No, non è gelosia: la commedia all’italiana in prima nazionale al Manzoni di Busto Arsizio
La compagnia Teatro in mostra ha scelto il palcoscenico bustoccoo per la residenza e il debutto del nuovo spettacolo. Tratto dal film di Ettore Scola "Dramma della gelosia, tutti particolari in cronaca". Che viene trasportato da Roma alla Milano della rutilante modernità
La grande commedia all’italiana di casa al Teatro Manzoni di Busto Arsizio: qui debutterà a fine aprile, in anteprima nazionale, lo spettacolo “No, non è gelosia”. Una rilettura di un grande classico del cinema italiano, il “Dramma della gelosia, tutti particolari in cronaca” girato da Ettore Scola nel 1970.
«Debutteremo al Manzoni con questa nuova produzione», racconta Laura Negretti, di Teatro in mostra, compagnia comasca che ha scelto appunto la sala di via Calatafimi come residenza teatrale in vista del debutto previsto per il 28 aprile 2023.
«Teatro in mostra è una compagnia storica, siamo sul territoria da vent’anni. Facciamo 120 spettacoli l’anno, con una predilezione per due tipologie molto diverse: da un lato il teatro civile, su temi anche contemporaneità. Dall’altro le commedie brillanti, con una predilezione per la commedia all’italiana. Portiamo in teatro capolavori cinematografia: Divorzio all’italiana di Pietro Germi e Venga a prendere il caffè da noi di Lattuada, tratto dal romanzo di Pietro Chiara».
Proprio a questo secondo filone appartiene anche la nuova produzione che si potrà vedere in anteprima al Manzoni, ispirata al film di Ettore Scola: Negretti interpreta il personaggio femminile che fu di Monica Vitti, Gustavo La Volpe nel ruolo che fu di Marcello Mastroianni, menre Sasha Olivero dà corpo al personaggio che nel film era di Giancarlo Giannini. In uno spettacolo “spensierato ma non superficiale”, che offre spunti anche alla contemporaneità.
Ci racconta qualcosa della trama, per chi non ha visto il film?
«La protagonista una donna innamorata dell’amore, al punto di essere innamorata di due uomini, tra loro amici, senza sapere decidere» racconta Negretti. «Proveranno a scegliere la “soluzione svedese”, che andrà in fumo ben presto. Una storia tenera, buffa e piccantella, un ménage à trois all’italiana, negli anni del boom economico».
Siamo negli anni Sessanta…
«L’ambientazione rimane negli anni Sessanta-Settanta, ma se il film era ambientato nella periferia romana, noi spostiamo l’ambientazione a Milano, tra il Giambellino e Corsico, tra i palazzoni che iniziavano ad assediare i prati intorno alla città».
La regia è di Massimiliano Cividati: il bello di uno spettacolo al debutto è poterne seguire la nascita, fatta di scelte e riletture. Come sarà la scena?
«Lo scenografo lavorerà con i tubi Innocenti, per definire gli spazi in scena, in mezzo ci saranno le insegne luminose simbolo della modernità di allora, quelle che si accendevano in piazza Duomo allora. O davanti ai cinema».
E la colonna sonora?
«Abbiamo appena fatto la prima lettura, è un lavoro in corso» dice ancora Negretti, senza anticipare nulla. «C’è questa energia di fronte al testo da riscoprire, con tanti spunti.
C’è ad esempio un rilancio sulla contemporaneità: il tema della spazzatura di allora, che già si affacciava, era una coscienza ecologica in nuce, che metteremo in evidenza, legandoci al presente».
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