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Zone umide, Legambiente organizza visite a Laveno, Varese, Cassano Magnago e Parabiago
Laghi, paludi, torbiere e specchi d’acqua fungono da moltiplicatori della biodiversità. In occasione della giornata mondiale a loro dedicata il Cigno Verde organizza appuntamenti per scoprirle
La Giornata Mondiale delle Zone Umide è una ricorrenza istituita nel 1997 e celebrata annualmente il 2 febbraio, in occasione dell’anniversario dell’adozione della Convenzione sulle zone umide d’importanza internazionale, firmata a Ramsar in Iran il 2 febbraio 1971. La giornata ha l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sul ruolo fondamentale che svolgono questi ambienti.
Laghi, paludi, torbiere e specchi d’acqua accolgono la più grande biodiversità della Terra, sono fulcro di importanti rotte migratorie e ci aiutano a far fronte ad eventi meteorologici estremi. Queste aree, però, sono ecosistemi particolarmente sensibili all’impatto dei cambiamenti climatici ed è pertanto importante mantenere alta l’attenzione sulla loro integrità e salvaguardia.
Le aree umide sono ambienti che hanno una funzione fondamentale per garantire la risorsa acqua, la produzione di cibo e lo di stoccaggio del carbonio, ma sono anche luoghi di grande bellezza e pertanto fruibili e visitabili, seppur con attenzione, in ogni stagione, compresa quella invernale, per svolgere escursioni naturalistiche e birdwatching. Per conoscere e apprezzare questi luoghi, i circoli di Legambiente della Lombardia organizzano diverse escursioni e visite guidate nel fine settimana. Protagonista l’area nord Ovest di Milano, ricca di queste aree.
Sabato 4 febbraio alle 9 ritrovo al piazzale della stazione di Laveno Lago per “Alla scoperta della torbiera di Laveno Mombello” con gli esperti del circolo Legambiente Valcuvia e Valli del Luinese; sempre alle 9 appuntamento a Pavia al Ponte Coperto, lato Borgo Ticino, per una passeggiata ad anello; a Bizzozzero (VA) alle 14 in piazza Statuto sarà la volta di “Uno stagno da scoprire!” per una passeggiata all’area umida dei Mulini di Gurone, a cura dei circoli di Varese e di Malnate. A Monza sabato i volontari si ritrovano all’Oasi di Piazza Castello per attività di manutenzione della sponda sinistra del fiume Lambro.
Domenica 5 febbraio “Scopriamo l’Oasi Boza” (foto), con ritrovo alle 10 in via Meucci a Cassano Magnago (VA); per i più sportivi il circolo di Parabiago propone un’escursione in bicicletta alla scoperta delle Zone Umide nel PLIS dei Mughetti, con partenza alle 14 all’Oasi di Pace e Bellezza in via Unione 5 a Parabiago (MI); infine una passeggiata nel Pian di Spagna accompagnati dagli esperti del circolo Legambiente Lario Sponda Orientale, con partenza alle 14 dalla biblioteca di Colico (CO).
«La perdita di habitat, l’inquinamento diffuso, l’eccessivo sfruttamento delle risorse, i crescenti impatti delle specie aliene invasive e, in generale, i mutamenti del clima sono i fattori chiave della diminuzione di biodiversità e della frammentazione degli ecosistemi – spiega Lorenzo Baio, Responsabile Settore Acqua di Legambiente Lombardia –. Spesso si sottovalutano questi fenomeni, ma al contrario hanno conseguenze dirette anche sulle nostre vite quotidiane e sui territori che viviamo. Per invertire la rotta, è sempre più necessario, quindi, che si attuino interventi per aumentare l’estensione delle aree protette, riqualificare le zone degradate, integrare la conservazione e il valore dei servizi ecosistemici nei settori produttivi e combattere gli effetti del cambiamento climatico».
L’azione umana ha delle grandi responsabilità sia per il consumo di suolo con la costruzione di infrastrutture che impermeabilizzano i terreni, ma anche per il massiccio utilizzo di diserbanti, che sono molto dannosi per la biodiversità presente nei corsi d’acqua. Inoltre, è prioritario ridurre l’inquinamento delle zone umide, migliorando la depurazione e diminuendo la pressione causata da captazioni e da mini impianti idroelettrici, che modificano l’idromorfologia dei fiumi prevalentemente per la produzione di energia, ma senza il rispetto degli ecosistemi.
La valorizzazione di queste aree è indispensabile e passa anche attraverso progetti di ricerca e studio per la salvaguardia degli habitat umidi con azioni di miglioramento e tutela. Esempio ne è il progetto “Areté – Acqua in rete: gestione virtuosa della risorsa idrica e degli agroecosistemi per l’incremento del capitale naturale”, con interventi di riqualificazione ecologica e ottimizzazione della circolazione dell’acqua, che permette un incremento diffuso della biodiversità e un migliore approvvigionamento da parte delle realtà agricole, in particolare recuperando le “bose”, buche di raccolta dell’acqua piovana, molto sfruttata in passato per poter disporre di una riserva di acqua per usi irrigui o altre funzioni legate all’agricoltura. Tra le cause della significativa riduzione di biodiversità nella nostra regione, infatti, vi sono le pratiche agricole intensive con l’abbandono delle tradizionali attività agro-pastorali e l’alterazione degli equilibri idrici.
L’area interessata ha come fulcro la Valle del Ticino, ma si estende verso ovest fino colline novaresi, nelle zone ricomprese nella Riserva MAB UNESCO Ticino Valgrande Verbano, scende verso la Lomellina, mentre a est raggiunge l’Alto Milanese. Il progetto triennale di cui Legambiente Lombardia è partner, è cofinanziato da Fondazione Cariplo nell’ambito del bando “Capitale Naturale 2018” ed è guidato dal Parco Lombardo Valle del Ticino. O ancora i progetti ReLambro SE ed Enjoy Brianza, che continuano negli anni a “costruire” una nuova qualità di paesaggio lungo il fiume Lambro ricostruendo anche aree umide essenziali per incrementare la biodiversità.