Parcheggi riservati e incentivi premianti a studenti e dipendenti dell’Insubria che si spostano con il carsharing
Da lunedì 20 marzo partirà la piattaforma BePooler dove incrociare domanda e offerta di trasporto per raggiungere le sedi accademiche di Varese, Busto e Como

Condividere per migliorare. È l’obiettivo che l’Università dell’Insubria si propone con “BePooler” un servizio di carsharing riservato a studenti e dipendenti dell’ateneo. Il servizio, che partirà ufficialmente lunedì prossimo 20 marzo, è una sperimentazione avviata dall’Insubria con la società che mette a disposizione la App e la piattaforma per incrociare offerta e domanda di passaggi da e per le diverse sedi di Varese, Busto Arsizio e Como.
« L’idea era già circolata prima del Covid – spiega la mobilità manager dell’ateneo Elena Maggi – Poi, dopo la fine della pandemia, abbiamo assistito alla netta ripresa del traffico privato. È un dato generale non esclusivo del nostro territorio. La nostra università, però, è strutturata su diverse sedi dove convergono studenti da un po’ tutta la Lombardia, parte dal Piemonte e dal Canton Ticino. I collegamenti pubblici a volte non offrono una mobilità ottimale. Così l’auto privata rimane l’alternativa più adeguata. L’Insubria, però, si è posta l’obiettivo della sostenibilità secondo gli indicatori dell’Agenda 2030. La riduzione del traffico veicolare privato e delle emissioni inquinanti è uno dei risultati che ci sta più a cuore. Così, quando la società BePooler ha offerto agli atenei della rete per lo sviluppo sostenibile riconosciuto dalla CRUI un sistema di condivisione dei viaggi, abbiamo aderito. La società farà con noi una sperimentazione di 6 mesi eventualmente prorogabili: noi siamo partner per testare il modello».
Da lunedì prossimo, quindi, studenti e dipendenti potranno scaricare l’App e iscriversi al servizio attraverso la email istituzionale dell’Insubria e inserendo un codice diverso a seconda se si è studenti o dipendenti: « Sono due sistemi distinti ma collegati – spiega la mobilità manager – perché è importane avere il dettaglio dell’andamento. Però nulla vieta che i due tipi di utenti si uniscano nella condivisione del viaggio».
Chi utilizzerà la app potrà ottenere uno dei parcheggi delle aree riservate: « Abbiamo individuato spazi sia in via Rossi sia in via Dunant sia in via Ravasi a Varese. A Busto siamo in via Manara ma il Comune vorrebbe aumentare le zone all’interno del piano urbano della mobilità che sta redigendo. Da parte nostra ci saranno delle politiche premianti per chi sfrutta il carsharing e riduce le emissioni inquinanti».
Alla presentazione della piattaforma avvenuta in via Monte Generoso nel primo pomeriggio di martedì 14 marzo erano presenti anche l’assessore del Comune di Varese Malerba e quello del Comune di Busto Lo Schiavo (da remoto) entrambi interessati a veder decollare un modello di trasporto che dimezza i veicoli in circolazione. La piattaforma dà la possibilità di prevedere due modalità di condivisione: a pagamento, individuando il costo del trasporto da dividere, o gratuitamente nel caso di amici che aderiscono alla piattaforma per poter usufruire del parcheggio: « Attualmente, l’uso dell’auto privata riguarda il 60% di quanti vengono in università. Riuscire a ridurre quella quota, magari tra i dipendenti, sarebbe un segnale importante».
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