Nel 2022 le nuove partite Iva sono 500mila (-9%)
Rispetto al 2021 la diminuzione di avviamenti riguarda tutte le categorie. Per i non residenti un vero e proprio crollo (-51%)

L’Italia con oltre cinque milioni di lavoratori autonomi è da sempre considerata in Europa la repubblica delle partite Iva. Nel 2022 però il numero delle nuove partite Iva, pari a 501491, ha subito una diminuzione sensibile rispetto all’anno prima (-8,73%). In diminuzione tutte le categorie di iscritti: – 4,92% le persone fisiche (351.290), -8,1% le società di persone (16.709), -5,88% le società di capitali (111.771), – 6,80% le altre forme giuridiche (1.508) e -51,7% i non residenti (20.213). Questi ultimi, nei dieci anni precedenti non avevano mai subito un calo. Anzi, nel 2021 avevano fatto segnare un picco storico di iscritti (185%) causato dall’incremento delle vendite online durante la pandemia.
La distribuzione per natura giuridica mostra che il 70% delle partite Iva è stato aperto da persone fisiche, il 22,3% da società di capitali e solo il 3,3% da società di persone. Riguardo alla ripartizione territoriale, il 46,5% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 22,3% al Centro e circa il 31% al Sud e Isole. Il confronto con l’anno precedente evidenzia che quasi tutte le Regioni mostrano una diminuzione di avviamenti, in particolare Friuli-Venezia Giulia (-25,3%), Veneto (-19,4%) e Molise (-16,9%). In controtendenza solamente Valle d’Aosta (+2,8%) e Liguria (+0,3%).
La classificazione per settore produttivo evidenzia che, per la prima volta, le attività professionali hanno registrato il maggior numero di aperture (circa il 19% del totale), seguite dal commercio (18,3%) e dall’edilizia (11%). Tra i settori produttivi principali, quelli che rispetto al 2021 hanno fatto registrare le maggiori flessioni sono l’agricoltura (-31%), il commercio (-26,6%) e i servizi d’informazione (-8,5%). In aumento invece le nuove partite Iva nei settori istruzione (+24,2%), trasporti (+11,8%) e attività artistiche e sportive (+11,7%).
Per quanto riguarda le persone fisiche, la ripartizione per genere è relativamente stabile, con il 60,9% di aperture da parte di soggetti di sesso maschile nel 2022. Il 49,6% delle nuove partite Iva è stato avviato da giovani fino a 35 anni e il 30,5% da soggetti di età compresa tra i 36 e i 50 anni. Il confronto con l’anno precedente mostra una diminuzione di aperture crescente all’aumentare dell’età degli avvianti (dal -2,6% della classe più giovane al -13,6% di quella più anziana).
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