Superbonus e crediti incagliati: la soluzione sostenibile esiste

La proposta oggetto di una petizione online permetterebbe al committente privato di optare per la detrazione in 10 anni e di rendere cedibile il credito per singola rata

Superbonus 110

La pubblicazione del caso della famiglia Bianchi, che ha un credito generato dal Superbonus incagliato pari a 135mila euro, ha suscitato molte reazioni e qualche proposta praticabile per la soluzione del problema. Una di queste arriva da Alessandro Cilardo, professore associato del dipartimento di ingegneria dell’informazione dell’Università Federico II di Napoli, che è tra gli estensori di una soluzione ragionevole e sostenibile al problema dei crediti generati dai bonus edilizi. La proposta, che si fonda principalmente sul senso di responsabilità dei committenti, è stata inserita in una petizione online.

DETRAZIONE IN DIECI ANNI
La soluzione prospettata permetterebbe al committente privato di optare per la detrazione in 10 anni, per tutte le spese agevolate da bonus edilizi, comprese quelle sostenute ante DL 11/2023 con cui il  Governo ha modificato la disciplina relativa alla cessione o sconto in luogo delle detrazioni. «La nostra proposta – spiega  Cilardo – consentirebbe di mantenere il più possibile la gestione dei crediti all’interno del rapporto diretto tra Stato e committente».

CESSIONE DEL CREDITO PER SINGOLA RATA
Per quanto riguarda la capienza fiscale, la proposta chiede di rendere cedibile il credito per singola rata, eventualmente con limitazioni alla circolabilità. «Si potrebbero, ad esempio, ammettere solo due cessioni – continua il docente – la prima a qualsiasi soggetto, la seconda a soggetti qualificati».

I BENEFICI
I benefici di questa soluzione, secondo l’estensore della proposta, sarebbero molteplici,  a cominciare dalla diminuzione del volume dei crediti incagliati e l’alleggerimento della pressione sul sistema bancario e lascia l’opzione della cessione a chi effettivamente non ha capienza. Inoltre, risolve il paradosso di detrazioni su interventi importanti (adeguamento sismico, efficientamento energetico) che risultano incongrui con la capienza fiscale su 4 anni di un normale committente privato. C’è un vantaggio finanziario per lo Stato, in quanto il committente che sceglierà la dilazione in 10 anni sosterrà un notevole costo in interessi, laddove la cessione comporta uno sconto sull’importo del credito sempre più sfavorevole, sostenuto però a vantaggio delle banche. Promuove lo spirito originario dei bonus edilizi, favorendo l’effettiva fruizione in forma di detrazione, responsabilizza il committente, incentiva l’aumento di produttività e stimola l’emersione dal nero. Impone a committenti e tecnici di ragionare sulla base di risorse limitate, l’effettiva capienza fiscale disponibile, contenendo l’onerosità degli interventi. Coinvolge  in prima persona il committente nella ricerca di soluzioni efficaci per la cessione, nella misura in cui consente la cessione di parte del credito in rate singole.

Ora la parola passa al Governo che ha già incontrato le associazioni di categoria. L’esecutivo ha spiegato che c’è un problema con i conti pubblici perché il Superbonus continua a generare tre miliardi di crediti al mese per un costo totale della misura pari a 105 miliardi. Ma è altrettanto chiaro che se perdurasse il blocco dei crediti per molte famiglie sarebbe un grave problema con riflessi per la coesione sociale del Paese.

Sito dedicato alla petizione: http://sites.google.com/view/libere10
Firma la petizione su change.org: https://chng.it/DnWTfmFC

Superbonus: ho un credito di 135mila euro ma né le banche né le imprese lo vogliono

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 25 Febbraio 2023
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