Rubò migliaia di euro in tre furti a Luino: il DNA inchioda un 59enne di Germignaga già in galera

All'epoca dei furti, avvenuti tra il 2017 e il 2018 in alcuni negozi e alla Camera del Lavoro, furono prelevati dei reperti analizzati dai RIS di Parma

ris di parma

Era riuscito a sfuggire all’identificazione dopo aver commesso, tra il maggio del 2017 e il gennaio del 2018, tre furti in due attività commerciali e della Camera del Lavoro di Luino pensando così di averla fatta franca. I tre colpi avevano fruttato al malfattore un ingente bottino del valore complessivo di diverse migliaia di euro.

Ora è stato individuato e ad inchiodarlo, secondo le indagini, c’è il DNA: sarebbe dunque stato un 59enne di Germignaga. Ma ecco come sono andate le indagini.

In occasione di ogni episodio delittuoso i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile luinese avevano eseguito un accurato sopralluogo, rinvenendo tracce biologiche che, inviate al R.I.S. di Parma, avevano inizialmente dato un responso negativo. Ciò accade naturalmente quando il genotipo di un individuo non è mai stato censito in precedenza nella banca dati, come nel caso del 59enne di Germignaga, attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Varese.

Fatale, per affibiargli la responsabilità dei tre furti, è stato il suo arresto. L’uomo, che il 3 aprile dello scorso anno era stato arrestato dai Carabinieri di Luino per rapina, all’atto del suo ingresso in carcere è incorso infatti nell’obbligo, da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, di prelievo del DNA, procedura prevista per tutti coloro che debbono scontare pene definitive o dei soggetti il cui arresto è stato convalidato.

Il campione prelevato è stato così trasmesso al Casellario Centrale d’identità del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, facendo emergere, il 19 gennaio scorso, la piena corrispondenza con il profilo genetico individuato, a suo tempo, nel corso dei rilievi dei Carabinieri di Luino e rimasto in condizioni di latenza investigativa.

Grazie al prezioso e qualificato contributo del R.I.S. di Parma ed alla metodica applicazione delle procedure di repertamento operate in queste circostanze dai Carabinieri, è stato così possibile dare finalmente un riscontro positivo e un’identità al genotipo prima ignoto. L’uomo, che, come evidenziato, è tuttora detenuto presso il carcere di Varese, ove, tra l’altro, deve scontare anche un cumulo di pene fino al 5 settembre del 2026 per vari reati commessi negli scorsi anni, dovrà quindi rispondere dei tre furti aggravati per i quali rischia, cumulativamente, una pesante condanna.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Aprile 2023
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