A Gallarate il centro TerraLuna: uno spazio dedicato alle persone con autismo dall’infanzia alla terza età
Nell'ex istituto Bonomelli la Fondazione Bellora ha iniziato un'offerta innovativa che li accompagnerà in ogni fase della vita, offrendo una presa in carico completa, inclusi lavoro e casa
Mancano solo l’accreditamento e qualche milione di euro per completare l’opera, ma il progetto innovativo per la presa in carico delle persone con disturbi dello spettro autistico è tutto definito e pronto in via Ferrario, angolo via Ferraris a Gallarate.
Un’idea della Fondazione Bellora premiata prima da Fondazione Cariplo con il bando dei progetti emblematici e poi da Regione Lombardia (fondazione Cariplo 250mila euro, Regione Lombardia 1 milione, i 700mila euro dal programma europeo Interreg e 20mila euro dalla fondazione UBI Banca per Varese Onlus) per l’avvio di un percorso formativo per i tecnici del comportamento.
Dalla ristrutturazione di uno stabile, l’ex scuola Bonomelli acquistata a prezzo di mercato dalla Curia milanese, verrà realizzata una struttura che prende in carico i bambini con diagnosi di disturbo dello spettro autistico e li accompagnerà per tutta la loro vita. Ogni fase dell’età avrà un suo piano: prima bambino, poi adolescente quindi giovane adulto, fino alla fine del suo percorso con il centro all’ultimo piano dedicato al “dopo di noi”.
Nel sotterraneo è ormai pronta al cucina che entrerà in funzione tra un mese. Questa sarà il loro laboratorio per imparare un lavoro e realizzare i pasti sia per la vicina RSA della Fondazione sia per il ristorante pizzeria che verrà realizzato. Al piano terreno, invece, è funzionante la caffetteria che sarà sempre gestita dagli ospiti insieme alle associazioni dei genitori.
Un progetto innovativo che si apre anche al territorio per condividere una metodologia con le famiglie, il mondo della scuola e le diverse istituzioni che entreranno in gioco nella diverse fasi della vita. Il rapporto stretto con la neuropsichiatria infantile all’ospedale di Gallarate è un valore che Fondazione Bellora porta avanti già nell’ex Chiesa di San Giuseppe.
La festa per l’inaugurazione
Alla festa per l’inaugurazione ufficiale del primo piano c’era Monsignor Delpini che ha benedetto la struttura, il Ministro della Disabilità Alessandra Locatelli che ha seguito passo passo lo sviluppo in qualità di Assessore della Regione Lombardia prima di essere chiamata nell’esecutivo di Giorgia Meloni. E, ancora, l’assessore regionale Raffaele Cattaneo in rappresentanza del Presidente Fontana e Fondazione Cariplo rappresentata dall’avvocato Andrea Mascetti oltre il sindaco di Gallarate Andrea Cassani.
Tanti gli esponenti politici presenti così come quelli del mondo imprenditoriale rappresentato dal Presidente di Confindustria Varese Roberto Grassi.
Il centro è strutturato in lotti differenti
Al piano rialzato si trovano la reception, la sala di attesa, le numerose stanze di cura per le terapie singole e di gruppo dedicate ai bambini, la sala polifunzionale dedicata alla formazione, alle conferenze e agli eventi e il bar/caffetteria aperto alla città e gestito in collaborazione con ragazzi autistici.
Il secondo piano, già in fase di lavorazione avanzata, ospita altre stanze di cura e laboratori d’arte e mestieri per promuovere l’inclusione sociale e lavorativa degli adolescenti e dei ragazzi.
Il terzo piano sarà dedicato al condominio solidale per forme di co-housing protetto per i giovani, mentre gli appartamenti per gli adulti si trovano al quarto piano.
Il centro sarà dotato anche di una palestra e di aree per le attività motorie, di una piscina terapica, di un polo culturale con biblioteca, internet point e spazi per co-working digitale e di terrazze esterne con serre e orti didattici da coltivare insieme.
Nel seminterrato si trova il centro cottura con il ristorante/pizzeria dove sono impiegati i ragazzi autistici.
Il grande spazio esterno è aperto alla città ed ospiterà una piazza con giardini e padiglioni per le attività ricreative e culturali.
Il condominio solidale
L’idea è quella di attivare un “condominio solidale” basato sul concetto di mutuo aiuto tra giovani disabili e giovani normodotati disponibili a collaborare in uno scambio di continuo apprendimento reciproco. Perché tutto questo? Per contrastare il progressivo isolamento sociale che inevitabilmente colpisce le persone giovani adulte con disabilità e per promuovere un nuovo paradigma culturale che incentiva l’apertura verso l’altro, il dialogo autentico e l’accettazione delle diversità.
Per la realizzazione dell’intera opera i tempi sono ancora incerti: «tutto dipenderà dai fondi che raccoglieremo – commenta la direttrice della Fondazione Bellora Vanna Barca – I costi coperti fino ad oggi sono stati cospicui e ci hanno aiutato tanti soggetti istituzionali e privati. Il progetto è tutto definito e la domanda da parte del territorio è elevatissima. Confidiamo di continuare ad avere il sostegno di tutti».
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