All’Hotel Palace la seconda edizione di My Job Day, dove offerta e domanda per il turismo varesino si incontrano

Oltre 150 incontri con 21 realtà della ristorazione e del turismo: è stata un successo la seconda edizione dell'iniziativa nata dagli Enti bilaterali del turismo e del commercio

My Job Day al palace Hotel

Si è svolta all’Hotel Palace nella mattina del 16 marzo la seconda edizione della giornata che fa incontrare domanda e offerta nel settore del turismo varesino:  MyJobDay 2023 organizzato dall’ente bilaterale per il turismo e il Commercio di Varese con il patrocinio di Federalberghi, Camera di Commercio di Varese, FIPE, e molti altri, ha raggiunto ancora una volta il suo scopo di far dialogare le aziende del turismo e chi sta cercando lavoro nel settore, per mettere a frutto le sue competenze, lavorare nel settore per cui si ha studiato, o anche cercare uno spazio per ricollocarsi, dopo questi difficili anni di Covid.

8 ISTITUTI, 21 AZIENDE 150 COLLOQUI PROGRAMMATI

Come nella prima edizione, il matching tra aziende e lavoratori è stato un grande successo: alla giornata sono state coinvolte 21 aziende del settore dell’accoglienza e della ristorazione che stanno cercando personale – dall’hotel Sheraton di Malpensa al ristorante Borducan del sacro Monte, dall’Hotel Palace di Varese alla Botega Caffè Cacao di Busto Arsizio – e molti tra lavoratori e studenti si sono presentati ai colloqui per le figure previste: 150 erano i colloqui già fissati, a cui se ne sono aggiunti molti spontaneamente nella mattinata.

Molti i ragazzi provenienti dalle scuole, 8 tra istituti e licei della provincia, dal Tosi di Busto all’Isis di Bisuschio, dal Liceo Manzoni di Varese allo Ial di Saronno. Giovanissimi in cerca della prima esperienza estiva, o di un lavoro che gli faccia pagare le vacanze o il telefonino, ma anche ragazzi che vogliono, con delle prime esperienze stagionali, focalizzare con più precisione quale sarà il lavoro che vogliono fare “da grandi”.

My Job Day al palace Hotel

Ma diversi anche gli adulti che intendono ricollocarsi o trovare nuove figur: come nel caso di Marco, salernitano ormai da anni residente a Cocquio Trevisago che da Geometra è diventato cameriere a 45 anni: prima nel salernitano e poi qui, al confine tra Italia e Svizzera. «Ho lavorato per 7 anni in Italia e per altri 7 in Svizzera – ci spiega – Sempre come stagionale» Ora a 54 anni, una grossa professionalità acquisita, e una capacità da spendere in un luogo che ne ha molto bisogno: «Ho fatto avanti e indietro dalla frontiera in questi ultimi tempi. Ma quest’anno penso che sceglierò l’Italia, non bisogna abbandonarla».

“NON DITECI CHE LA GENTE NON VUOLE LAVORARE”

Quella organizzata all’Hotel Palace: «E’ una iniziativa molto importante che tra l’altro lega più stakeholder: dagli enti bilaterali, alla Provincia di Varese, alla Confcommercio e le sue categorie che riguardano il mondo dell’alberghiero e della ristorazione – ha commentato Rudy Collini, presidente di Confcommercio Varese  – La finalità è assolutamente virtuosa: quella di far incontrare la domanda e l’offerta di posti di lavoro che,  in un territorio Come il nostro che sempre di più sta acquisendo una valorizzazione in campo turistico, soprattutto nel periodo estivo e tante attività tra pubblici esercizi alberghi ristoranti richiedono. Un aumento della richiesta di lavoratori dovuta all’incremento di visitatori e dei turisti in questo periodo, che corrisponde dall’altra parte a tantissime scuole professionali sul territorio, che in questi anni stanno formando giovani che possono essere pronti a soddisfare la richiesta di queste imprese. Quindi il nostro ruolo è stato semplicemente quello di far confluire la domanda e l’offerta in un posto adeguato, con l’adeguata formazione, con gli adeguati stakeholder: in modo che ci sia una rete costruita bene e i cui risultati possano soddisfare tutti».

Che sia una buona formula è dimostrata dal successo dell’iniziativa, in termini di partecipazione: «Quello che rigetto è il luogo comune della mancanza di volontà di lavorare – spiega il presidente dell’ente bilaterale del Commercio Giuseppe D’Acquaro – che è una cosa che spesso sento in questi casi  e che oggi stiamo dimostrando non essere assolutamente oggetto del problema. Purtroppo per i lavoratori c’è sì ricerca, ma spesso manca la qualità: è necessario riuscire a costruire un lavoro che sia di qualità. E in un settore che è oggettivamente precario bisogna riuscire a rendere appetibile questo mestiere anche attraverso uno sviluppo contrattuale. Di sicuro però l’accusa che le persone preferiscono stare a casa con reddito di cittadinanza e non si ha più voglia di lavorare, è falsa. Credo che le 250 persone che oggi sono venute al Palace dimostrino che è un’accusa che va assolutamente rispedita al mittente. Il modo migliore è quello di intervenire sui costi del lavoro perché sono eccessivi. Assumere una persona vuol dire pagarne tre, sostanzialmente: e questo è un tema sul quale forse il governo dovrebbe fare una riflessione».

Come si può risolvere questo dilemma? «Vanno trovate delle forme contrattualistiche ad hoc per questo settore che quindi vanno studiate, magari prendendo spunto anche da ciò che avviene in altri paesi – sottolinea Alessandro Castiglioni, presidente dell’ente bilaterale del Turismo – Un esempio è il mini job che c’è in Germania, che può essere utilizzato per un secondo lavoro o un primo lavoro in entrata: si tratta di un lavoro a tempo determinato con uno stipendio fisso ma completamente detassato, quindi ottimo sia per il lavoratore che per l’azienda».

 

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 16 Marzo 2023
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