Il lupo animale che emoziona: l’incontro a Varese per parlare di una possibile convivenza
Il lupo è un carnivoro che ha bisogno di ampi spazi e per questo si autoregola, quindi il numero di lupi non crescerà mai in modo esponenziale senza controllo, come molti temono
Venerdì scorso, 14 aprile si è svolta al Cai di Varese una serata informativa riguardo alla presenza del lupo nelle nostre Alpi e nella provincia di Varese. Prima di iniziare, la biologa e lupologa Claudia Capitani ha svolto tra i presenti un’indagine tramite un’applicazione in grado di comporre la “nuvola dei tag” dopo aver chiesto di scrivere le prime tre parole che venivano in mente con la parola lupo.
E’ risultato subito chiaro la molteplicità di emozioni che questo animale suscita nelle persone, con molte parole positive (natura, biodiversità, bosco) con altre più problematiche (pecore sbranate, meglio se non c’è). In realtà il lupo è semplicemente un carnivoro, che vive in branchi con una gerarchia molto rigida, dove solo la coppia alfa ha il diritto di riprodursi. I piccoli nati nel branco di solito si allontanano dopo uno o due anni, percorrendo centinaia di chilometri per incontrare l’anima gemella e dare vita ad un nuovo branco. Chiaramente i pericoli sono molti per questi animali inesperti e la maggior parte degli esemplari in dispersione muore, spesso per mano dell’uomo in quanto vittime di bracconaggio e di incidenti stradali.
Nonostante questo, la straordinaria capacità di adattamento del lupo ha fatto sì che negli ultimi decenni, l’espansione di questa specie ha raggiunto tutta l’Italia con un numero di esemplari stimato intorno ai 3300, di cui circa 800-1000 animali nelle regioni alpine. Questo numero sembra alto, ma non lo è in quanto riferito a tutto il territorio nazionale.
Il lupo è un carnivoro che ha bisogno di ampi spazi e per questo si autoregola, quindi il numero di lupi non crescerà mai in modo esponenziale senza controllo, come molti temono. Ma perché è importante occuparsi dei lupi? Per rispondere bisogna fare un passo indietro e chiedersi perché è importante difendere e promuovere la biodiversità. Questa è uno dei punti fondamentali della strategia 2030 per lo sviluppo sostenibile sottoscritta dai paesi membri delle Nazioni Unite, riconoscendo il ruolo della biodiversità per la qualità dell’ambiente naturale. Senza biodiversità non c’è salute, senza salute non c’è benessere e anche l’economia soffre. Il lupo ha un ruolo chiave, in quanto non solo è una specie ombrello, cioè una specie la cui presenza è di beneficio per molti altri animali, ma è addirittura dimostrato che l’assenza del lupo in un ambiente naturale, può portare ad una mancanza di equilibrio con effetti che possono essere molto negativi. Rimane però fuori discussione che il lupo crea dei problemi, soprattutto nelle zone dove non era presente in passato per cui gli abitanti non sono abituati alla convivenza. Per questo è importante mettere in atto una serie di misure per tutelare in particolar modo il bestiame degli allevamenti all’aperto. La Regione Lombardia è molto attiva, fornendo contributi di varia natura. Ma le difficoltà non sono solo pratiche, ma anche culturali per cui non bisogna trascurare il dialogo per la ricerca di soluzioni condivise.
La presenza del lupo è un segnale che quel territorio è particolarmente sano da un punto di vista naturale e questo aspetto potrebbe essere sfruttato per promuovere i prodotti agricili di quella zona, magari con etichette dedicate. Idealmente, le persone dovrebbero essere orgogliose di vivere dove ci sono questi predatori. Anche chi frequenta abitualmente la montagna deve sapere come comportarsi in caso di incontro fortuito. Il lupo è di natura molto schivo, quindi difficilmente si fa vedere. Nel caso, è fondamentale mantenere la calma e non mettersi a correre. Assolutamente resistere alla tentazione di avvicinarsi per fare delle foto! I cani, quando si va nei boschi andrebbero sempre tenuti al guinzaglio. La serata si è conculsa con una discussione partecipata, parlando proprio di come migliorare l’informazione e il dialogo sia tra gli abitanti dei posti più vicini alla presenza dei lupi, sia con i frequentatori abituali e non delle montagne.
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