Convivenza uomo e animali selvatici: nel Varesotto si può

ll modello fa della collaborazione fra soggetti pubblici e privati il suo punto di forza

Cip&Ciop: due scoiattoli a Barasso

Quali sono i fattori che spingono gli animali ad occupare le aree urbane, da sempre considerate per nulla adatte alle loro esigenze? Com’è possibile che la fauna si adatti alla vita in città? Per rispondere a questi quesiti sono scesi in campo i ricercatori del Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate dell’Università degli Studi dell’Insubria…ma non da soli!

Con in testa il motto “l’unione fa la forza”…e aumenta l’efficienza, i ricercatori, adottando il moderno approccio della citizen science, hanno promosso una stretta sinergia tra diversi soggetti nelle città di Varese e di Gallarate, che si sta rivelando utilissima e essenziale per contribuire alla ricerca sugli animali in un ambiente nuovo e complesso, come è l’habitat urbano.

Scoiattolino al Parco Zanzi

È noto che a partire dagli anni ’50 le aree urbane hanno iniziato un processo di espansione a livello planetario, sia a causa del continuo aumento della popolazione, da un lato, sia per il trasferimento delle persone dall’ambiente rurale a quello cittadino. Si è compreso già da anni che questa espansione delle aree urbane sta, in modo concomitante, riducendo sempre più la disponibilità di ambienti naturali. Le ricerche sinora condotte hanno ampiamente dimostrato che questa inesorabile trasformazione, però, favorisce le specie più plastiche da un punto di vista ecologico, ossia quelle meglio adattabili anche a situazioni non ottimali.

Ma negli ultimi anni lo studio della fauna “cittadina”, sempre più presente in ambiente urbano, sta rivelando dettagli nuovi e interessanti, indispensabili sia su un piano teorico, per comprendere le eventuali modificazioni alle quali gli animali vanno incontro, sia su un piano pratico: per gestire al meglio le interazioni uomo-animali, nel nuovo habitat.

I ricercatori varesini, che da anni studiano in habitat “naturali” lo scoiattolo rosso, una “specie modello” molto importante per comprendere le dinamiche degli ecosistemi forestali, vogliono capire come stia riuscendo un roditore così esigente dal punto di vista ambientale, ad adattarsi a vivere nei parchi urbani, ad esempio quelli di Varese o Gallarate. Ma non solo.

Uno scoiattolo fa primavera

Sembra che il timido scoiattolo rosso riesca a sfruttare anche i giardini privati, i filari di alberi lungo i trafficati viali, il poco e talvolta concentrato “verde urbano” almeno come via di connessione tra piccole “isole” sparse qua e là per la città. In particolare, alcune aree verdi di moderate dimensioni ma frequenti nel tessuto urbano, come ad esempio parchi e giardini di alcune ville storiche, giocano un ruolo fondamentale per la presenza dello scoiattolo rosso in aree urbane.

Per questa ragione è nata una proficua sinergia tra il Palace Grand Hotel di Varese, che con il suo parco rappresenta un’area di collegamento importante tra la città e le aree di pregio del Lago di Varese, con il Centro Congressi “Ville Ponti” e la Villa e Collezione Panza del FAI, anch’esse caratterizzate da una ampia presenza di queste ”isole verdi” immerse nella matrice urbana varesina.

Video rivela un gran via vai nel giardino del Palace Grand Hotel di Varese

 

La collaborazione è nata inoltre con l’Aloisianum e l’Istituto Comprensivo Ponti, che con le loro aree verdi contribuiscono alla presenza dello scoiattolo nella città di Gallarate. A questa consolidata sinergia si sono poi aggiunti proprietari privati di giardini, e anche il Comune di Varese e il Comune di Gallarate con i loro Parchi Pubblici, contribuendo così a rendere più solida e funzionale questa collaborazione che si riconosce nell’ambito del progetto “SelvatiCittà – la fauna in ambiente urbano”.

Da questa collaborazione sono già emerse importanti novità sugli “scoiattoli di città”. Ad esempio le aree utilizzate dagli individui cittadini sono più piccole, rispetto a quanto noto per gli “scoiattoli forestali”, ma essendo l’ambiente urbano più “ricco di stimoli” (che spesso significano un maggior disturbo) il “caos cittadino” può innescare diverse risposte fisiologiche e comportamentali, non presenti negli habitat forestali tipici. Insomma, sembra che anche gli scoiattoli, un po’ come succede a noi umani, possano essere più o meno stressati proprio a causa di questi ambienti cittadini più “caotici”.

Scoiattoli stressati in città? Varesenews partecipa al progetto “SelvatiCittà”

L’ambiente urbano può anche favorire gli scoiattoli più “audaci”, più propensi a comportamenti di esplorazione e più intraprendenti, che riescono quindi a sfruttare meglio la città e le sue maggiori limitazioni rispetto ad un’area naturale. Per arrivare a questi risultati vengono raccolti peso, dimensione, sesso e condizioni riproduttive per ogni individuo studiato, nonché campioni biologici (per misurare ad esempio i metaboliti dello stress o il carico parassitario). Vi è anche una attenta osservazione del comportamento, che può essere modificato proprio dal contesto urbano.

Scoiattoli catturati e sottoposti a tampone. Ecco cosa è accaduto a Varese

 

Tutto questo, ricordiamo, è stato possibile grazie alla sinergia tra ricercatori, cittadini e proprietari degli “scampoli di verde”… ancora una volta una di quelle partnership che si dimostrano qualcosa di più della semplice somma delle parti, mettendo insieme persone diverse legate a diverse organizzazioni, rendendo raggiungibili obiettivi che viceversa sarebbero risultati difficili… un ulteriore effetto di pregio che la ricerca condivisa, e la promozione di conoscenze può assumere.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Aprile 2023
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