All’ospedale di Gallarate è emergenza anche in radiologia. Sono rimasti in tre
Dopo la cardiologia, che chiuderà dal primo giugno, è allarme anche per la radiologia che ha perso tre quarti dei suoi specialisti. Il direttore sanitario assicura: "Presto una soluzione"
(foto Pexel)
La radiologia dell’ospedale di Gallarate in emergenza. A poche ore dalla notizia della chiusura della cardiologia, il sant’Antonio registra un’altra grave criticità. Dell’equipe di 12 specialisti radiologi ne rimangono tre e uno part time, un numero inadeguato per assicurare tutti i turni richiesti per l’ospedale e il pronto soccorso.
Per fronteggiare il problema è sospesa l’attività di elezione così da garantire solo le urgenze. Non si fanno ecografie, tac, risonanze. Solo la senologia mantiene la sua attività di diagnostica per immagini. Ci sono i tecnici ma manca chi referta e chi esegue esami di competenza prettamente medica. I radiologi sono funzionali a tutti i reparti ospedalieri e la loro carenza diventa critica per la tenuta dello stesso sant’Antonio.
La criticità è conosciuta: « Abbiamo fatto una riunione urgente con i radiologi dell’azienda – spiega il direttore sanitario Claudio Arici – è chiaro che non si può lasciare l’ospedale senza la radiologia. Interverremo con una soluzione che punterà alla riorganizzazione per garantire le prestazioni con il coinvolgimento degli altri ospedali. Gli specialisti stanno elaborando un piano. Io credo che un’ottima proposta sia essere la guardia attiva, un modello che potremo avviare perchè sono stati superati i problemi tecnici legati alla leggibilità da remoto delle immagini. Proprio l’ospedale di Gallarate era rimasto fuori dalla rete dell’azienda ma dallo scorso anno è tutto sistemato».
La guarda attiva prevede che ci sia in turno uno specialista per tutti e tre gli ospedali dell’azienda, Busto Saronno e Gallarate. Il medico referta dalla sua sede di lavoro e, nel caso debba effettuare un esame specifico, sarà il paziente a essere trasportato nel presidio dove è di guardia.
Tra le opportunità per risolvere c’è anche un concorso a cui si è iscritta una quindicina di radiologi. Il tempo è importante: la concorrenza tra aziende ospedaliere è molto aggressiva e gli specialisti vengono contesi proprio perché carenti. Il numero di candidati a Gallarate fa ben sperare ma già lo scorso anno i tempi di realizzazione portarono a uno svuotamento del gruppo di candidati che, nelle more del concorso, trovarono altre collocazioni.
«I piccoli ospedali sono meno attrattivi – commenta il dottor Arici riproponendo l’analisi del direttore generale Porfido – C’è grande offerta e poco personale, che così può scegliere in base alle proprie necessità».
L’ospedale di Gallarate sembra, dunque, non essere più attrattivo: già la cardiologia, dopo il pensionamento del direttore Caico, ha visto molti specialisti andare in altre realtà, così come i radiologi: « La situazione non è precipitata – chiarisce il direttore sanitario – ma in entrambe le situazioni sono state progressive. Per la radiologia di Gallarate, però, avvieremo presto dei correttivi e garantiremo pienamente il servizio. Per la cardiologia garantiamo l’urgenza».
Il problema dell’accorpamento, come indicato dal dottor Canziani, è l’offerta: accorpando senza aumentare professionisti vuol dire ridurre le prestazioni e aumentare le liste d’attesa. Il problema non è solo dell’Asst Valle Olona, ma di tutta la sanità pubblica.
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