Il Governo approva il DEF e prevede il taglio delle tasse per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi
Il ministro dell'Economia Giorgetti: "Abbiamo davanti a noi grandi sfide, dai cambiamenti climatici al declino demografico della popolazione italiana ma anche notevoli opportunità di aprire una nuova fase di sviluppo"
Il governo italiano ha approvato il Documento di economia e finanza (DEF) 2023, delineando i tre principali obiettivi programmatici per il medio termine. Questi obiettivi includono la rinuncia graduale a misure straordinarie di politica fiscale, la riduzione sostenuta nel tempo del deficit e del debito della pubblica amministrazione e il sostegno alla ripresa economica italiana.
Il DEF approvato dal Governo prevede l’introduzione di un taglio dei contributi sociali per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi, al fine di sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e moderare la crescita salariale. Inoltre, nel 2024, il mantenimento dell’obiettivo di deficit del 3,7% del PIL creerà uno “spazio di bilancio” destinato al Fondo per la riduzione della pressione fiscale, al finanziamento delle cosiddette ‘politiche invariate’ e alla continuazione del taglio della pressione fiscale nel 2025-2026.
Il DEF prevede inoltre una crescita del PIL in termini reali dello 0,9% nel 2023, dell’1,4% nel 2024, dell’1,3% nel 2025 e dell’1,1% nel 2026. Grazie alle nuove misure fiscali per il 2023 e 2024, la crescita del PIL nello scenario programmatico è prevista pari all’1,0% quest’anno e all’1,5% nel 2024.
“La prudenza di questo documento è ambizione responsabile. Abbiamo davanti a noi grandi sfide, dai cambiamenti climatici al declino demografico della popolazione italiana ma anche notevoli opportunità di aprire una nuova fase di sviluppo del nostro Paese”. Così il ministro Giancarlo Giorgetti sul Def approvato.
“Le riforme avviate intendono riaccendere la fiducia nel futuro – prosegue Giorgetti – tutelando la natalità e le famiglie anche attraverso la riforma fiscale che privilegerà i nuclei numerosi. Inoltre riconoscerà lo spirito imprenditoriale quale motore di sviluppo economico, promuovendo il lavoro quale espressione essenziale dell’essere persona”. “È realistico puntare – aggiunge – per i prossimi anni ad un aumento del tasso di crescita del PIL e dell’occupazione, lungo un sentiero di innovazione e investimento all’insegna della transizione ecologica e digitale”.
I principali punti illustrati dal Ministero dell’Economia
DEBITO
Nel 2022 il rapporto debito/PIL è risultato pari al 144,4%, 1,3 punti percentuali inferiore rispetto alla previsione del DPB dello scorso novembre. Una diminuzione che, coerentemente agli obiettivi indicati nello scenario programmatico continuerà progressivamente a scendere nel 2023, al 142,1%, nel 2024, al 141,4, fino a raggiungere il 140,4% nel 2026. Tuttavia non possono essere ignorati gli effetti di riduzione del rapporto debito / Pil che si sarebbero potuti registrare se il super bonus non avesse auto gli impatti sui saldi di finanza pubblica che sono stati finora registrati.DEFICIT
Il Def punta a ridurre gradualmente, ma in misura rilevante e sostenuta nel tempo, il deficit e il debito della PA in rapporto al PIL. Coerentemente con questo obiettivo, il Governo conferma gli obiettivi di indebitamento netto presenti nel documento dello scorso novembre: 4,5% nel 2023, 3,7 nel 2024, 3,0 nel 2025, fino al 2,5 nel 2026.PRODOTTO INTERNO LORDO
Nello scenario tendenziale a legislazione vigente, il PIL è previsto crescere dello 0,9 per cento nel 2023 (programmatico 1) ― dato rivisto al rialzo in confronto al DPB di novembre, in cui la crescita del 2023 era fissata allo 0,6 per cento ― dell’1,4 per cento nel 2024 (programmatico 1,5) dell’1,3 per cento nel 2025 e dell’1,1 per cento nel 2026 (stesse percentuali nel programmatico).
La stima per il 2024 viene pertanto rivista al ribasso (dall’1,9 %) in confronto allo scorso novembre. La proiezione per il 2025 è in linea con il DPB, mentre la decelerazione prevista per il 2026 è dovuta a prassi metodologiche concordate a livello di Unione europea.Risorse aggiuntive 2023 per taglio cuneo fiscale
A fronte di una stima di deficit tendenziale per l’anno in corso pari al 4,35 per cento del PIL, il mantenimento dell’obiettivo di deficit esistente (4,5 per cento) permetterà di introdurre, con un provvedimento di prossima attuazione, un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi a valere sull’anno in corso. Ciò sosterrà il potere d’acquisto delle famiglie e contribuirà alla moderazione della crescita salariale. Unitamente ad analoghe misure contenute nella legge di bilancio, questa decisione testimonia l’attenzione del Governo alla tutela del potere d’acquisto dei lavoratori e, al contempo, alla moderazione salariale per prevenire una pericolosa spirale salari-prezzi.Riduzione pressione fiscale
Il Def prevede inoltre un andamento discendente della pressione fiscale che dovrebbe passare dal 43,3 nel 2023 al 42,7% entro il 2026.PNRR
Il Governo è al lavoro per ottenere la terza rata del PNRR. Sono in corso le interlocuzioni con le istituzioni europee per la revisione e la rimodulazione di alcuni degli interventi previsti dal pnrr e delle relative milestone e target. È inoltre in fase di elaborazione il capitolo del programma relativo al REPowerEU, che comprenderà tra l’altro anche nuovi investimenti.
Per rendere il nostro Paese più dinamico, innovativo e inclusivo non basta soltanto il PNRR. È necessario, infatti, investire anche per rafforzare la capacità produttiva nazionale e lavorare su un orizzonte temporale più esteso di quello del Piano e che consenta di creare condizioni adeguate a evitare nuove fiammate inflazionistiche. È questo un tema che deve essere affrontato non solo in Italia, ma anche in Europa.
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