L’emergenza Covid è finita ma in alcune scuole rimangono le regole restrittive
Da un'indagine della Consulta provinciale studentesca emerge un numero minoritario di istituti dove sono ancora in vigore le restrizioni Covid. Malcontento al liceo Tosi di Busto dove è annunciato uno sciopero
“Le disposizioni emergenziali esauriscono la loro validità al 31 agosto 2022”. Così recita la disposizione ministeriale sul contrasto alla diffusione da contagio Covid 19 arrivata a tutte le scuole all’inizio dell’anno scolastico. Eppure, non tutti gli istituti hanno abolito quelle norme restrittive della socialità.
La scuola è stata la prima a essere interessata dalle misure per l’emergenza sanitaria e rimane ancora imbrigliata nelle limitazioni, come gli ospedali o le case di riposo.
Il dato positivo è che, nella maggioranza delle istituzioni scolastiche, la vita è ripresa normalmente ma rimane una parte dove gli studenti non possono muoversi liberamente, hanno obbligo di rimanere in classe durante l’intervallo, non possono tornare in palestra e anche le gite scolastiche non sono garantite: «Come Consulta provinciale studentesca abbiamo fatto un’indagine – spiega il presidente Giuseppe Longhitano – Effettivamente in alcune realtà ci sono ancora delle regole restrittive. Sono situazioni minoritarie, ma esistono. Ai ragazzi è impedito di muoversi tra i diversi piani della scuola, sono state tolte le macchine distributrici di bevande o merendine perchè creano assembramenti, anche le assemblee di istituto vengono svolte limitando la presenza e rimangono sospese le gite di istruzione. Si parla di norme a garanzia della sicurezza dei ragazzi e per la salute pubblica ma questo è un limite che contrasta pesantemente con la socialità dei ragazzi che, nella scuola, vivono il loro ambiente naturale di crescita. Ci auguriamo che, con l’arrivo della bella stagione, si favorisca l’accesso anche alle aree esterne ripristinando la piena libertà di movimento».
Il dirigente dell’Ufficio scolastico di Varese Giuseppe Carcano parla di casi eccezionali legati soprattutto alla struttura degli edifici: « Alcune strutture sono datate e hanno corridoi stretti così è necessario apportare dei correttivi per garantire il rispetto delle regole».
Tra le scuole dove si lamentano queste restrizioni c’è il liceo Tosi di Busto Arsizio dove gli studenti hanno indetto uno sciopero per il prossimo 28 febbraio. Al momento, il sondaggio promosso per capire l’umore della popolazione studentesca ha raccolto quasi 400 voti favorevoli e una sessantina contrari.
Nel volantino si afferma “Facciamoci sentire” con l’invito a non stare a guardare: “bisogna davvero agire per cambiare qualcosa”. I problemi elencati sono molti dagli intervalli in classe, ai turni nelle palestre, alla soppressione delle Arturiadi, alle assemblee in dad, agli appuntamenti con la psicologa on line.
La dirigente del liceo Patrizia Iotti chiarisce : « Io non ho idea chi siano gli studenti insoddisfatti. Non si sono mai presentati per spiegare le loro motivazioni. Io sto lavorando con tutti i ragazzi, ho appena incontrato i rappresentanti in consiglio di istituto. Ci sono diversi livelli e regole da rispettare per la sicurezza ma c’è dialogo. La mia porta è aperta per confrontarsi e migliorare insieme».
I ragazzi vogliono superare la pandemia. È davvero chiedere troppo?
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