistema di faglia della Turchia, la faglia dell’Anatolia Settentrionale, è laterale destra. La Turchia centrale viene schiacciata verso ovest tra queste due grandi faglie, intrappolata in una morsa tettonica, che si riversa nel Mediterraneo, verso Creta. Questo accade perché la Turchia viene spinta verso nord dalla placca araba, e dalla subduzione in corso nel Mediterraneo Orientale sotto l’isola di Cipro».

1I resoconti sui risentimenti dell’evento suggeriscono che lo scuotimento sia stato più violento a nord-est dell’epicentro, vicino alle città di Adiyman e Malaya. Ciò indica che la rottura sia stata direzionale, propagandosi per centinaia di chilometri da SW verso NE. Migliaia di vittime sono già state confermate in Turchia e Siria. Migliaia di edifici in tutta la regione sono crollati e i soccorritori stanno cercando tra le macerie i sopravvissuti. Gli scenari di danneggiamento preliminari, che stimano le vittime e le perdite economiche dovute ai forti terremoti, indicano che molto probabilmente questo tragico bilancio sia destinato ad aumentare. Le perdite economiche nella sola Turchia sono da valutare in miliardi di euro. La devastazione è diffusa e comincia solo adesso ad essere scoperta» continua Michetti, che in questo momento si trova sull’Etna per ragioni di studio.

«L’epicentro del terremoto del 6 febbraio è stato vicino alla città di Gaziantep, nella provincia di Gaziantep. La provincia, insieme alla vicina provincia di Kahramanmaras, ospita attualmente centinaia di migliaia di rifugiati siriani. Fa freddo e piove o nevica in gran parte della regione, complicando le cose per coloro le cui case sono state distrutte o compromesse. Le autorità avvertono i residenti di non tornare negli alloggi danneggiati. Circa nove ore dopo il terremoto di magnitudo Mw 7,8 è seguito un terremoto di Mw 7,5, a circa 95 chilometri a nord-est. La posizione delle repliche evidenzia che si tratta della rottura di una struttura diversa da quella Est Anatolica, ad essa coniugata, con direzione E-W, nota come Faglia di Sürgü-Çartak. Si tratta di una tipica mutua interazione fra sorgenti sismiche, simile ma molto più energetica a quella che ha prodotto la sequenza di terremoti del 2016 in Italia Centrale (Faglia di Amatrice / Monti della Laga, Faglia del Monte Vettore / Monte Bove). Poiché ha seguito un terremoto più grande nella stessa regione generale, l’evento di magnitudo 7,5 potrebbe essere considerato una scossa innescata dall’evento principale. Ciò significa che se non si fosse verificato il terremoto di magnitudo 7,8 probabilmente non si sarebbe verificato neanche il terremoto di magnitudo 7,5. Questo perché si può ragionevolmente ipotizzare che il primo evento ha promosso il secondo».

Il terremoto devasta Turchia e Siria. “E c’è anche l’allerta neve”

«Le grandi faglie responsabili degli eventi odierni mostrano chiare evidenze di spostamenti laterali ripetuti nel tempo durante il Quaternario, negli ultimi 2,6 milioni di anni; gli alvei dei corsi d’acqua e i terrazzi alluvionali sono dislocati orizzontalmente di decine di metri lungo la traccia delle faglie. Oggi, la scossa principale di Mw 7.8 ha provocato una scarpata di una lunghezza nell’ordine dei 150 km, con una dislocazione media di circa 3 m. È il più forte terremoto in Turchia dal 1939. È anche un terremoto purtroppo a lungo atteso, in una regione in cui gli ultimi eventi di queste dimensioni risalgono a diverse centinaia di anni fa».

«Una situazione analoga a quella della Faglia del Mar Morto, che rappresenta l’estensione della Faglia Est Anatolica verso Sud, ed attraversa Siria, Libano e Palestina, fino al Golfo di Aqaba. I ricercatori del Gruppo di Geologia del Disat hanno recentemente pubblicato una ricerca sul segmento di questa faglia che attraversa il Lago di Tiberiade, oggetto delle indagini post-dottorato di Maria Francesca Ferrario. Esiste la possibilità che il terremoto di Mw 7,8 induca riattivazioni lungo altri segmenti del sistema Faglia Est Anatolica – Faglia del Mar Morto, in particolare nel settore fra Siria ed Israele, dove eventi di queste dimensioni sono stati registrati storicamente ma mancano ormai da centinaia di anni».

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Pubblicato il 07 Febbraio 2023
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