Medico aggredito con delle forbici in ospedale a Gallarate
Il colpo era inizialmente indirizzato alla spalla, ma, “fortunatamente”, il tutto si è risolto con un taglio al polso. Il dottore è stato immediatamente accompagnato al Pronto Soccorso
Il dottore della guardia medica finisce in pronto soccorso a Gallarate: non un trasferimento, ma il frutto di un’aggressione, ai danni del medico della continuità assistenziale. È accaduto il 24 febbraio scorso all’ospedale Sant’Antonio Abate.
L’operatore sanitario era regolarmente al lavoro nei locali dedicati, che tra l’altro sono spesso frequentati anche da senzatetto che li utilizzano come alloggio provvisorio o anche per venire a segnalare la situazione di disagio. Proprio un utente dello spazio della continuità assistenziale (ora al Padiglione Bellora) è il protagonista dell’episodio, prima di minacce e poi di aggressione vera e propria ai danni del medico.
L’uomo – secondo le testimonianze di chi era presente – ha usato un paio di forbici trovate chissà dove: il colpo era inizialmente indirizzato alla spalla, ma, “fortunatamente”, il tutto si è risolto con un taglio al polso. Il dottore è stato immediatamente accompagnato al Pronto Soccorso, dove ha ricevuto assistenza.
L’aggressore è stato identificato e fermato dai carabinieri della compagnia di Gallarate: è stato denunciato dagli stessi militari, in considerazione del fatto che il medico sul posto di lavoro è anche pubblico ufficiale e quindi il fatto è procedibile d’ufficio, anche in assenza di querela della parte offesa.
Gli operatori ospedalieri e anche della guardia medica hanno più volte sollevato la questione della sicurezza in ambito ospedaliero, legata a diverse cause: da un lato ci sono le interpellanze delle persone che vivono corridoi e nei sotterranei dell’ospedale, ma più frequenti sono state nel tempo anche le aggressioni da parte di utenti. Ecco cosa raccontano:
“Quello che dovrebbe essere un normale turno di lavoro, si trasforma in paura. Paura di essere aggrediti di nuovo, con nessuno pronto a difendere chi, semplicemente, chiede di poter fare il proprio lavoro in pace. C’è chi decide di visitare i pazienti in compagnia di altri colleghi, chi non vuole nemmeno più aprire la porta del servizio. Ci si chiede, quindi, come si possa svolgere il proprio lavoro in queste condizioni, uscire di casa ad inizio turno e sperare di rientrare incolumi. Inutile dire che né la politica locale né tantomeno la regionale riescono a trovare una soluzione a questo incessante problema. A rischio, il servizio di Continuità Assistenziale. Sempre più medici si rifiutano di recarsi al posto di lavoro, dove, è chiaro, sono abbandonati a loro stessi. Se continueranno a rimanere disattese le richieste di provvedimenti urgenti per la messa in sicurezza del presidio di C.A. si rischia il servizio a Gallarate per quasi 150 mila abitanti”.
Il tema è aperto da tempo e viene riproposto all’attenzione della asst Valle Olona, che è competente per l’ospedale di Gallarate, che accoglie anche il servizio di continuità assistenziale.
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