Amalia Ercoli Finzi e Donatella Sciuto, le due “regine” della scienza si incontrano a Varese
Il Lions Club Varese Prealpi ha consegnato alla varesina Donatella Sciuto, primo rettore donna del Politecnico di Milano, il premio "Lumen claro"
![lumen claro 2023, lions club varese prealpi](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2023/05/lumen-claro-2023-lions-club-varese-prealpi-1427024.610x431.jpg)
Ci sono voluti 160 anni per vedere una donna alla guida del Politecnico di Milano. Un’astinenza di genere finita nel momento in cui è arrivata Donatella Sciuto, «una piccola donna, ma un grande rettore», come l’ha definita Amalia Ercoli Finzi, un altro colosso della scienza italiana. Questo straordinario duetto di scienziate, tutto al femminile, è stato il vero centro di attrazione della cerimonia di consegna del premio “Lumen claro” assegnato quest’anno dal Lions Club Varese Prealpi a Donatella Sciuto, che ha origini varesine.
Due donne accomunate dall’amore per la scienza e dalla condivisione di primati e riconoscimenti importanti. Donatella Sciuto è stata la più giovane laureata al Politecnico di Milano, Amalia Ercoli Finzi è stata il primo ingegnere aerospaziale donna, a sua volta premiata nel 2007 con il “Lumen claro”. (nella foto da sinistra Donatella Sciuto e Amalia Ercoli Finzi )
RETTORE O RETTRICE
Il primo problema è come chiamare una donna a capo di un’importante università: rettore o rettrice?
«Donatella è una donna, ma va bene rettore, ovvero colui o colei che regge» ha detto Ercoli Finzi che si è rifiutata di leggere tre pagine di curriculum della collega, per tracciare invece a braccio un bel ritratto umano e professionale. «È nata in una famiglia perbene, da madre francese e padre italiano. È cresciuta in un ambiente dove erano alti i valori della scienza. È andata all’estero a fare la ricercatrice per poi rientrare in Italia. Poteva occuparsi solo di calcolatori ma ha fatto un master alla Bocconi per aprire la sua mente anche ad altre cose. E ora sta portando al Politecnico la capacità di delegare, che vuol dire saper scegliere le persone di cui ti devi fidare».
I NUMERI DEL POLITECNICO
Delegare è stato dunque il primo grande passo di Donatella Sciuto nel ruolo di rettore. Del resto a imporlo sono i numeri che esprime questa università che si estende su un’area di circa 500mila metri quadrati, dove lavorano 1300 persone tra tecnici e amministrativi, frequentata da 48mila studenti di cui 9000 stranieri, ripartiti tra designer, ingegneri e architetti, con un’offerta che comprende 24 corsi di laurea triennale, 44 corsi di laurea magistrale e 131 master, dove insegnano 1600 docenti di ruolo.
Il piano strategico presentato dal nuovo rettore si fonda su quattro pilastri: persone, formazione, ricerca e responsabilità sociale. «Con questo piano – ha detto Donatella Sciuto – puntiamo a una crescita sostenibile e inclusiva che valorizzi talenti, competenze e ambizioni. Vogliamo Incidere in modo significativo sul progresso sociale e culturale del paese. Rinsaldare una dimensione etica che è punto cardine del nostro operato».
LE NUOVE SFIDE
Le sfide che si è data il nuovo rettore se da una parte possono contare sulla storia di un’università che da 160 anni è il punto di riferimento per chi ha a cuore il futuro dell’Italia, dall’altra deve fare i conti con i punti di debolezza del sistema: dal basso tasso di internazionalizzazione del personale docente alla capacità di interazione con grandi imprese internazionali (e non solo con multinazionali italiane) sui temi della ricerca, dalla scarsa capacità di influenzare le politiche di sviluppo del Paese a quella di generare spinoff innovativi e garantirne la crescita. «Questa è la responsabilità di un ateneo capace di affrontare grandi sfide – ha concluso Donatella Sciuto – intrecciando rigore scientifico e creatività, concretezza e visione».
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