Busto Arsizio, patteggia 3 anni e 110 mila euro di risarcimento la dipendente infedele di Agesp
Depositata la richiesta da parte del legale della donna che aveva ammesso di aver rubato per oltre un anno i resti dalle cassette dei parcometri gestiti dalla municipalizzata
È stata depositata in questi giorni la richiesta di patteggiamento da parte del legale della ex-dipendente di Agesp infedele accusata di peculato. La 53enne, che ha ammesso gli addebiti, ora vuole uscire il prima possibile dalla vicenda giudiziaria dopo aver perso anche il posto di lavoro.
L’indagine condotta dal sostituto procuratore Nadia Calcaterra risale a febbraio scorso e ha accertato la manomissione costante dei parcometri pubblici della città per tenersi i resti di chi pagava per un posto auto sulle “strisce blu” con l’obiettivo di “reinvestire“ i soldi in trattamenti di bellezza e soggiorni benessere.
La pena patteggiata dal legale Francesco Trotta è di 3 anni, oltre al risarcimento di circa 11o mila euro a favore di Agesp, l’equivalente di quanto è stato illecitamente sottratto alle casse della municipalizzata di Busto Arsizio. Nei giorni scorsi è stata anche alleviata la misura cautelare dei domiciliari ed è tornata libera con il solo obbligo di firma.
L’ingegnoso sistema messo a punto dalla donna si avvaleva di un dispositivo elettronico di cui era dotata per la gestione delle casse delle colonnine per il parcheggio. Grazie a questo era riuscita a modificare i quantitativi di denaro presenti nella cassetta dei resti e in questo modo creava una provvista per sé di monetine che poi cambiava in contanti, una volta rientrata nella sede di Agesp.
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