L’opposizione in aiuto del Sindaco di Gavirate: “La questione dei tigli di via Cavallotti è complessa”
Selvino Beccari invita a riflettere sulla complessità della situazione che non richiede risposte precostituite e pregiudizievoli
La questione dei tigli di via Cavallotti è sempre al centro del dibattito a Gavirate. Le spiegazioni del sindaco Alberio, per una valutazione mirata a capire l’intervento migliore di sistemazione dei due marciapiedi sconnessi anche a causa delle radici delle piante rigogliose, non ha placato le contestazioni. Un aiuto alla giunta arriva dal consigliere d’opposizione Selvino Beccari di Viva Gavirate che apre al dubbio di una soluzione complessa:
«È da sempre che l’uomo si interroga sul proprio rapporto con la natura: dai tempi del Paradiso Terrestre di Adamo ed Eva, passando al medioevo dei draghi che abitano il fondo dei laghi ( anche quello di Gavirate?) … per arrivare sino ai nostri giorni, in particolare alla sorte della fila di tigli di via Cavallotti nella nostra ridente località lacuale di Gavirate. Non mi sorprende leggere, amaramente, di posizioni assunte da integerrimi portatori di verità assolute: ovviamente contro.
Contro cosa non importa, ma rigorosamente anti; e dall’altra posizioni ragionate ed articolate, di chi non presume di avere la verità in tasca e si interroga , si pone le domande… mi limito, perché penso positivo, a fare il nome di quest’ultimo che poi è il nostro vicesindaco Massimo Parola.
Quanto alle domande, tante, che la questione pone, escludo che sia quella banalotta di scegliere tra una pianta rigorosa, fogliosa e grande ed una pianticella adolescente tenuta con laccio di plastica da un tutore; se questa fosse la semplice opzione, credo che sproporzionato sarebbe costituire una associazione, forse destinata a miglior causa e ad altre scadenze (2024?). Personalmente, credo che non sarebbe onesto porre un solo aspetto. Io, che effettivamente sono un po’ foresto, per radicata deformazione mi pongo una delle tante domande, ripeto, solo una delle tante: quella della responsabilità civile e anche penale. Succintamente: è pacifico che un marciapiede sconnesso costituisca fonte di responsabilità; così come un marciapiede eccessivamente rialzato rispetto al piano stradale perché integrerebbe una insidia. Ma questo è solo un aspetto che non ha assolutamente la pretesa di essere esaustivo. Tante altre dovrebbero essere le domande, ad esempio quali siano le essenze arboree da privilegiare nelle attuali condizioni climatiche… quel che, illudendomi, tanto vorrei è che ci facessimo delle domande e non opponessimo delle risposte precostituite e pregiudizievoli e anti qualsiasi cosa. Mi avvedo che questo sarebbe il paradiso terrestre e, ancora una volta, dimostro di aver sbagliato tempo e luogo».
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