Per la Festa del Perdono il Policlinico svela i sei nuovi quadri dedicati ai benefattori da Caprotti a Tognoli

In occasione della festa che si celebra ogni due anni, è stato anche inaugurato l'infopoint sul cantiere del nuovo Policlinico definita la più grande opera architettonica degli ultimi 90 anni che ridisegna il centro di Milano

cantiere nuovo policlinico

Ogni edificio è costruito grazie a tantissimi mattoni che rendono solida la costruzione e che lo traghettano verso il futuro. Per il Nuovo Policlinico questi mattoni sono i suoi benefattori: gente comune oppure imprenditori di successo, artigiani, pensionati, ex pazienti, volontari, medici legati al loro reparto, studenti o lavoratori. Da quasi sei secoli il Policlinico di Milano ha raccolto la riconoscenza di migliaia di milanesi (e non solo) e l’ha restituita alla città, facendo assistenza, cura e ricerca ai massimi livelli, scoprendo terapie sempre più efficaci e ora costruendo anche il Nuovo Ospedale, realizzato grazie anche alle tante donazioni. La Festa del Perdono, che si celebra ogni due anni dal 1459, serve proprio a questo: a dire grazie per il sostegno, a testimoniare la costante presenza dei medici e del personale sanitario a fianco dei pazienti e a celebrare il futuro del più grande ospedale pubblico nel cuore di Milano. Uno dei modi di farlo è l’apertura al pubblico dell’InfoPoint, una vera e propria ‘finestra permanente’ sul cantiere del Nuovo Policlinico: che ne racconta le origini, la storia, i retroscena, mostrando in tempo reale l’avanzamento dei lavori e celebrando il ruolo dei tanti Benefattori che ne hanno permesso la realizzazione.

«Le grandi imprese non si fanno mai da soli – spiega Marco Giachetti, presidente del Policlinico di Milano – dietro ogni traguardo conquistato c’è sempre una squadra di persone che lavora in sinergia per raggiungere uno scopo comune. E il Policlinico può contare su tante squadre. Una di queste è composta da migliaia di persone: sono i benefattori, che da sempre sostengono l’Ospedale con lasciti e donazioni permettendogli di crescere non solo in valore e capacità, ma anche fisicamente. Il Nuovo Ospedale infatti viene costruito in gran parte con risorse interne, derivate dalla vendita e valorizzazione degli immobili lasciati dai cittadini nei secoli e dalle donazioni che giungono ancora oggi. Il Policlinico dunque riceve beneficenza, ma è capace di essere anch’esso promotore di filantropia, valorizzando in chiave innovativa il proprio patrimonio e restituendolo alla città sotto forma di un nuovo luogo di cura, nuovi alloggi in housing sociale e nuovo verde a disposizione di tutti. Accanto a questa squadra c’è poi un altro grande gruppo che fa la differenza nel nostro Policlinico: sono i medici, gli infermieri, i sanitari, i ricercatori, i tecnici e gli amministrativi che ogni giorno lavorano con impegno e si sentono parte di una grande impresa. Una squadra di donne e uomini che da sempre garantisce il massimo livello di impegno affinché i malati e tutti i visitatori possano ricevere le cure e l’assistenza migliori, pur con le difficoltà di un cantiere sempre in movimento. Il nuovo Policlinico sarà quindi il traguardo raggiunto grazie al contributo di tante persone: la Festa del Perdono che celebriamo oggi è l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno creduto in questo grande progetto e gli hanno dato fiducia».

Quest’anno la Festa del Perdono celebra in particolare sei nuove figure: cinque benefattori, che hanno destinato all’Ospedale un’importante donazione o un lascito, e un presidente che si è speso per il Policlinico. Per ciascuno di loro, come da tradizione, è stato realizzato un dipinto che entrerà a far parte della prestigiosa Quadreria ospedaliera, dove sono custoditi ritratti di benefattori realizzati tra gli altri da artisti come Giovanni Segantini, Francesco Hayez, Mosè Bianchi, Carlo Carrà, Emilio Longoni, Mario Sironi. I sei nuovi dipinti, realizzati dai migliori allievi dell’Accademia di Brera, sono quelli dell’imprenditore Giuseppe Caprotti, co-fondatore di Esselunga; dell’esperta di moda Sandra Bignami; di Maria Serafini, trentina di nascita e milanese d’adozione, ricordata per il valore che dava al rispetto e alle piccole cose; dei coniugi Maria Luisa Scarini e Luigi Conca, che hanno fatto della beneficenza la loro quotidianità; di Francesca Rava, alla cui memoria è dedicata una Fondazione che ha sostenuto tantissimi bambini, prima ad Haiti e poi nel Mondo. E poi quello di Carlo Tognoli, per dieci anni sindaco di Milano e già presidente del Policlinico dal 2005 al 2009. I sei nuovi ritratti saranno esposti al pubblico insieme ai dipinti più prestigiosi della Quadreria: ad ospitarli sarà il Museo “I Tesori della Ca’ Granda”, visitabile gratuitamente nella sede amministrativa del Policlinico, che si trova a pochi passi dal Duomo di Milano. Inoltre per il 24 e il 25 marzo sono previste visite gratuite guidate al Museo e ai nuovi ritratti: tutti i dettagli sono disponibili su www.policlinico.mi.it/beniculturali.

