Dieci anni di pontificato di Papa Francesco nella semplicità e per i più poveri del mondo

Riceviamo e pubblichiamo una lettera al direttore riguardo al decimo anniversario di pontificato del Papa

Papa Francesco in una piazza San Pietro deserta

Riceviamo e pubblichiamo la Lettera al Direttore:

Egregio Direttore,

desidero ricordare il decimo anniversario dell’elezione al soglio pontificio di Papa Francesco, il Papa che pensa ai poveri e agli ultimi del mondo secondo gli insegnamenti del Vangelo. Questo Pastore sempre umile ma coraggioso, proseguendo la strada avviata con il Concilio Vaticano II, ha cambiato i rapporti della Chiesa con gli ortodossi, con i protestanti, con i musulmani, con gli ebrei e con i non credenti, considerati ora come fratelli e non più come eretici. Su temi fondamentali per l’umanità come l’ambiente e la giustizia sociale Papa Francesco è un alto esempio morale per tutto il mondo ma gli Stati ultraconservatori, che fondano la loro politica sul neoliberismo economico e sul profitto a qualsiasi costo, respingono gli accordi sul clima e sull’accoglienza, limitando la tutela sociale per i più deboli, mentre in Europa sull’accoglienza e sull’integrazione razziale prevale un sovranismo egoista. Papa Francesco, seguendo l’insegnamento umano di Francesco d’Assisi, opera per una Chiesa non dogmatica, non strutturata come una monarchia assoluta ma in cui il Papa governa collegialmente con i vescovi, per una Chiesa con vescovi pastori dediti solo alla cura dei fedeli e dei bisognosi e non principi che si preoccupano troppo dei beni materiali, per una Chiesa fondata sulla carità evangelica che accoglie gli ultimi, per una Chiesa di uomini e di donne uguali “aperta al mondo” che viva in semplicità oltre le frontiere culturali, che stia concretamente accanto ai poveri, ai bisognosi, ai sofferenti, agli emarginati e agli sfruttati, per una Chiesa in dialogo con le altre chiese cristiane, con le altre religioni e con i non credenti affinché i cristiani prendano attivamente posizione contro le ingiustizie di un modello economico egoista fondato sullo sfruttamento del Pianeta e dei più deboli.

Papa Francesco ha rivolto un severo monito ai politici, spesso più attenti ai loro interessi privati che non all’interesse pubblico: “Nessuno può portare con sé dall’altra parte né i soldi, né il potere, né la vanità, né l’orgoglio. Penso alle persone che hanno responsabilità sugli altri e si lasciano corrompere; voi pensate che una persona corrotta sarà felice dall’altra parte? Che il timore di Dio faccia loro comprendere che un giorno tutto finisce e che dovranno rendere conto a Dio”; “la grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine”. Ha espresso un severo monito anche agli imprenditori interessati solo al loro profitto privato e che non si curano delle difficoltà delle persone: “Ipocriti i tanti cristiani che si dicono cattolici praticanti ma poi sfruttano la gente, gli operai, questo è un peccato mortale”. Papa Francesco nel 2020, per denunciare il vuoto egoismo e l’arida indifferenza nei confronti degli “altri” che spesso oscurano la nostra società, evidenziando la povertà di tanti in molte parti del mondo a causa delle ingiustizie sociali, della brama di profitto da parte dei più ricchi, delle disuguaglianze economiche e sociali e della discriminazione razziale, ha scritto l’enciclica “Fratelli tutti” sulla fratellanza universale, che fa seguito all’enciclica “Laudato si’” del 2015 sulla difesa del creato e del Pianeta. Il Papa ha testimoniato la semplicità evangelica fin dall’inizio del suo magistero pastorale inteso come servizio per i poveri e per i bisognosi del mondo; la fratellanza diviene impegno costante per la giustizia sociale e per la cura del nostro Pianeta depredato, devastato e inquinato dallo sfruttamento indiscriminato da parte di grandi interessi privati. A causa dell’aggravarsi delle povertà molti incominciano a pensare che si debba cambiare l’economia globalizzata intesa solo a produrre profitto a qualsiasi costo umano così Papa Francesco ha coraggiosamente affermato che “non è più tempo degli adoratori della finanza ma di un’economia reale fondata sulla persona”, con un senso della politica volta al servizio esclusivo del bene comune, ricordandoci che “la politica non deve sottomettersi all’economia” e che “il mercato da solo non risolve tutto, benché a volte vogliano farci credere questo dogma”. La sofferenza e la povertà colpiscono gravemente quelle regioni fondamentali per la vita sul Pianeta distrutte dalla deforestazione, dall’impoverimento umano e sociale, dall’ingiustizia sociale e dallo sfruttamento sfrenato; è necessario rispettare la persona umana, la natura e il Pianeta quale casa comune in cui tutti viviamo. Nell’enciclica “Laudato si’” ci ricorda che “La terra ci precede e ci è stata data. I poteri economici continuano a giustificare l’attuale sistema mondiale, in cui prevalgono una speculazione e una ricerca della rendita finanziaria che tendono ad ignorare gli effetti sulla dignità umana e sull’ambiente”. Le diseguaglianze sociali derivano da un sistema economico senza regole così il Papa chiede un’economia più umana attenta ai problemi ambientali che riguardano tutti lanciando un forte appello per “contrastare le ingiustizie che provocano ferite all’ambiente e alla persona umana quali avidità e indifferenza”; “Abbiamo ereditato un giardino: non dobbiamo lasciare un deserto ai nostri figli”.

