Diffamare Lara Comi sui social costa 10 mila euro ad un uomo di Lecco
Sentenza di condanna da parte del giudice monocratico del Tribunale di Busto Arsizio per l'uomo accusato di aver postato sulla bacheca dell'eurodeputata saronnese frasi a sfondo sessuale: “Una vittoria per le donne"
Diffamare l’europarlamentare Lara Comi, con commenti a sfondo sessuale su Facebook, è costato 10 mila euro ad un uomo di Missaglia (provincia di Lecco) che questa mattina è comparso davanti al giudice monocratico Giulia Pulcina del Tribunale di Busto Arsizio per rispondere alle accuse mossegli dall’esponente politico di Forza Italia.
L’uomo, un operaio di un’impresa di pulizie e con un passato nel direttivo provinciale di Fratelli d’Italia, tra gennaio e marzo del 2019 aveva pubblicato alcuni post indirizzati a Lara Comi gravemente lesivi della sua dignità e in un’altra occasione aveva anche postato la foto di una pistola (che però era riferita ad un furto che aveva subito in casa, ndr). Questo ha allarmato l’eurodeputata che ha deciso, così, di denunciare la vicenda alla Polizia Postale. Dalle successive indagini, che hanno portato anche ad una perquisizione domiciliare con esito negativo, è emerso che l’uomo aveva scritto nuovamente sulla sua bacheca.
L’imputato ha anche risposto alle domande dell’accusa e del giudice ammettendo di essere l’autore di quei post ma spiegando che sarebbero scaturiti da un momento di particolare tensione per lui in quanto, malato cronico da 30 anni, stava cambiando la terapia di farmaci che è costretto ad assumere proprio in ragione del suo stato di salute: «Probabilmente la reazione nervosa è scaturita dal fatto che ho assunto alcol e non avrei dovuto farlo».
Una spiegazione che non ha retto in quanto i post sotto accusa sono stati fatti in un arco di tempo che va da gennaio a marzo e dal certificato penale del soggetto erano emersi due decreti penali di condanna per vicende attinenti a questa (diffamazione e molestie). Per questo il giudice ha deciso di condannarlo per diffamazione.
L’eurodeputata, che in passato ha dovuto già affrontare una vicenda di stalking ai suoi danni piuttosto pesante, ha commentato a margine dell’udienza: «Una vittoria per le donne. È ora di dire basta alle offese a sfondo sessuale nei confronti delle donne».
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