Stipendio e carriera in cima alla lista dei desideri della Generazione Z di Varese
Il risultato del sondaggio di Confartigianato Imprese Varese che ha coinvolto 2277 giovani studenti di venti scuole superiori, quattro Its e due università. "I giovani che si affacciano al mondo del lavoro non conoscono il tessuto produttivo del territorio"
Dopo aver assistito alla presentazione del sondaggio realizzato dal Centro studi imprese e territorio di Confartigianato Varese, si ha la sensazione netta che in un paio d’anni la narrazione rispetto alla “generazione zeta” sia destinata a cambiare radicalmente. Le risposte dei 2277 giovani studenti intervistati, di cui 1743 delle scuole superiori, 442 degli Its e 92 universitari, hanno infatti riservato non poche sorprese.
Se la pandemia aveva rimesso al centro nelle richieste dei lavoratori alcuni valori legati alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e più in generale alla qualità della vita, il sondaggio di Confartigianato Imprese Varese capovolge totalmente questa visione. Alla domanda “cosa cerchi in un’azienda? Quasi tutti gli intervistati (con percentuali che superano abbondantemente il 70%) mettono al primo posto lo stipendio e, subito dopo, la carriera.
I GIOVANI NON CONOSCONO IL TESSUTO IMPRENDITORIALE
I giovani studenti si sono dimostrati più realisti del re rispetto alla precarietà. Alla domanda “Quali di queste opportunità pensi che offra realmente oggi il mercato del lavoro italiano?” La maggioranza degli intervistati ha optato per la risposta “un posto di lavoro a tempo determinato”, seguito dal contratto a tempo indeterminato. Colpisce negativamente la scarsa conoscenza che i giovani intervistati hanno del tessuto imprenditoriale lombardo che, secondo gli universitari (43,1%) e gli studenti delle superiori, (40,6%) sarebbe costituito perlopiù da multinazionali. Solo gli studenti degli Its (49,1%), e non è un caso visto che con le pmi ci lavorano e studiano, mettono al primo posto le piccole e medie imprese. Non conoscendo il tessuto produttivo del territorio, va da sè che alla domanda relativa ai settori che offrono maggiori possibilità di occupazione, la risposta “manifattura”, pilastro del nostro sistema produttivo, raccolga percentuali risicate (tra il 10% e il 17%). Mentre sono i servizi con percentuali di risposta superiori al 40% a popolare i sogni professionali degli studenti.
POCA VOGLIA DI MANIFATTURIERO
Davide Galli, presidente di Confartigianato Imprese Varese, ha sottolineato con un certo dispiacere quella «poca voglia di manifatturiero» che emerge dal sondaggio. Per un imprenditore metalmeccanico di Gallarate è difficile digerire il fatto che le generazioni in procinto di entrare nel mondo del lavoro non conoscano il tessuto imprenditoriale del territorio. «Oggi leggevo su un giornale – ha detto il presidente di Confartigianato – di un’iscrizione massiccia dei ragazzi ai licei e a ragioneria. Vedo ancora poca attenzione alle materie tecniche. La svolta e il cambio di mentalità ancora non c’è stato e le aziende soffrono tanto il mismatch occupazionale. Se non si trova una soluzione si rischia di fare danni seri a questo paese».
PROTAGONISTI
Non c’è solo un disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, nel sondaggio emerge anche quello relativo ai mezzi utilizzati per cercare lavoro. I giovani in cerca di occupazione dichiarano di usare strumenti come il tirocinio e Linkedin. Peccato che le pmi presenti sulla piattaforma per contatti professionali siano poche.
Un altro dato che indica un cambiamento nelle aspettative dei giovani intervistati, soprattutto tra gli studenti delle superiori, è l’aumento dell’interesse per l’autoimprenditorialità. «Tra i ragazzi, soprattutto i nati dal 2000 in poi – sottolineato Umberto Rega, responsabile Servizio formazione presso Confartigianato Imprese Varese – sono in aumento quelli che vogliono fare l’imprenditore. C’è una propensione ad essere protagonisti del proprio tempo. È anche per questo motivo che il sistema territoriale deve essere attrattivo».
Essere protagonisti all’interno delle organizzazioni è una giusta aspirazione dei giovani che entrano nel mondo del lavoro, ma si è «pezzi di ricambio o pezzi unici?» si è chiesto Antonio Belloni, responsabile del Centro studi imprese e territorio. «I giovani cambiano nel tempo le loro aspettative – ha concluso Belloni – Sono alla ricerca di un modello di vita, è per questo motivo che tutte le mattine prendono acconti di futuro, pur sapendo che i risultati arrivano con calma».
(nella foto sopra, da sinistra verso destra, prima fila: Antonio Belloni, Eliana Minelli, Grazia Cerini, Annalisa Grimaldi, Francesca Benedetti; seconda fila: Umberto Rega, Davide Galli, Benedetto Di Rienzo, Michele Fabbrini, Margherita Garavaglia e Alberto Rimoldi)
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