“Non lasciateli soli”: all’Insubria il richiamo a fare comunità contro i disturbi alimentari
Complice anche la bella giornata di sole, è stato un successo la XII Giornata nazionale del fiocchetto lilla all'Università dell'Insubria
Complice anche la bella giornata di sole, è stato un successo la XII Giornata nazionale del fiocchetto lilla all’Università dell’Insubria.In un banchetto tutto di quel colore all’entrata della sede di via Monte Generoso, è stata dedicata l’intera mattina alla prevenzione, alla scoperta e alla relazione con chi soffre di disturbi del comportamento alimentare, grazie alla campagna di sensibilizzazione coordinata dal Centro di Ricerca sulla nutrizione dal concepimento all’età evolutiva del Dipartimento di Medicina e chirurgia del nostro Ateneo, diretto dal professor Massimo Agosti.
Una mattinata che si è conclusa con un incontro all’aperto, guidato da Max Laudadio, inviato di «Striscia la notizia», cuassese come Villa Miralago, il più importante centro di aiuto per chi soffre di questi disturbi, e anche persona che ha visto in persone vicine il dramma di questa malattia, che ha intervistato il professor Massimo Agosti direttore del centro universitario che studia questi disturbi, la psicologa Eugenia Trotti, a cui ha chiesto il significato di questa giornata e della malattia, la docente di Anatomia dell’Univrsità dell’Insubria Marina Protasoni e la dietista clinica del dipartimento di medicina e chirurgia dell’Università dell’Insubria e coordinatrice dell’équipe nutrizionale di Villa Miralago Eugenia Dozio.
Ad ascoltarli erano quasi in 200: in piedi, davanti all’entrata, in molti con un fiocchetto lilla o con un particolare di quel colore, che identifica la giornata internazionale contro i disturbi alimentari: studenti ma anche genitori delle associazioni dei genitori Il Filo Lilla e Ananke Family.
«I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, detti anche semplicemente disturbi dell’alimentazione (DA) – Ha spiegato Eugenia Trotti – sono patologie complesse, caratterizzate da un disfunzionale comportamento alimentare, e da un’eccessiva preoccupazione per il peso con alterata percezione dell’immagine corporea. Sono un problema diffuso sia nella forma dell’anoressia, sia in quella della bulimia nervosa, sia nel disturbo dell’alimentazione incontrollata».
Come si riconosce il disturbo alimentare? «Questa malattia ha molto a che fare con i numeri – ha sottolineato la nutrizionista Eugenia Dozio – quando si nota un eccessiva attenzione al peso e alle chilocalorie, la situazione diventa problematica: specie quando questo è il pensiero centrale della giornata, quando annebbia completamente gli altri pensieri, con conseguenze fisiche e sociali. La solitudine è un fattore importante per esempio. Questa malattia va curata: prima uno si cura, prima guarisce. E’ importante cogliere i segnali ed esporsi alla cura».
Un consiglio che è diretto non solo a chi ne è coinvolto, e potrebbe cercare di negare a se stesso questa situazione, ma anche da chi gli sta vicino: «Chiedo con il cuore a chi si sente in difficoltà di parlare e non isolarsi. Ci sono amici, vicini, parenti, il servizio di counseling, i docenti, siamo tutti a vostra disposizione: parlate – ha sottolineato Marina Protasoni – Ma chiedo anche a tutti gli altri: ricordatevi sempre che l’università è una comunità, l’aula, il vostro corso è una comunità, che fa famiglia. Non isolatevi, guardatevi intorno, state attenti a ciò che succede intorno a voi. se vedete qualcuno in difficoltà o che si isola, non lasciate che succeda. Fate in modo di essere presenti, perchè l’università non è soltanto studio, è fare le cose insieme».
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