Spaccio nei boschi dell’Alto varesotto, Molteni: “Lo Stato c’è, lo Stato non arretra”

Dopo l'incontro in Prefettura il Sottosegretario di Stato all'Interno ha raggiunto Germignaga per incontrare e affrontare con i sindaci e amministratori del Luinese e le due Comunità Montana, Valli del Verbano e Piambello, il tema dello spaccio di droga nei boschi

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Lunedì 27 febbraio il Sottosegretario di Stato all’Interno Nicola Molteni è giunto, dopo aver fatto il punto della situazione in Prefettura a Varese, alla presenza del prefetto di Varese Salvatore Pasquariello e quello di Como Andrea Polichetti, a Germignaga per incontrare e affrontare con i sindaci e amministratori del Luinese e le due Comunità Montana, Valli del Verbano e Piambello, il tema dello spaccio di droga nei boschi. 

Un’occasione importante di confronto che ha visto seduti intorno al tavolo, accanto al deputato della Lega, gli onorevoli Andrea Pellicini e Stefano Candiani, il presidente di Comunità Montana Valli del Verbano Simone Castoldi, il sindaco ospitante nonché vicepresidente di Comunità Montana Valli del Verbano Marco Fazio, il sindaco di Lavena Ponte Tresa Massimo Mastromarino, lì in rappresentanza della Comunità Montana del Piambello, il Prefetto di Varese Salvatore Pasquariello e il consigliere regionale Giacomo Cosentino.

«A seguito del gravoso episodio di Castelveccana, chiediamo che questo incontro ponga la massima attenzione sul tema dello spaccio di droga nelle nostre zone, non possiamo abbassare la guardia. Chiediamo aiuto al Governo perché tutte le nostre forze dell’ordine possano continuare a lavorare al meglio per la nostra sicurezza» ha detto Castoldi, invitando il Sottosegretario all’Interno Nicola Molteni a prendere la parola.

«La mia presenza di oggi non vuole fungere da passerella ma vuole riaffermare con forza e vigore la presenza dello Stato, la presenza e l’operosità dello Stato rispetto a questi contesti sociali oggi aggrediti dalle più diverse forme di criminalità. Il territorio chiama, i sindaci chiamano, gli amministratori, le comunità e i parlamentari locali chiamano ed è giusto e doveroso che lo Stato risponda “presente”, per riaffermare quei principi di legalità, ordine pubblico, sicurezza, controllo del territorio, indispensabili per contrastare la vera e propria piaga sociale dello spaccio nei boschi, un problema non solo locale o regionale ma nazionale. Ci sono pezzi di territorio che sono stati sottratti al principio di legalità rispetto ai quali lo Stato a sistema con il Prefetto, i questori, i rappresentanti delle forze di polizia, i sindaci, gli amministratori locali e i rappresentanti di parti devono riaffermare perché sicurezza è libertà».

RIACQUISTARE PEZZI DI TERRITORIO

Come definito dal Sottosegretario Molteni il tema dello spaccio nei boschi è un tema nazionale rispetto al quale lo Stato, oggi rappresentato nella sua persona, dice di non voler arretrare anzi «rilanceremo l’operatività delle forze dell’ordine, che ringraziamo per tutto il loro lavoro, e implementeremo e rafforzeremo gli interventi che quotidianamente, con coraggio, competenza e specificità, fanno per garantire la nostra sicurezza – ha continuato Molteni -. Promuoveremo ulteriori interventi ad alto impatto così da scoraggiare la presenza degli spacciatori e riprenderci pezzi di territorio che devono essere rimessi a disposizione dalla comunità locale».

DOMANDA E OFFERTA, UN CIRCUITO CHIUSO CHE SI AUTOALIMENTA

«Se c’è così tanta offerta è chiaro che c’è altrettanta domanda e per questo è fondamentale non arretrare né sul piano della repressione dell’offerta né su quello della prevenzione alla domanda – ha sottolineato ancora Molteni -. A proposito di questo ultimo aspetto promuoveremo diverse attività, alcune delle quali sono già state discusse all’interno del Dipartimento Politiche Antidroga, per sensibilizzare ed educare soprattutto i più giovani che risultano essere fra i maggiori consumatori. Attendiamo la nuova giunta di Regione Lombardia per costituire un Tavolo di lavoro dove possano prendere parte anche i sindaci, gli amministratori locali, lo Stato, il territorio e la Regione stessa».

