Il grazie del Prefetto di Varese in visita alla casa circondariale di Busto Arsizio
Dopo le visite ai comandi delle Forze dell'Ordine, ai vigili del fuoco e al carcere di Varese, Salvatore Pasquariello è stato anche nella struttura bustocca
Il Prefetto di Varese Salvatore Pasquariello, dopo aver visitato nei mesi scorsi la Questura di Varese, i comandi dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco e la Casa circondariale di Varese nell’ottica di ringraziare ulteriormente per l’impegno, la professionalità e il valore tutte le donne e tutti gli uomini, mercoledì 1 febbraio è stato in visita alla Casa Circondariale di Busto Arsizio.
«La stima reciproca e la collaborazione interistituzionale tra la Prefettura e le Forze dell’Ordine – scrive la Prefettura – si sono esplicitate e consolidate in un costante rapporto, non soltanto nell’ambito dei Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica che si riuniscono a cadenza settimanale. Il Prefetto ha elogiato l’alta professionalità e l’elevato senso di umanità delle donne e degli uomini delle Forze di polizia nell’affrontare innumerevoli prove, molte delle quali estremamente impegnative; essi rappresentano, infatti, una risorsa preziosa per affrontare efficacemente le sfide del futuro, con competenza ed equilibrio. Nel rispetto dei valori costituzionali e dei diritti di tutti i cittadini, le Forze dell’Ordine, coordinandosi con la Prefettura e tra loro in maniera sempre proficua, hanno costruito un’efficace cornice di sicurezza in questa provincia».
Durante la visita alla struttura e ai laboratori interni, il Prefetto ha anche incontrato e ascoltato una delegazione dei detenuti e, nel suo intervento conclusivo, ha, da un lato, richiamato l’importanza del fatto che le pene devono tendere alla rieducazione del condannato ai sensi dell’art. 27 della Costituzione e si è complimentato con i direttori, gli appartenenti alla polizia penitenziaria, gli educatori, i medici, gli psicologi e tutti coloro che sono in servizio giorno e notte presso le due case circondariali di Varese e di Busto Arsizio per il lavoro che svolgono con grande professionalità e con generosa attenzione; dall’altro, ha dedicato ai detenuti una parte del discorso che Papa Francesco ha rivolto ieri ai cittadini del Congo durante la sua visita utilizzando l’esempio del diamante, il più duro dei minerali conosciuti, per invitare ognuno di essi a rialzarsi, riprendendo la propria vita nelle mani e realizzando quanto è scritto nell’inno nazionale (concetti espressi come Autorità morale e validi dunque per credenti e non credenti): “Care donne e uomini congolesi, il vostro Paese è davvero un diamante del creato; ma voi, tutti voi, siete infinitamente più preziosi di ogni bene che sorge da questo suolo fecondo! Sono qui ad abbracciarvi e a ricordarvi che avete un valore inestimabile, che ho fiducia in voi, credo nel vostro futuro, in un futuro che sia nelle vostre mani e nel quale meritate di riversare le vostre doti di intelligenza, sagacia e operosità. Coraggio, fratello e sorella congolese! Rialzati, riprendi tra le mani, come un diamante purissimo, quello che sei, la tua dignità, la tua vocazione a custodire nell’armonia e nella pace la casa che abiti. Rivivi lo spirito del tuo inno nazionale, sognando e mettendo in pratica le sue parole: “Attraverso il duro lavoro, costruiremo un Paese più bello di prima; in pace”.
A proposito di lavoro, il Prefetto ha sottolineato che infatti le statistiche dimostrano che imparare un lavoro azzera il rischio di recidiva, per cui la società civile – soprattutto imprenditori e sindacati – e le istituzioni sono chiamate sempre di più ad agire insieme per implementare le offerte di occasioni di formazione e di lavoro in favore dei detenuti.
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