Il Grand Hotel dei Procol Harum
Qualcuno li ricorda solo per A Whiter Shade Of Pale, ma andarono avanti a fare ottime cose
Sesto album in studio per i Procol, e primo senza il notevole chitarrista Robin Trower, che inizierà una lunga carriera solista. Se cercate i giudizi sulla loro discografia vedrete che questo è considerato un album minore del gruppo, ma a me è sempre piaciuto molto e quindi ho voluto proporvelo. Certamente, anche se il suo sostituto Mick Grabham è un buon chitarrista, l’uscita di Trower si sente, ed i suoi assoli e riff sono in parte sostituiti da arrangiamenti che ogni tanto possono sembrare eccessivi anche se in fondo in linea con l’atmosfera suggerita dalla ricca copertina. Esempio massimo ne è l’uso della soprano francese Christiane Legrand in Fires (which burnt brightly): è kitsch? Per me è molto bello e basta. I ragazzi suonano bene, Gary Brooker dimostra come al solito di essere uno dei più grandi cantanti della storia del rock… non resta che dire: benvenuti al Grand Hotel!
Curiosità: A souvenir of London fu censurata dalla BBC. Visto che parlava di un “ricordino” riportato da Londra che non si poteva dichiarare in dogana e che non si doveva far sapere in giro, ero convinto all’epoca che parlasse di droga, ma avevo sottovalutato il riferimento al dottore: il ricordino era una malattia venerea!
La Rubrica 50 anni fa la musica
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