PROTOCOLLO D’INTESA FRA PREFETTURE E “NUOVI” ACCORDI CON LA SVIZZERA

«Il modus operandi degli spacciatori è noto, sono “operatori” di criminalità tendenzialmente stranieri che si avvalgono della collaborazione di tossicodipendenti di nazionalità italiana e talvolta svizzera per fare da vedetta e gestire l’organizzazione. Per questo motivo sarà essenziale, oggi che stiamo ultimando l‘accordo fiscale Italia-Svizzera, ripensare insieme a nuovi interventi per garantire la sicurezza sul territorio. Oltre a questo ragioneremo insieme a tutti gli attori delle due provincie, Varese e Como, ad altre attività di contrasto al degrado dei nostri boschi per favorire uno sviluppo. Queste azioni verranno messe a sistema e chiederemo ai due Prefetti, di Varese e Como, di creare un protocollo d’intesa che possa iniziare a dare delle risposte a questo fenomeno sempre più dilagante. Amplieremo ulteriormente anche i fondi per la videosorveglianza per consentire alle forze di polizia di svolgere sempre meglio il loro lavoro» ha detto ancora Molteni.

UN LAVORO DI SQUADRA

«Tutti gli interlocutori, oggi presenti e non, devono fare la loro parte, credo che questo sia il modo migliore per monitorare le attività che vengono fatte. Il mio impegno è quello di non lasciare cadere questo incontro ma di rinnovare la verifica e gli incontri insieme ai prefetti, ai presidenti delle due Comunità Montana, ai parlamentari locali. Con impegno, serietà e umiltà. Questo non è il momento conclusivo ma un primo inizio volto a riaffermare la credibilità dello Stato e di tutte le sue istituzioni oltre che del lavoro straordinario delle forze di polizia» ha concluso Molteni.

L’incontro è poi proseguito con gli interventi di alcuni dei sindaci presenti che, anche spaventati, hanno chiesto per conto delle forze dell’ordine di aumentare loro l’equipaggiamento e l’organico. Oltre che inasprire le pene per chi va a comprare la droga, rivedere alcuni iter parlamentari a tutela delle forze dell’ordine, aumentare le attività di sensibilizzazione nelle scuole e quelle volte a salvaguardare e rilanciare il territorio perchè «i luoghi non vissuti favoriscono l’arrivo di queste organizzazioni. Invito i rappresentanti parlamentari presenti a provare insieme a noi a fare un progetto di rilancio e valorizzazione delle nostre montagne e boschi, per farli rivivere e riabitare e allontanare la criminalità» ha aggiunto il sindaco di Laveno Mombello Luca Santagostino.

«Il confine provinciale non esiste quando c’è da dare persecuzione ai crimini – ha detto l’onorevole Stefano Candiani -. Dobbiamo adottare un quadro normativo totalmente differente, modificando alcuni leggi non solo sul consumo di droga ma anche sullo spaccio. Dobbiamo trovare forti deterrenti e dare l’opportunità alle forze dell’ordine di metterli in atto e per fare questo serve gioco di squadra. Tutti insieme, senza badare a troppe distinzioni».

Concorde anche l’onorevole Pellicini e il consigliere regionale Giacomo Cosentino: «la Regione c’è e vuole vincere questa sfida. Alle attività che abbiamo già perseguito ne affiancheremo di nuove che prevederanno un fitto programma di uscite nei boschi, per camminare, per fare sport, così da riabitare i luoghi e allontanare queste organizzazioni criminali».

«La Comunità Montana del Piambello che oggi rappresento – ha aggiunto in ultimo Mastromarino – rappresenta un territorio costituito da due valli e una lunga fascia di frontiera che nonostante viva alcune problematiche dal punto di vista della sicurezza ha messo in atto sistemi che hanno fatto spostare lo spaccio più a sud. Questo perchè il territorio di frontiera è sempre molto presidiato mentre i nostri boschi non lo sono abbastanza. Tra le altre, promuovere interventi di pattuglie miste, italiane e svizzere, potrebbe sicuramente migliorare questo aspetto».

«L’arrivo del Sottosegretario Nicola Molteni ha dato una risposta immediata alla mia interrogazione parlamentare e a quelle di tutti i sindaci e politici del territorio che non possono più sopportare questo fenomeno» ha concluso l’onorevole Pellicini. 

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Pubblicato il 27 Febbraio 2023
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