Il Pd lombardo vuole una legge sull’intelligenza artificiale. E la fa scrivere a ChatGPT

Il Pd lombardo ha presentato due testi per regolamentare l'intelligenza artificiale. Uno scritto dai consiglieri regionali, l'altro elaborato da ChatGpt

Generico 03 Apr 2023

Una proposta di legge regionale sull’intelligenza artificiale scritta da un’intelligenza artificiale. «Una provocazione», l’ha definita il capogruppo del Partito democratico Pierfrancesco Majorino nel corso di una conferenza stampa questa mattina al Pirellone. Eppure il consiglio regionale lombardo potrebbe essere uno dei primi, se non il primo, organo elettivo del mondo a discutere una norma scritta da una macchina.

In realtà sono due le proposte depositate dal Pd lombardo. Una scritta dal gruppo consigliare, l’altra invece da ChatGPT. Sì, quel sistema inaccessibile in Italia a seguito delle rilevazioni da parte dell’Autorità garante per la privacy rispetto alla mancata richiesta di un consenso alla gestione dei dati degli utenti e alla mancanza di basi giuridiche per l’utilizzo di questi ultimi per addestrare gli algoritmi.

Entrambe le proposte chiedono che i sistemi di intelligenza artificiale rispettino quattro principi. «C’è innanzitutto una questione che riguarda la responsabilità rispetto ai contenuti prodotti da un’intelligenza artificiale: su chi deve ricadere?», ha sottolineato il primo firmatario della proposta, il consigliere democratico varesino Samuele Astuti. Quindi la trasparenza: «è importante che sia chiaro, nel momento in cui si sta interagendo con un AI, che non si sta parlando con un essere umano. E bisogna che siano esplicitate le fonti dei dati utilizzati dalla macchina».

E a proposito di dati, è necessario che siano raccolti superando quelli che vengono definiti bias. In altre parole, i pregiudizi. Gli stessi per cui se si chiede ad un’intelligenza artificiale di rappresentare un dirigente d’azienda, le immagini generate sono tutte di uomini. O se gli si domanda di disegnare una coppia, il risultato riguarda una coppia eterossessuale.

Infine, il rispetto della privacy. Ovvero il rispetto del Gdpr, il regolamento europeo per il trattamento dei dati personali, lo stesso testo dal quale sono partiti i rilievi del garante italiano. «Devo dire che questo è l’elemento rispetto al quale ChatGPT si è dimostrato meno attento», ha sottolineato Astuti. Altra differenza importante tra i due testi? «Quello umano propone di costituire un gruppo di lavoro su questi temi, quello artificiale invece suggerisce di creare un osservatorio di monitoraggio», ha aggiunto Luca Mari, professore ordinario alla scuola di Ingegneria della Liuc, che ha collaborato all’elaborazione della proposta di legge.

Una norma che rappresenta «un primo passo, che si occupa delle cose più urgenti», ha aggiunto Astuti. E che dovrà tenere conto anche del regolamento europeo che dovrebbe essere approvato entro la fine della legislatura, fissata per la primavera del 2024. Un testo, ha spiegato il capodelegazione italiano dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo Brando Benifei, che di questi temi si è occupato a Bruxelles, che individua alcuni usi dell’AI che devono essere espressamente vietati.

Ad esempio il social scoring, quel modello in uso in Cina che valuta i cittadini in base ai loro comportamenti e limita le loro libertà sulla base di questi ultimi. Ma anche «la polizia predittiva», ovvero quegli algoritmi che prevedono il verificarsi di un crimine e i potenziali autori. E infine «la sorveglianza biometrica negli spazi pubblici». In altre parole, il riconoscimento facciale.

Tutti elementi, questi, che non si ritrovano nelle due proposte di legge firmate dal Pd lombardo. Il quale, oltre che ad entrare nel merito del tema, vuole soprattutto dare un segnale, come evidenziato da Majorino: «le istituzioni non possono ignorare una rivoluzione e una transizione come questa, che ci vede coinvolti tutti».

Foto di copertina di growtika da Pixabay

Riccardo Saporiti
riccardo.saporiti@varesenews.it

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Pubblicato il 04 Aprile 2023
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