La Via Crucis sui luoghi dello spaccio: Castelveccana dice no alla droga e all’indifferenza
In processione con le fiaccole quasi 300 persone che hanno partecipato questa sera alla Via Crucis organizzata dalla parrocchia lungo un percorso che ha volutamente toccato i luoghi "caldi" dello spaccio della cittadina lacustre. Presente anche il Prefetto di Varese
Quasi 300 persone hanno partecipato questa sera alla Via Crucis organizzata a Castelveccana lungo un percorso che ha volutamente toccato i luoghi “caldi” dello spaccio della cittadina lacustre.
A spiegare il senso di questa iniziativa le parole di don Luca Ciotti, che ha pensato ad una processione del Venerdì Santo fuori dal comune ma in grado di coinvolgere le persone su un tema di scottante attualità.
«Vorremmo poter lottare contro il male, dire ad alta voce che non ci stiamo alle ingiustizie – ha detto don Luca – Vorremmo non accontentarci di denunciare un fenomeno diabolico ma metterci la faccia in prima persona. Non sappiamo bene come fare, ma sappiamo che qui ci sono donne e uomini di buona volontà che desiderano che il bene abbia la meglio e così guardiamo a Cristo, credenti e non credenti, e camminiamo dietro a una croce, chiaro riferimento ad un amore più forte di ogni odio, di una vita più forte di ogni morte. Di un impegno più forte di ogni delega. Chiediamo allora a Gesù di poter restare insieme, di fare squadra, di lasciarci coinvolgere. E’ cosa nostra, ovvero è cosa che non ci permette di dire “tocca ad altri”».
Un’iniziativa fortemente voluta dal parroco di Castelveccana e Porto Valtravaglia, in un territorio boschivo nel quale nell’ultimo periodo si sono verificati diversi fatti di cronaca, tra i quali l’uccisione di un uomo e tante segnalazioni di spaccio.
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