Un grande piano regolatore per i boschi della Comunità montana del Piambello
E' stato presentato questa mattina nella sede della Comunità montana il nuovo Piano di indirizzo forestale che per i prossimi 15 anni consentirà di gestire il patrimonio boschivo dei 20 comuni della Valceresio, Valmarchirolo e Valganna

Un grande “piano regolatore” per gestire, controllare e valorizzare l’immensa distesa di boschi che ricopre la Valceresio, la Val Marchirolo e parte della Valganna. Si può sintetizzare così il senso del Piano di indirizzo forestale presentato questa mattina dalla Comunità montana del Piambello. Si tratta di un complesso strumento tecnico, approvato quattro giorni fa da Regione Lombardia, che permetterà alla Comunità montana e ai 20 comuni che ne fanno parte di attivare i giusti strumenti per la gestione delle aree forestali, garantendo un equilibrio tra le diverse funzioni che i boschi giocano in questo territorio.
«Per la prima volta abbiamo voluto presentare pubblicamente il Piano di indirizzo forestale, che normalmente interessa solo amministrazioni e tecnici, per mettere in rilievo l’importanza di dotarsi di uno strumento fondamentale in un territorio come il nostro – ha detto il presidente della Comunità montana Paolo Sartorio – Un territorio con una superficie di 142 chilometri quadrati di cui il 62% costituito da boschi. Un piano, dunque, che va a pianificare una parte largamente maggioritaria del territorio e dove si trovano tutti gli strumenti per il governo del bosco, che diventa tutela attiva del patrimonio forestale in tutti i suoi aspetti».
Presentato nel 2019 e approvato dalla Regione pochi giorni fa, dopo un lungo e complesso iter, il Piano affronta tutte le tematiche legate alla gestione delle aree forestali, dalla conservazione alla valorizzazione, dagli equilibri idrogeologici all’utilizzo economico dei boschi fino alle funzioni paesaggistiche e turistiche.
«Il Piano, che ha una validità di 15 anni, gestisce tutte le aree boschive pubbliche e private al di fuori degli ambiti urbanizzati, dove i boschi restano di competenza dei Piani di gestione del territorio comunali – ha spiegato Guido Locatelli, a capo del team che ha elaborato e steso il Piano – Questo strumento è basato su un censimento puntuale di tutte le aree boschive del territorio, un lavoro durato mesi che ci ha permesso di avere un quadro esatto della situazione, indispensabile per individuare l’attitudine delle diverse aree boschive così da poterne indirizzare lo sviluppo con interventi mirati».
Fondamentale, nell’area della Comunità montana del Piambello, il ruolo dei boschi nell’equilibrio idrogeologico per la protezione e il consolidamento dei versanti montuosi, dove gli alberi diventano alleati imprescindibili per la sicurezza del territorio. Accanto a questa funzione, e al valore paesaggistico e ambientale dei boschi, nell’area del Piambello è rilevante anche l’utilizzo economico del bosco, con la presenza di circa 70 aziende agricole forestali. Proprio grazie all’adozione del Piano di indirizzo forestale queste aziende potranno ora accedere ai fondi per lo sviluppo rurale dell’Unione europea che consentono di effettuare interventi importanti ad esempio per la sistemazione delle strade forestali, per le sistemazioni idrauliche o per la prevenzione incendi.
Alla presentazione del nuovo strumento di pianificazione hanno partecipato anche i rappresentanti delle associazioni di categoria degli agricoltori che hanno approvato l’impostazione del Piano, rimarcando la necessità di completare il ciclo produttivo del bosco con l’utilizzazione delle biomasse la cui gestione oggi è particolarmente complessa perché mancano impianti adeguati sul territorio.
Presenti alla mattinata anche i responsabili delle unità dei Carabinieri forestali di Cunardo e Arcisate, che insieme al servizio di vigilanza ecologica della Comunità montana svolgono il ruolo di controllo.
«Nei prossimi giorni presenteremo il Piano alle amministrazioni comunali – ha concluso Sartorio – ma sarebbe importante anche portarlo nelle scuole per avvicinare i ragazzi ad una maggiore consapevolezza di questo grande patrimonio del territorio in cui vivono».

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