Telelavoro, assegno unico e nuovo fisco: i sindacati chiedono più attenzione ai lavoratori frontalieri
Il consiglio sindacale interregionale Piemonte, Lombardia e Ticino si è riunito ieri per affrontare alcuni temi urgenti che riguardano i lavoratori frontalieri e su cui si aspettano risposte dal Governo italiano e dall'Inps
Maggiore coinvolgimento delle parti sociali territoriali e più attenzione alle specificità dei lavoratori frontalieri. E’ quanto chiedono i sindacati Cgil, Cisl e Uil insieme a Unia-Uss e Ocst che ieri si sono riuniti a Verbania nel Consiglio sindacale Interregionale Piemonte, Lombardia e Ticino.
I sindacati italiani e svizzeri hanno affrontato le questioni relative allo stato di avanzamento dell’accordo Italia-Svizzera sull’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri, la cessata applicazione dell’accordo amichevole sul telelavoro e le problematiche emerse dall’applicazione dell’assegno unico universale per i figli a carico.
Per quanto riguarda il nuovo accordo sull’imposizione fiscale dei frontalieri, che a breve sarà in discussione alla Camera dopo l’approvazione al Senato, i sindacati auspicano una positiva conclusione dell’iter parlamentare “che si traduca in una legge che definisca in tempi certi il progetto di riforma“. In particolare, scrive in una nota il Consiglio interregionale, “è necessario un chiarimento urgente sui tempi di entrata in vigore dell’accordo rispetto alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, ovvero al 1° gennaio dell’anno successivo alla sua approvazione in ogni sua parte, anche utile a comprendere i beneficiari della clausola di salvaguardia, il regime transitorio per il passaggio dal nuovo al vecchio sistema fiscale. Si auspica, inoltre, l’approvazione da parte delle forze politiche degli emendamenti in termini di regime transitorio e di estensione del beneficio della franchigia anche ai frontalieri con rientro settimanale“.
Un altro tema importante del nuovo accordo fiscale sarà quello relativo alla destinazione delle risorse per i comuni di frontiera: “Riteniamo che l’introduzione nel testo del disegno di legge dei progetti socio economici derivanti dalle risorse del fondo rotativo allo scopo istituito, debbano vedere la partecipazione delle parti sociali territoriali nella definizione dell’utilizzo delle stesse, anche attraverso il coinvolgimento delle associazioni dei Comuni di frontiera e dell’Anci a livello delle singole Regioni. E’ altresì opportuno affrontare la disposizione sul limite massimo del 3% (rapporto tra frontalieri ed abitanti per singolo Comune), utilizzato per la distribuzione delle risorse derivanti dai ristorni, tra Comuni, Province, Regioni e Comunità montane, ovvero dal metodo sostitutivo a valere dall’entrata in vigore della nuova norma, al fine di stabilire una modalità analoga a garanzia dei Comuni e delle risorse disponibili sulle spese per investimento”.
Si è poi affrontato il tema del telelavoro per i frontalieri, particolarmente urgente dopo la fine dell’accordo amichevole tra Italia e Svizzera: “La cessazione dell’accordo amichevole sul telelavoro il 31 gennaio scorso ha determinato grave disagio per lavoratori ed imprese – spiegano i sindacati – Dal primo febbraio coloro che desiderino continuare ad utilizzare tale modalità incorrerebbero in conseguenze di natura tributaria molto gravose. Per tali ragioni, chiediamo al Governo chiarimenti urgenti circa tempi e modi di un nuovo accordo amichevole con la Svizzera che ripristini le condizioni di lavoro a cui, anche a seguito della pandemia, una parte importante dei frontalieri attivi oggi nei cantoni di confine e moltissime imprese ha ridefinito la propria organizzazione”.
Ultimo e urgente tema su cui i sindacati italiani e svizzeri chiedono risposte è quello dell’assegno unico: “A distanza di un anno restano irrisolti i problemi connessi all’assegno unico, tanto per i frontalieri italiani in uscita a cui la maggior parte delle casse di compensazione svizzere erogano assegni familiari solo a fronte di autocertificazione, in assenza della comunicazione Inps ferma dal 1° marzo 2022, tanto per i frontalieri con residenza estera che lavorano nel nostro Paese e per il quale la Commissione europea ha comminato nei giorni scorsi la procedura d’infrazione sulla base di un iniquo trattamento, in linea con le valutazioni che le organizzazioni sindacali hanno comunicato all’Inps ed al ministero del Lavoro fin dal luglio scorso. Riteniamo urgente che le organizzazioni sindacali siano convocate per un’audizione dalla commissione tecnica allo scopo costituita, anche in considerazione del fatto che tale questione riguarda tutti i frontalieri coinvolti negli Stati confinanti e limitrofi del nostro Paese”.
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