Viaggia come una MotoGP, 46 di valutazione: chiamatelo Dottor Ross

Il play mette a segno una tripla doppia memorabile, Brown è altrettanto fantastico. Reyes è commovente: gioca rischiando la salute pur di aiutare Varese

Openjobmetis Varese - Givova Scafati 95-81

ROSS 10 (IL MIGLIORE) – “Colbey is on fire”, canta la Curva Nord. Ma dire “on fire” è ancora poco. Colbey è una bomba atomica, un meteorite che buca e infiamma l’atmosfera. Un’iradiddio. Colbey stavolta chiude con una “tripla doppia”, la mitologica creatura statistica che in America è giustamente celebrata come una divinità. 33 punti, 13 assist, 10 rimbalzi. E 46 di valutazione, un numero simbolo per un giocatore che quando accelera sembra avere il motore di una MotoGP. Il dottor Ross… praticamente.
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WOLDETENSAE 7 – Un paio di prodezze dall’arco, importanti, un altro paio che avrebbero meritato migliore fortua. Non trova il suo magic moment nei quarti centrali, com’era avvenuto altre volte, ma offre un contributo fatto di attenzioni difensive e di equilibrio nelle rotazioni.

DE NICOLAO S. V. – 2’27”, poco per un voto, poco anche per congedarsi da Masnago. Difficilmente resterà, ma gli auguriamo ogni bene.

REYES 8 – Non si metteva la canottiera dal 2 aprile a Treviso, dove si trascinava sul campo per un ginocchio che non è andato a posto come si sperava. Ma senza Johnson non ha esitazioni: decide di esserci e di essere decisivo. Avete presente quegli stranieri tacciati come mercenari? Ecco, Justin si è dimostrato di tutt’altra pasta, scegliendo di giocare mettendo a rischio la salute.
Non cercate il suo nome tra i marcatori – ma due canestri riesce a metterli – ma guardate come sbuca a rimbalzo a più riprese, spiazzando i tagliafuori avversari. L’ultimo lo strappa con una magata a Thompson che pensava già di partire per l’attacco. Justin gli arriva alle spalle e lo scippa: Arsenio Lupin.

LIBRIZZI 7 – Di fronte a una vera e propria icona della Serie A, David Logan, non trema, anzi. Ci mette il corpo e le gambe per inseguire il veterano dalle mille finte e per passare su blocchi di granito. Ci mette gli attributi quando gli si incolla addosso, con doppio fallo tecnico deciso da arbitri che al solito penalizzano Libro. Ci mette tutto il cuore di ragazzo nato e cresciuto a Varese nella tripla sulla sirena del 30′ con cui la Openjobmetis torna con un vantaggio in doppia cifra proprio a ridosso dell’ultimo quarto.

L’Openjobmetis da favola completa l’opera. Batte Scafati ed è salva

FERRERO 7 – Alla fine è celebrato come si conviene a chi è arrivato a Varese, l’ha sposata e non se n’è più andato. Congelato in panchina dalla Coppa Italia in avanti, si ritrova a dover giocare oltre 20′ per l’assenza di Johnson e gli acciacchi di Reyes: interpreta la chiamata in maniera esemplare, come sempre. Tripla a dimostrare di non aver perso la mira, tante difese di corpo, testa e sacrificio che evitano canestri da vicino a Scafati. Con mosse del genere, Varese riesce ad allungare.

BROWN 9 – A un certo punto, se i timpani non ci tradiscono, dalla Nord si è alzato per lui il coro di Uforobot che fu di Komazec e Meneghin. Insomma, si tirano in ballo gli déi del basket, ma il Markel di stasera (e non solo) non ha ricordato il Menego per intensità difensiva e produzione d’attacco? Signore e signori, 24 punti, 7 assist, 6/9 da 3 punti, 31 di valutazione. Uforobot anche per lui.

CARUSO 7,5 – Va e viene alternandosi con Owens per mezz’ora, a volte con risultati concreti, a volte con duelli persi. Ma ci sta. Quando però gli arbitri mandano in doccia il Tariq, tocca a Caruso il compito di governare l’area colorata e lui lo fa benissimo, facendosi trovare puntuale sui tagli ben serviti da Brown. E riempiendo la fase difensiva con chili e centimetri per evitare di dare troppo spazio a Thompson: missione compiuta anche per lui.

OWENS 7 – Capolavori e sciagure, giocate geniali e boiate. La partita del pivot è un’altalena di cose: passa da un paio di schiacciate poderose ad altrettanti salti a vuoto per la troppa foga. Da difese feroci e completate con stoppate pallavolistiche a ingenuità che lo riportano ai suoi inizi varesini. Poi esce per cinque falli con un tecnico per “troppa esultanza”. Onestamente, ci sentiamo di assolverlo eccome: peccato piuttosto non ci sia stato nel finale, se lo sarebbe meritato.

Brase: «Un rimpianto i play-off? Controlla ciò che è controllabile»

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 30 Aprile 2023
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