Gli imputati si difendono in aula per la morte in funivia a Monteviasco
Processo agli sgoccioli, ai primi di aprile altra udienza, poi le conclusioni di accusa e difesa
È stato il giorno degli imputati, nel lungo processo dinanzi al giudice monocratico di Varese per appurare le responsabilità sulla morte di Silvano Dellea, manutentore della funivia Ponte di Piero – Monteviasco morto nel novembre 2018.
Per quei fatti sono alla sbarra nove imputati che ricoprivano posizioni nella cooperativa che gestiva l’impianto oltre a dipendenti dell’ente governativo che si occupa delle funivie, l’Ustif (ufficio di Milano). Non tutti hanno parlato, ma la linea delle difese, e quindi degli imputati sentiti nel corso dell’ultima udienza è quella dell’estraneità dei fatti.
Siamo di fronte all’accusa di omicidio colposo però, e il punto riguarda non solo ciò che può venire fatto in maniera attiva a fronte della causa di morte di un soggetto, ma in questo caso l’accusa vuole sondare l’intero arco dei possibili comportamenti omissivi legati alla sicurezza dell’impianto, in particolare alla specifica conformazione all’impianto.
Le precedenti udienze difatti hanno dato la possibilità di ascoltare esperti e ingegneri che hanno specificato la tipologia della struttura e le norme di sicurezza che vengono seguite per eseguire le ispezioni, oltre alle fattezze tecniche di impianti simili, che presentano terrazzini esterni fissi alla cabina per l’ispezione delle funi e degli ingranaggi.
A chi spettava provvedere a quel genere di accorgimenti per rendere l’impianto sicuro? E la postazione e di lavoro di Deellea era sicura? Come detto, gli imputati hanno negato ogni addebito in una delle battute finali del processo. Il prossimo step è previsto ai primi di aprile quando verrà completata l’audizione degli imputati, poi si arriverà alle conclusioni delle parti. Silvano Dellea morì il 12 novembre del 2018 per asfissia, stritolato dall’imbracatura che indossava a fronte del moto inesorabile della cabina che non gli lasciò scampo.
Da quel momento, 4 anni e mezzo, l’impianto non è stato mai più riaperto al pubblico.
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