Rita Ackermann e Werner Bischof, grande pittura e fotografia in mostra al LAC
Una pittrice ungherese naturalizzata statunitense ed un grande fotografo svizzero della metà del XX secolo costituiscono il fulcro delle esposizioni nella sede principale del MASI
Già da qualche settimana e fino alla piena estate 2023 almeno due mostre di sicuro effetto sono fruibili nelle grandi sale di Piazza Bernardino Luini a Lugano, in una zona dove tra gallerie private e musei pubblici è da qualche anno sempre più alta la qualità espositiva, concentrata in poche centinaia di metri lungo il lago.
Rita Ackermann (1968) è un’ungherese che in giovane età si è trasferita negli USA dopo appena un semestre di accademia pittorica alla New York Studio School. Dopo oltre trent’anni di attività questa primavera in riva al Ceresio si presenta con “Hidden”: si tratta di opere pittoriche in prevalenza molto colorate e di grande formato, in una mostra curata da Tobia Bezzola con Chiara Ottavi. L’esposizione può essere considerata antologica, nonostante l’età relativamente giovane dell’artista, perché riprende i temi principali della sua ricerca iniziata negli anni Novanta e ne segue lo sviluppo fino alle opere mature della serie “Mama”. In quest’ultima produzione è già stato fatto notare un continuo oscillare tra l’astratto ed il figurativo che dona all’opera della Ackermann una scintillante espressività. L’artista è comunque di impostazione astratta, come anche lei stessa probabilmente si percepisce. La visita merita, anche perché la mostra è bella e fruibile ma non enorme.
La mostra di Werner Bischof (morto a soli 38 anni nel 1954) cade invece come una gradita sorpresa ai piani più alti del LAC, perché questo fotografo svizzero non è conosciuto dal grande pubblico e la cartellonistica che pubblicizza l’esposizione forse non è ben riuscita nel suo intento di valorizzarne i contenuti. Si tratta invece di una raccolta bellissima di fotografie scattate in diverse località del mondo con fotocamere Rolleiflex e Leica, tra le migliori disponibili a quel tempo. La mostra si chiama “Unseen Colour” perché molte delle fotografie esposte sono state ristampate a getto d’inchiostro dopo un trattamento digitale di ricostruzione del colore. Sono immagini che parlano da sole, ma cercando più informazioni si può ricordare velocemente chi è stato Bischof nella sua breve vita: figlio di una famiglia benestante che lo introdusse fin da bambino alla fotografia amatoriale, aveva già girato tutta l’Europa come documentarista quando nel 1949 entrò come giovanissimo associato nella celebre Agenzia Magnum, fondata tra gli altri da Robert Capa ed Henri Cartier-Bresson, morì però dopo breve tempo in un incidente stradale sulla cordigliera delle Ande.
Una mostra dunque anche questa da vedere, perché non vasta ma di grande qualità.
MASI – Museo d’Arte della Svizzera Italiana
Piazza Bernardino Luini 6 – Lugano
Masilugano.ch
Orari: da martedì a venerdì h11-18, giovedì h11-20, sabato e domenica h10-18
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