«Sulla prima pietra del Nuovo Ospedale – commenta Ezio Belleri, direttore generale del Policlinico di Milano – c’è incisa una frase: ‘Dal nostro passato le fondamenta per il nostro futuro’, ed è proprio questo ciò che celebriamo. Le fondamenta del Policlinico sono quelle che stiamo costruendo oggi, fatte di cemento e in mezzo ai nostri attuali Padiglioni, che nonostante un cantiere di 23mila metri quadrati non hanno interrotto le cure nemmeno per un giorno. Ma le fondamenta sono anche quelle metaforiche, quelle di una storia fatta dalle migliaia di persone che ci hanno sostenuto fin qui. Il nostro passato, fatto anche di tanta assistenza e cura, ma anche di ricerca scientifica e di innovazioni nella Medicina poi esportate nel mondo, ci ha dato la spinta determinante per progettare e realizzare il Nuovo Policlinico: un’opera che oggi è in avanzato stato di realizzazione e che sta già rinnovando il centro di Milano. Non solo perché sarà il più grande e moderno ospedale pubblico nel cuore della città, ma anche per la forte componente dedicata alla ricerca e per i suoi percorsi sanitari a misura di paziente. Il Nuovo Ospedale porterà con sé un nuovo modo di concepire la salute: con percorsi disegnati per i pazienti e non attorno alle singole malattie. Ci sarà anche un potenziamento delle attività scientifiche e della multidisciplinarietà, dato che la nuova struttura favorirà e potenzierà lo scambio dei saperi e delle competenze. Infine, avremo una gestione più efficace e puntuale dell’accesso alle cure: separando le attività di degenza dalle attività “diurne” dei pazienti esterni, potremo ad esempio rendere più efficienti le tempistiche per le attività specialistiche e di diagnostica, con ricadute positive anche sulle liste d’attesa».

Il Nuovo Policlinico. La più grande opera architettonica degli ultimi 90 anni che ridisegna il centro di Milano

Il Nuovo Policlinico sarà una grande opera con implicazioni su tutto il territorio cittadino da un punto di vista sociale, urbanistico, architettonico, culturale e ambientale. Sarà infatti un edificio tecnologico e all’avanguardia che non consumerà nuovo suolo, costruito secondo i più innovativi parametri di sostenibilità: ad esempio sfrutterà l’accumulo dell’acqua piovana per il successivo riutilizzo, e farà ricorso a fonti energetiche diversificate privilegiando l’impiego di quelle rinnovabili.

Spazi di cura, comfort e alta tecnologia – Il Nuovo Policlinico sarà formato da un corpo centrale, che ospiterà sul tetto il Giardino Terapeutico, con a fianco due edifici di 7 piani, definite Edificio Nord ed Edificio Sud. L’intera struttura, inserita nel contesto dei Padiglioni già esistenti, è il Central Building. L’Edificio Sud sarà dedicato principalmente alla donna, al neonato e al bambino, mentre nell’Edificio Nord si svilupperanno le attività di assistenza e cura dell’adulto. Nel Central Building si concentreranno le attività di ricovero, distribuendo le restanti attività sugli altri Padiglioni, separando quindi i percorsi dei pazienti ricoverati da quelli dei pazienti esterni. In questo modo sarà possibile tutelare meglio le specificità ed organizzare il lavoro in modo più efficiente, facendo tesoro anche delle esperienze acquisite durante la pandemia da Covid-19.

In ogni ambiente interno la luce sarà protagonista, per garantire il rispetto del ciclo circadiano della persona e quindi influire positivamente sul percorso di cura: dalla luce naturale, il cui apporto nelle camere di degenza sarà massimo grazie alla dimensione generosa delle finestre, alle luci biodinamiche – che si adattano in tempo reale per creare ambienti il più possibile naturali – applicate anche alle testate dei letti. Nelle sale diagnostiche sono previsti scenari accoglienti che mettano a proprio agio pazienti e personale e che aspirano a ridurre stress e tensioni, soprattutto per i più piccoli. Una strumentazione di ultima generazione affiancherà queste innovazioni, a vantaggio della diagnosi, della ricerca e della qualità di vita per i pazienti, ma anche per il personale.

La demolizione di 11 vecchi Padiglioni, ormai inutilizzati, è iniziata nel 2012; parallelamente, il progetto architettonico è stato approfondito nelle sue fasi successive e prosegue tuttora, mentre la posa della prima pietra è avvenuta il 27 novembre 2019. La conclusione dei lavori è attesa entro la fine del 2024.

L’InfoPoint di cantiere sarà aperto al pubblico in occasione di eventi e ospiterà convegni e conferenze rivolte alla cittadinanza su tematiche inerenti l’architettura, l’urbanistica, l’ambiente e la salute. Il calendario degli appuntamenti è in corso di definizione e sarà promosso sui canali digitali del Policlinico di Milano.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Marzo 2023
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