“Dopo il Ferraris ho scelto di studiare in Olanda. L’Europa è il futuro e noi giovani possiamo fare la differenza”

Giulio Bernasconi si è diplomato allo scientifico di Varese lo scorso anno. Racconta perchè ha scelto di studiare all'estero, quali occasioni ha incontrato e l'importanza dell'Europa per il futuro

giulio bernasconi ex studente ferraris a strasburgo

Finito il liceo scientifico Ferraris di Varese, Giulio Bernasconi ha deciso di proseguire con gli studi accademici all’estero. Una volontà che aveva espresso da tempo, convinto che aprire gli orizzonti sia necessario per costruirsi il proprio futuro. A distanza di qualche mese, Giulio parla della sua esperienza e delle occasioni “da prendere al volo” per mettersi in gioco.

Dal Ferraris all’Università di Utrecht. Perché questa scelta?
La scelta di studiare all’estero è qualcosa che mi porto dentro da molto tempo. Come mi hanno sempre detto i miei genitori, prima, i professori dopo, e tutte le persone che mi conoscono, sono un ragazzo che ha dentro un’ inquietudine, una smania di fare, vedere e conoscere cose e persone. Le ragioni sono molteplici ma penso che due siano particolarmente importanti. Innanzitutto, il grande desiderio di confrontarmi con una realtà diversa e più ampia. Penso che Varese, e la mia piccola Travedona, siano delle città veramente belle ma, ad un certo punto, ho sentito la necessità di andare oltre, e immergermi in un contesto diverso e più internazionale. Soprattutto relativamente a quello che sto studiando, scienze politiche e relazioni internazionali, penso sia molto importante conoscere ed imparare a relazionarsi con persone dal background e cultura differente e prepararsi ad affrontare una potenziale carriera internazionale con basi ampie e solide. A Utrecht, come in altri Paesi europei, il ruolo politico viene riconosciuto e sostenuto con una preparazione specifica e multidisciplinare.

giulio bernasconi ex studente ferraris a strasburgo

L’altra motivazione è un certo scetticismo che ho nei confronti del sistema scolastico italiano. Non penso che la scuola italiana non sia valida, anzi il contrario. Il percorso liceale mi ha aiutato molto nella mia formazione personale, dandomi conoscenze e strumenti molto importanti. Tuttavia ritengo che le metodologie educative utilizzate, in tutti i livelli, non siano particolarmente efficaci. Qui, in Olanda, sto scoprendo un nuovo modo di imparare e studiare, più attivo, partecipato e coinvolgente. Non so quale di questi sistemi sia migliore e non penso di avere gli strumenti per stabilirlo, tuttavia per me questo diverso modo di “fare scuola” è molto più stimolante.
Ho scelto l’Olanda per il livello elevato del suo sistema educativo e la presenza di programmi particolarmente interessanti. Io, per esempio, sto frequentando l’University College Utrecht. Si tratta di un programma particolare dell’Università di Utrecht, caratterizzato dalla grande componente internazionale e dalla vita residenziale nel campus, come i tipici college americani.
Chiaramente la scelta di spostarsi all’estero non è stata facile, penso sia importante dirlo. Incominciare a vivere in un altro paese, lontani da casa, da amici e famigliari, è difficile. Le sfide da affrontare sono tante, dalla lingua al vivere in autonomia. Tuttavia io sono molto contento di questa scelta e penso mi stia fornendo delle importanti possibilità per il mio futuro.

Com’è nato questo interesse per l’estero?
L’apertura verso l’estero penso sia nato, per la prima volta, nel 2019. Ad agosto di quell’anno avevo avuto la possibilità di partecipare al 24 World Scout Jamboree in West Virginia. Come scout, questa era stata una grandissima opportunità che mi aveva permesso di confrontarmi e conoscere altri giovani scout da tutto il mondo. Dopo quella settimana magica, ho iniziato a capire quanto fosse importante conoscere persone da culture diverse e come questo processo possa arricchirci e farci crescere come individui e società.
Dopo il Jamboree, era nato in me il desiderio di passare il quarto anno di liceo all’estero. Dopo aver vinto una borsa di studio con Intercultura per trascorrere un anno in Indonesia, ho dovuto, purtroppo, annullare questo progetto a causa del Covid, che per quell’anno ha bloccato le partenze. Anche le esperienze successive con il debate e con la nazionale italiana di debate, mi hanno permesso di scoprire ancora di più quanto mi piacesse mettermi alla prova e conoscere persone da contesti diversi.

