Picchiata dal marito perché si era fatta sequestrare la cocaina scappa e corre tra le braccia dei carabinieri
Il motivo della lite era da ricondursi al sequestro di cocaina avvenuto il pomeriggio precedente quando i carabinieri l’avevano trovata con la droga in mano sull’uscio di casa e l’avevano arrestata
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Ieri notte, a Seregno, una donna in forte stato di paura e agitazione, mentre era in casa e subiva violenze dal marito, ha trovato il modo di comporre il 112 e chiedere aiuto ai carabinieri. La centrale operativa del locale comando compagnia ha immediatamente inviato una gazzella nel vicino quartiere San Rocco.
Nell’avvicinarsi all’abitazione, i militari hanno visto una donna correre verso di loro e, disperata, in lacrime e con il volto tumefatto dalle percosse subite, lanciarsi tra le loro braccia. Era appena riuscita a scappare dalla propria abitazione sfuggendo alle grinfie del marito, rimasto barricato all’interno.
Nel frattempo l’uomo, in evidente stato di alterazione psicofisica forse dovuto all’assunzione di alcol o sostanze stupefacenti, si era armato di coltello e alternava momenti di delirio durante i quali minacciava di buttarsi dal balcone ad altri di aggressività nei confronti dei militari intervenuti che, con calma e sangue freddo, dopo aver allertato il carabiniere negoziatore del Comando Provinciale di Monza, hanno avviato un’intensa trattativa che, dopo circa un’ora, portava alla resa del barricato e al suo arresto.
Nella circostanza la donna, una 33enne di origini rumene ma da tempo residente in Italia, ha riferito che il motivo della lite era da ricondursi al sequestro di quei 16 grammi di cocaina avvenuto il pomeriggio precedente quando proprio quei carabinieri che l’avevano accolta in lacrime tra le loro braccia, l’avevano trovata con la droga in mano sull’uscio di casa e l’avevano arrestata.
In quell’occasione la donna aveva aperto pensando che fosse il marito che era tornato a casa per fare pace dopo un acceso diverbio. Quel pomeriggio, dopo gli accertamenti del caso, la donna era stata collocata agli arresti domiciliari ma nella notte, il marito, infuriato per la droga sequestrata, aveva aggredito la donna prima verbalmente e poi fisicamente con calci, pugni e lancio di oggetti fino a quando la stessa non è riuscita prima a chiamare i carabinieri e poi a scappare dall’abitazione.
La donna ha inoltre riferito di numerosi pregressi episodi di violenza fisica e psicologica subite negli ultimi due mesi a opera del marito che ora risulta indagato per resistenza a pubblico ufficiale e maltrattamenti contro familiari o conviventi.
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Prendendo sempre per vero quello che viene riportato, sinceramente sono senza parole. Una perfetta fotografia della tragicommedia italiana. Qualcuno dica chiaramente se queste realtà devono essere accettate in nome di enunciazioni come la “società aperta, inclusiva”, lo spirito di accoglienza, la solidarietà, ecc.. Con tutte le problematiche che l’Italia porta già endemicamente in se. Per me sarebbe logico che questo “sodalizio” fosse rispedito ai paesi d’origine, senza troppe questioni…
Rispedire il “sodalizio” (al pari di tutta la manovalanza del settore) ai paesi d’origine pare una proposta sensata. Ma chi rifornirebbe l’italico utilizzatore finale?