Le riserve idriche lombarde sono al minimo storico
Mancano quasi 3,5 miliardi di metri cubi di acqua rispetto al volume medio di questo periodo. Un numero che tradotto in percentuale significa che ad oggi le riserve idriche sono a -56,7% rispetto a quando dovrebbero essere
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La disponibilità idrica in Lombardia è ancora in calo e raggiunge il minimo storico: mancano quasi 3,5 miliardi di metri cubi di acqua rispetto al volume medio di questo periodo. Un numero che tradotto in percentuale significa che ad oggi le riserve idriche sono a -56,7% rispetto a quando dovrebbero essere.
È questo il quadro emerso dai dati del monitoraggio di ARPA Lombardia, presentato oggi al Tavolo Regionale per l’utilizzo in agricoltura della risorsa idrica.
“La situazione – ha spiegato il presidente Fontana, aprendo i lavori – rimane difficile. Come Regione Lombardia, fin da dicembre, abbiamo puntato su azioni mirate alla cautela e al ‘risparmio’ delle risorse idriche. L’assenza di precipitazioni continua a non aiutarci, un piccolo segnale positivo giunge dall’essere riusciti, quantomeno, a fermare la discesa dell’altezza dei laghi, con un piccolo recupero, nell’ultimo mese, di circa 80 milioni di metri cubi di invaso”.
“Se non ci saranno precipitazioni nella tarda primavera – ha però aggiunto l’assessore Sertori – sarà inevitabile procedere come nello scorso anno ad una gestione ‘emergenziale’, con una stagione irrigua posticipata”. A tal fine è stata chiesta la collaborazione dì tutti i soggetti produttivi per gestire al meglio l’acqua disponibile”.
Nei singoli bacini, la situazione della disponibilità idrica rispetto alla media del periodo 2006-2020 è drammatica. Il bacino del Toce-Ticino-Verbano, che interessa la provincia di Varese, è al -59,5%:
“Per affrontare la stagione irrigua che si prospetta problematica – conclude Sertori –, ci sono poi una serie di interventi a medio lungo termine che risultano fondamentali, tra questi alcuni già in itinere come il cantiere paratie del lungolago di Como e le opere di bypass lago di Idro. Tutti gli investimenti andranno portati avanti in sinergia con il Governo. Da ultimo bisognerà avviare una serie di interventi e aiuti al comparto dell’agricoltura, sia per i sistemi irrigui, che per le tipologie di cultura”.
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Forse sarebbe il caso di incominciare a pensare al dopo emergenza, ovverosia alla quotidianità….potremmo chiedere in giro per il mondo come hanno fatto alcuni paesi a sopperire alla siccità cronica, penso ad Israele con le sue numerose coltivazioni, penso alle zone aride degli USA e alla stessa California.
Mi aspetto che lo Stato incominci a pensare agli impianti di desalinizzazione dell’acqua marina e ad un acquedotto in grado di trasportare l’acqua, il tutto sfruttando le energie rinnovabili.
In più mi aspetto che i comuni incomincino a premiare i cittadini virtuosi basandosi sulle bollette dell’acqua….monitorino i consumi arrivando a multare chi riempie piscine e piscinette gonfiabili o bagna per ore prati e giardini.
Certo che sperare che piova quando non pioverà più non aiuta molto.
Come non aiuta leggere sui quotidiani sempre i soliti articoli. Il danno è fatto…cambiamo anche noi modificando gli stili di vita e sfruttando ciò che la tecnologia ci offre. Ci sono anche impianti domestici per l’estrazione e purificazione dell’acqua dall’aria ….in Israele sono realtà da diversi anni.
Ma vi prego…basta scrivere…le riserve sono al minimo storico….che ci si aspettava quando le poche pioggie che arrivano durano al massimo poche ore per essere spazzate poi da vento e siccità?