Papa Francesco ha affermato che è veramente brutto che alcuni personaggi ecclesiastici abbiano utilizzato il loro potere per interessi personali e non per opere di carità. Con le nuove regole di trasparenza volute proprio da lui, che ha compiuto una grande pulizia nelle istituzioni vaticane, il Papa ha finalmente cambiato l’atteggiamento di tolleranza della Chiesa riguardo speculazioni finanziarie avvenute anche attraverso istituzioni vaticane a vantaggio non della Chiesa e dei bisognosi ma di singole persone o di gruppi di potere politico ed economico. Il Papa si sta impegnando per superare «le ombre di un mondo chiuso» affinché l’economia e la politica siano poste «al servizio del vero bene comune e non siano ostacolo al cammino verso un mondo diverso», come affermato anche nel Documento sulla fratellanza umana firmato nel 2019 ad Abu Dhabi con il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyib, secondo cui Dio “ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro”. Il Papa ci ha evidenziato le piaghe dello scarto: “Mentre una parte dell’umanità vive nell’opulenza, un’altra parte vede la propria dignità disconosciuta, disprezzata o calpestata e i suoi diritti fondamentali ignorati o violati. Si accendono conflitti anacronistici che si ritenevano superati, risorgono nazionalismi chiusi, esasperati e aggressivi. Nuove forme di egoismo e di perdita del senso sociale mascherate da una presunta difesa degli interessi nazionali. Spesso le voci che si levano a difesa dell’ambiente sono messe a tacere o ridicolizzate, ammantando di razionalità quelli che sono solo interessi particolari”. Ricordo le indimenticabili parole di fratellanza universale e di profondo conforto umano proferite da Papa Francesco in occasione della commovente preghiera davanti alla Basilica di San Pietro il 27 marzo 2020 per i morti causati del Covid. Dopo la sua elezione il Papa ha voluto visitare nel 2013, per portare conforto ai rifugiati e per sostenere la comunità locale che li accoglieva, l’isola di Lampedusa da dove ha esortato il mondo a superare l’indifferenza nei confronti dei più deboli così nel 2016 ha visitato i migranti sull’isola greca di Lesbo, con il Patriarca ecumenico greco-ortodosso Bartolomeo I, per testimoniare la solidarietà umana a chi, per fuggire dalla guerra, dalla violenza e dalla miseria, attraversa il Mediterraneo e l’Egeo rischiando la vita, pronunciando una forte denuncia contro la “globalizzazione dell’indifferenza” verso gli “altri” anche in occasione dell’ennesima tragedia del naufragio di migranti in fuga avvenuta lo scorso febbraio nel Mar Ionio davanti a Cutro.

Alla richiesta di aumentare le spese militari espressa dalla N.A.T.O. ai Governi europei dopo l’inizio della tragica guerra in Ucraina il Papa ha saggiamente risposto: “Io mi sono vergognato quando ho letto che un gruppo di Stati si sono impegnati a spendere il 2% del P.I.L. per l’acquisto di armi come risposta a quello che sta accadendo. La vera risposta non sono altre armi, altre alleanze politico-militari ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare un mondo ormai globalizzato. Il modello della cura è già in atto ma purtroppo è ancora sottomesso al potere economico-militare”. E’ ormai evidente che la buona politica non può venire dalla cultura del potere inteso come dominio e sopraffazione ma solo da una cultura della cura, cura della persona e della sua dignità e cura della nostra casa comune. Lo prova, purtroppo, la guerra vergognosa a cui stiamo assistendo”; “Dietro le guerre c’è l’industria delle armi, e questo è diabolico”.

Mentre la Chiesa era travagliata dalla grave piaga degli abusi sessuali commessi da sacerdoti su minori, dopo un colpevole silenzio durato troppo tempo Papa Francesco si è espresso e ha operato chiaramente e severamente allontanando per indegnità dai loro ministeri i sacerdoti colpevoli. I cardinali e i vescovi ultraconservatori conducono un’aspra lotta contro l’opera riformatrice di Papa Francesco e contro il suo coraggioso tentativo di cambiare la Chiesa e la società secondo gli insegnamenti evangelici della fratellanza universale, dell’uguaglianza, della giustizia e della povertà e, nonostante il grande consenso popolare per il Papa, vi è nella Chiesa una dura opposizione sostenuta dalle gerarchie conservatrici per motivi di potere e sulle questioni della famiglia e dell’accoglienza nella Chiesa di coloro che sono sempre stati esclusi per motivi morali così come vi sono forti poteri economici e politici che, per conservare i loro enormi profitti, si oppongono a un Papa impegnato per la giustizia sociale contro le tante diseguaglianze nella nostra società.

Grazie Papa Francesco per la profonda e sincera umanità sempre dimostrata in questi dieci anni nell’umiltà del Vangelo. “Non qui parum habet sed qui plus cupit pauper est” (Seneca)!

Colgo l’occasione per porgere i miei più cordiali saluti.

Alberto Morandi
Laveno Mombello (VA)

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Marzo 2023
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