giulio bernasconi ex studente ferraris a strasburgo

Da luglio 2022 sono stato selezionato come Youth Delegate italiano al consiglio dei giovani di EUSALP, la macro strategia europea per il territorio alpino. Questo è stato il mio primo progetto europeo e da lì non sono più riuscito a farne a meno.
Insieme agli altri delegati dai 6 paesi dell’arco alpino abbiamo incominciato a lavorare insieme su diversi progetti, collaborando con i gruppi d’azione di Eusalp sulle importanti priorità del nostro territorio. Grazie a delle persone conosciute in questo progetto, sono, poi, entrato in Europiamo, una rete italiana di giovani interessati alle tematiche di partecipazione giovanile e alla cittadinanza europea. E’ grazie a Europiamo che ho scoperto questa opportunità di Strasburgo.
Ci tengo a sottolineare questo processo in quanto penso che, molte volte, sia difficile scoprire queste opportunità se uno non è già inserito in determinati ambienti e realtà. Mi piacerebbe poter consigliare a tutti i giovani interessati di seguire i portali e le pagine dove vengono pubblicati bandi e progetti molto interessanti.

Racconta l’esperienza vissuta a Strasburgo: cosa ti aspettavi e cosa ti ha dato?
Questo progetto di Strasburgo si chiama “ Rejuvenating Politics ”. Si tratta di un’iniziativa del Consiglio d’Europa che cerca di promuovere la partecipazione attiva dei giovani nei lavori del Congresso. Quando ho letto per la prima volta di questa opportunità ho subito capito che mi sarebbe molto piaciuto partecipare. Ho pensato che si trattasse di una grande opportunità, sia di crescita personale sia per poter contribuire attivamente e portare il mio punto di vista all’interno di un’assemblea politica così importante. Le istituzioni europee sono una tematica che mi affascina molto e ho pensato che questa occasione potesse permettermi di conoscere il Consiglio d’Europa dall’interno.

Tutte queste aspettative sono state soddisfatte e sono veramente contento di aver avuto questa opportunità. Ho potuto conoscere 38 giovani da 38 paesi diversi, tutti accomunati da una grande voglia di fare la differenza, di essere attivi nelle loro comunità e di portare al centro del dibattito politico i giovani. È molto bello pensare che, per quanto ci siano grandi differenze culturali, ci possano essere delle grandi somiglianze tra noi e un comune desiderio di essere “cittadini attivi”. Ho avuto la fortissima sensazione che noi giovani possiamo essere motore di un vero cambiamento.
Questa esperienza mi ha permesso, inoltre, di vedere dall’interno la realtà del Congresso. Ho potuto conoscere i delegati italiani, l’ambasciatore italiano e molti amministratori locali e regionali che lavorano in questo contesto.
Inoltre, poter parlare nel Parlamento Europeo davanti ad amministratori di tutti i paesi membri del Consiglio, è stato un momento veramente emozionante. Devo ammettere che, prima di intervenire, l’agitazione era molta ma, alla fine, ero molto soddisfatto e orgoglioso del risultato.

giulio bernasconi ex studente ferraris a strasburgo

Cos’è per te l’Europa? e l’Unione europea? Da quando sei in Olanda è cambiata la tua prospettiva verso la comunità degli stati europei?
L’Europa, per me, è il futuro. Come giovane, non vedo altra alternativa che quella di unirci e cooperare insieme. Questo non significa in nessun modo rinunciare alle nostre identità nazionali, che vanno preservate e valorizzate. Unirci, per me, significa unire le forze, comprendere come le grandi sfide del nostro tempo, dall’immigrazione all’intelligenza artificiale, richiedano risposte coordinate e forti. È chiaro che l’Unione Europea di oggi non è perfetta, e molti problemi sono presenti. Tuttavia penso che la direzione in cui andare sia quella di un miglioramento, riforme istituzionali che portino ad un’ Unione Europea più unita. La pandemia di Covid-19 e la recente guerra in Ucraina rappresentano ulteriori esempi di come sia importante agire insieme e collaborare in nome di un interesse comune.
Vivere in Olanda mi ha permesso di sentirmi più vicino a questa Europa. Vivere con ragazzi da tutti i paesi europei mi sta facendo comprendere come sia importante e possibile lavorare insieme. Oltre le differenze, la lingua, la cultura, la cucina, in fondo, abbiamo molto più in comune di quanto pensiamo.
Penso, inoltre, che l’Europa debba cercare di partire da noi giovani. Noi che siamo stati cresciuti in un’ era digitale, dove comunicare a migliaia di chilometri di distanza è più facile che mai. Noi che abbiamo incominciato a studiare inglese in prima elementare. Noi che viviamo in un mondo interconnesso e globale.
Il programma Erasmus, divenuto famoso per gli scambi universitari, cerca di fare proprio questo, di far sentire i giovani parte di questa Europa. Non so se questa sia la sede giusta ma penso possa essere molto interessante diffondere alcune opportunità europee del programma Erasmus+ meno conosciute, come gli Youth Exchange e i Training Course. Queste iniziative permettono, a titolo completamente gratuito e con rimborso delle spese di viaggio, di partecipare a settimane tematiche insieme ad altri giovani di tutta Europa.

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Pubblicato il 04 Aprile 2023
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