Varese, è l’ora di Rosati: “Ho l’obbligo di prendere in mano la situazione”
Il patron dei biancorossi, che fino a oggi non ha mai avuto ruoli ufficiali, fa il punto della situazione: "Non lavorerò più di sponda ma a livello diretto e a strettissimo contatto con il gruppo di lavoro, non più avallando ma decidendo"
Il campionato del Varese si è concluso domenica 14 maggio con la retrocessione sul campo. Sentenza al momento sospesa fino a quando la Corte d’Appello Federale non si esprimerà in merito al ricorso legato all’altezza delle porte del campo di Carate Brianza – udienza fissata per le 11 di venerdì 19 maggio -, ma nel frattempo qualcosa in casa biancorossa si muove. E il passo non è così leggero quando a convocare la conferenza stampa è Antonio Rosati, patron della squadra biancorossa che fino a oggi non ha avuto ruoli ufficiali nell’organigramma.
Una lunga chiacchierata con la stampa per Rosati, che ha svariato su molti argomenti, ripercorrendo i tre anni della Serie D – da quando è tornato in città – ma senza per ora affrontare quello che sarà il futuro biancorosso, anche se l’intenzione è chiara: «È d’obbligo che prenda in mano questa situazione. Non sono per le rivoluzioni totali, anche se qua ci sarà da mettere mani in maniera pesante. Non lavorerò più di sponda ma a livello diretto e a strettissimo contatto con il gruppo di lavoro, non più avallando ma decidendo. Il mio primo sentimento è fare tabula rasa, poi però bisogna anche vedere quel che di buono c’è e al netto delle cose di pancia, ragiono e ragionerò cercando di analizzare tutti gli sbagli e da ì tratte le conseguenze».
Rosati quindi conferma il proprio impegno per il Città di Varese e, anzi, rilancia le ambizioni del club: «Non è vero che nessuno investe nel club: il gruppo I&Mi sta mettendo tanti soldi, poi se qualcuno vuole aggiungersi è il benvenuto. Entro metà ottobre speriamo di inaugurare il centro sportivo delle Bustecche, i lavori vanno avanti e ci stiamo investendo molto. Stiamo costruendo una Ferrari e vogliamo farla competere dove merita, ma al momento la usiamo per fare la spesa. Molto dipenderà dall’esito del ricorso, ma in ogni caso ci saremo».
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