Rapina la farmacia ad Arcisate ma viene “salvato” dalla riforma Cartabia
Decade infatti l’imputazione per il grave reato di sequestro di persona che dopo l’entrata in vigore della riforma è perseguibile per querela di parte, che la vittima ha ritirato nel corso del processo. Patteggiamento a un anno e 4 mesi
Un anno e 4 mesi, e 600 euro di multa per una rapina aggravata in farmacia, in un processo che poteva finire molto ma molto peggio per una vecchia conoscenza di polizia e carabinieri: classe 1970, attivo nella criminalità varesina da tempo, l’uomo si trova in carcere, e in video conferenza ha ascoltato giovedì la lettura del dispositivo pronunciato oggi dal Collegio di Varese. Una condanna tutto sommato bassa se si considera che il 53enne era chiamato a rispondere anche del sequestro di persona di una farmacista nel paesino della Valceresio.
L’uomo fece irruzione nella farmacia di Arcisate l’11 gennaio 2020 con una sciarpa al collo provvidamente indossata per rendersi parzialmente travisato e una mano nella giacca facendo intendere di avere con sé un’arma da fuoco. All’iniziale titubanza della donna dietro al bancone, seguirono parole e modi spicci: «Stai zitta», poi un pugno al volto e l’ordine perentorio di entrare nel bagno dell’attività per venire chiusa all’interno mentre il malvivente rovistava nei cassetti per racimolare la cifra di circa 1000 euro in contanti e scappare. Ma le rapide indagini della squadra Mobile di Varese riuscirono a fermarlo e a portarlo davanti al giudice.
Importante è stato il lavoro dell’avvocato comasco Massimo Ambrosetti che ha diposto un risarcimento simbolico per la donna, di 700 euro, fatto che ha concorso a far ritirare alla vittima la querela per il reato di sequestro di persona, fattore che ha fatto decadere questa accusa non più perseguibile d’ufficio ma, secondo quanto previsto dalla nuova riforma, solo su querela di parte (ma solo per il primo comma dell’articolo 605 del codice penale che recita: “Chiunque priva taluno della libertà personale è punito con la reclusione da sei mesi a otto anni.“).
L’accoglimento del patteggiamento è stato considerato provvidenziale dal legale vista anche recidiva reiterata specifica infra quinquennale attribuita all’imputato, ora in carcere per altra rapina. (immagine di repertorio)
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