Le botte per il piercing all’ombelico e continue vessazioni: quarantenne luinese rinviato a giudizio
I fatti contestati riguardano maltrattamenti in famiglia e lesioni personali: atti compiuti dinanzi al minore figlio della coppia che si è costituito parte civile nel procedimento
Maltrattamenti in famiglia aggravati, poiché consumati di fronte al figlio minore della coppia, cui è toccato assistere all’inferno per un bambino, cioè a pesanti scene di violenza domestica. Poi le botte, con lesioni fino a 10 giorni, sempre aggravate per il danno vissuto dalla vittima – ex compagna – e per atti portati a compimento in presenza di minore.
La vita era difficile, difficilissima, per quella donna, 30 anni al momento dei fatti, che ebbe a che fare col convivente 34 enne, oggi imputato per reati gravi, rinviato a giudizio e che dovrà rispondere delle accuse che gli vengono mosse vale a dire una serie di comportamenti contestati dalla Procura dopo la denuncia della donna, vittima nel 2016 mentre la coppia conviveva di atti pesanti di maltrattamenti in famiglia.
Il campionario contestato all’uomo, difeso dall’avvocato Corrado Viazzo, è vasto: minacce, percosse, calci alla presenza del figlio minore solo perché la donna si era fatta un piercing in occasione delle festività di Natale, con tanto di cappio mostrato alla vittima. Ingiurie dopo aver scoperto di un tradimento, e dopo la fine della relazione le continue minacce di sottrarre il figlio alla donna, difesa dall’avvocato Irene Visconti. Una situazione pesante che secondo la Procura produceva nella donna uno stato di “continua umiliazione”.
Poi l’episodio clou, il secondo capo di imputazione contestato, cioè le lesioni aggravate avvenute nel marzo 2022. Il giudice per l’udienza preliminare di Varese ha rinviato l’uomo a giudizio il 14 settembre dinanzi al Collegio. La questione giuridica discussa questa mattina in camera di consiglio verteva sull’ipotesi che la donna potesse nominarsi parte civile anche per il figlio (che non risulta parte offesa nel procedimento: è stata considerata un’ipotesi implicita, e quindi il giudice ha ammesso questa possibilità)
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