Processo Aspem Reti, Fontana in aula: “Mai segnalate anomalie nei bilanci”
Il presidente della Regione ed ex sindaco di Varese ha parlato come testimone nel processo che vede tre imputati a vario titolo per falso, peculato e abuso d’ufficio

«Ciro Calemme era stato nominato ai vertici di Aspem Reti sulla base di competenze personali e in merito agli accordi fra partiti che reggevano la maggioranza di Palazzo Estense. Ho effettuato un esposto alla Procura e alla Corte dei Conti più che altro per voci legate a sponsorizzazioni ad un giornale e per anomalie nei conti ma non vi furono conseguenze».
A parlare in aula il presidente della Regione avcocato Attilio Fontana, chiamato dalla parte civile del processo “Aspem Reti” che vede tre persone imputate per lavori e irregolarità sulla gestione delle piscine della Schiranna.
A Fontana sono state fatte domande legate ai conti della società pubblica Aspem Reti. Nel corso dell’udienza che durerà per l’intera mattinata di giovedì verrà chiamato a testimoniare anche Nino Caianiello, al momento dei fatti referente di Forza Italia in provincia di Varese.
IL PROCESSO
Ciro Calemme venne nominato amministratore e rappresentante legale di Aspem Reti srl (società patrimoniale pubblica per l’amministrazione degli asset di gas, acquedotto e igiene ambientale nel settore pubblico) nel 2007 e ricoprì questa carica fino al 2016: a suo carico vi sono contestazioni riguardanti l’abuso d’ufficio (in quanto pubblico ufficiale avrebbe contravvenuto a disposizioni legate alla gestione di alcune attività economiche presenti al Lido Schiranna), la truffa (ai danni di Aspem Reti e del Comune per lavori di ristrutturazione non corrispondenti a quelli effettuati) e il reato di “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente” per la mancata applicazione della disciplina sugli appalti, che prevede per importi fra i 40 e i 200 mila euro la consultazione di almeno 5 operatori economici del settore, fatto che non sarebbe avvenuto in virtù dello “spacchettamento” dei lavori al Lido Schiranna per rimanere al di sotto della soglia prevista dalla legge.
Le altre due posizioni riguardano l’imprenditore Matteo Sciretta e il direttore dei lavori Giacomo Battiston a cui vengono contestate la truffa in concorso con Calemme, mentre all’ingegner Battiston la “falsità ideologica” (per le certificazioni che attesterebbero la corretta esecuzione dei lavori contestati, nel periodo corrispondente al triennio 2014/2016).
(articolo in aggiornamento)
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