Regia “made in Varese” per la nuova docuserie Sky sul delitto di Ponticelli

Christian Letruria, originario di Busto Arsizio e diplomato al Liceo Classico Cairoli di Varese, ha curato nel 2021 la regia di "Sarah, la ragazza di Avetrana". Tra gli autori della nuova serie c'è anche il bustocco Shadi Cioffi, mentre le musiche sono del varesino Lorenzo Bassignani

Christian Letruria regista de “Il delitto di Ponticelli”

Un caso tragico, drammatico e controverso che ha scosso l’opinione pubblica negli anni Ottanta, raccontato su Sky dall’occhio di un regista varesotto. È il “Delitto di Ponticelli, l’ombra del dubbio”, la nuova docuserie di Sky Original a 40 anni da un caso di cronaca ancora molto discusso.

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Christian Letruria regista de “Il delitto di Ponticelli” 4 di 24

A firmare la regia è Christian Letruria, classe ’77 (GUARDA LA BIO), originario di Busto Arsizio, diplomato al Liceo Classico Cairoli di Varese e laureato in Scienze Politiche, regista e autore, ha lavorato a spot pubblicitari, documentari, trasmissioni televisive, video musicali, cortometraggi di vari genere per Rai, La7, Mediaset, Sky e diversi marchi italiani e internazionali. Per Sky ha curato la regia di “Sarah, la ragazza Avetrana” uscita nel 2021.

In onda dal 22 aprile in esclusiva su Sky Documentaries, in streaming solo su NOW e disponibile on demand, la docuserie “Delitto di Ponticelli, l’ombra del dubbio” nasce da un’idea di Emanuele Cava ed è stata scritta da Matteo Billi (con Letruria già nella serie su Avetrana), Emanuele Cava con Shadi Cioffi, anche lui originario di Busto Arsizio: «Ci siamo conosciuti a Roma», spiega Letruria. C’è lo zampino “varesino” anche per le musiche, curate da Lorenzo Bassignani, mentre la sigla è di un gruppo che rappresenta una pietra miliare per la musica alternativa italiana, i 24 Grana.

I FATTI – È il 3 luglio 1983, Rione Incis, Ponticelli, Napoli. I corpi di Barbara Sellini e Nunzia Munizzi, di 7 e 10 anni, vengono ritrovati nel greto del torrente Pollena. Sono posizionati uno sopra l’altro, semi carbonizzati, ricoperti di ferite da arma da punto e taglio. L’autopsia rivelerà tentativi di abusi e violenze sessuali. “Il massacro di Ponticelli” lascia un segno indelebile, anche in una comunità abituata a contare i morti della feroce guerra di camorra in atto in quegli anni. Per quasi due mesi giornali e tv non parlano d’altro. Chi può aver compiuto un simile orrore? Nonostante in un primo momento le indagini si fossero concentrate su un pregiudicato che sembrava il colpevole perfetto, il 4 settembre 1983 vengono arrestati a sorpresa tre ragazzi incensurati, tra i 18 e i 20 anni: Ciro Imperante, Giuseppe La Rocca, Luigi Schiavo. Il processo tarda a partire e dopo quattro anni, tra Poggioreale e soggiorni obbligati, arriva la condanna, confermata in Appello e Cassazione. Ergastolo, fine pena mai – si legge sulla sentenza. Una sentenza che è la conseguenza di una serie di testimonianze e confessioni su cui si estende l’ombra lunga del dubbio dovuta a presunte violenze perpetrate durante gli interrogatori e a un possibile ruolo giocato dalla camorra.

«La serie è nata dall’interessamento di Emanuele (Cava) che aveva letto un libro di Giuliana Covella, una giornalista che si era dedicata al caso dopo un po’ di tempo. Lei ci ha messo in contatto coi protagonisti. Già dalle prime interviste tra noi emerse la sensazione di essere di fronte ad una storia unica e dolorosa e ad un probabile errore giudiziario – spiega il regista -. Pur sposando la causa, abbiamo cercato di raccontare la storia anche dal punto di vista della Procura, per avere un quadro completo».

I DUBBI – Dal 2015 Ciro, Luigi e Giuseppe sono uomini liberi, dopo aver trascorso più di 27 anni di carcere insieme, nella stessa cella, professandosi ogni giorno innocenti. Nell’estate 2022, dopo tre richieste di revisione respinte, la Commissione antimafia ha votato all’unanimità la proposta di indagare sulle infiltrazioni camorriste che avrebbero inquinato le indagini. Oggi i tre sono in attesa che una nuova Commissione proceda con l’audizione dei testimoni chiave e con la tanto sperata revisione del processo. E se chi avesse ucciso le due bambine fosse ancora in giro? E se Ciro, Giuseppe e Luigi fossero davvero vittime di uno dei più grandi errori giudiziari della storia del nostro paese? A quasi quarant’anni dal massacro, il caso è tornato alla ribalta coinvolgendo anche il governo. I tre accusati tornano a parlare della loro storia in questa docu-serie in quattro episodi. Oggi Giuseppe, Ciro e Luigi continuano la loro battaglia per ottenere la revisione del processo, in attesa che una nuova Commissione Parlamentare proceda con l’audizione dei testimoni chiave.

«Personalmente il fatto che mi ha affascinato di più è che abbiano scontato la pena nella stessa cella per 27 anni, rimanendo fedeli tra loro e alla lotta per l’innocenza – continua Letruria -. Con Avetrana avevamo il clamore e la bulimia dell’informazione. Qui il silenzio, per troppi anni. Il fatto poi che il documentario potesse essere uno strumento per la riapertura del caso è stato dirimente nella scelta di procedere in questa avventura. Non solo per loro, per i protagonisti, ma anche per la potenza simbolica di questo caso: il castello accusatorio era pieno di ombre, una revisione creerebbe un precedente per questo tipo di sentenze ambigue. E se innocenti darebbe una nuova dignità pubblica per i protagonisti. E magari una nuova giustizia per le due povere bambine uccise».

IL DELITTO DI PONTICELLI. L’OMBRA DEL DUBBIO è una docu-serie Sky Original, prodotta da Sky e Groenlandia. Di Emanuele Cava, scritta da Matteo Billi, Emanuele Cava con Shadi Cioffi. Regia di Christian Letruria. In esclusiva tutti gli episodi su Sky Documentaries dalle 20.15 del 22 aprile, in streaming solo su NOW e disponibile anche on Demand. Le tappe principali del caso di Ponticelli sono state ricostruite sul sito: www.ildelittodiponticelli.it

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Pubblicato il 27 Aprile 2023
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