Come cambia l’abbigliamento aziendale: un caleidoscopio di stili in ufficio
L'ultima tendenza nella moda aziendale è una commistione di stili, una melodia caotica di personalità che trasformano gli uffici in un caleidoscopio di abiti, accessori e acconciature. E' il bello della diversità e dell'inclusione. Di Giuseppe Geneletti

Se crediamo che la moda sia una questione di passerelle e sfilate, dobbiamo ricrederci. L’ultima tendenza nella moda aziendale è una commistione di stili, una melodia caotica di personalità che trasformano gli uffici in un caleidoscopio di abiti, accessori e acconciature. Ma come può un HR manager far fronte a questa esplosione di espressioni individuali senza rischiare di fare implodere l’intera organizzazione?
Immaginiamo questa scena: il nerd dell’IT dalla Svezia, con zoccoli aperti, una t-shirt sbrandellata, lunghi capelli intrecciati e un sorriso da vero vichingo. I colleghi lo guardano con occhi sognanti, mentre lui snocciola i segreti dell’intelligenza artificiale generativa in modo comprensibile. Nessuno osa dichiarare che si tratti di una sfida al codice di abbigliamento nazionale, perché, beh, è parte della sua cultura e lavora nel seminterrato, lontano dagli sguardi giudicanti del management e dei clienti.
Ma non fermiamoci qui, abbiamo una giovane profuga afgana che indossa il burka con fierezza. Un simbolo di identità religiosa che cammina tra le scrivanie, navigando tra i mari burrascosi delle politiche aziendali. Non possiamo fare una piega, perché il rispetto per le diverse culture è fondamentale, ed è difficile dire di no quando il suo lavoro da esperta risolutrice di conflitti interculturali parla da solo.
E poi c’è il giovane receptionist, con un aspetto che fa impallidire anche il più audace dei motociclisti. Tatuaggi estremi che si estendono fino al cranio, perché fa parte di una band emergente in lizza per un’audizione a Sanremo Giovani. Sì, abbiamo capito bene, il cranio tatuato sta suonando la tastiera e accoglie i visitatori con un sorriso irresistibilmente gentile. Siamo nell’era moderna, e l’immagine conta meno del talento!
Ma non finisce qui. Abbiamo anche una giovane impiegata che indossa crop top così corti da sfidare le leggi della fisica. Ah, dimenticavo, si dice che sia la figliastra di un cliente estremamente importante. Non c’è nulla di meglio per mettere in crisi il nostro HR manager, che si chiede se sia il caso di alzare un sopracciglio o lasciarla semplicemente allacciare la giacca quando le circostanze lo consigliano. La politica dell’uguaglianza sul posto di lavoro può mettere a dura prova anche il più accomodante dei capi!
E che dire del cinquantenne dai capelli azzurri e il look dark? È il leader della comunità LGBT aziendale, una figura carismatica che ha aiutato la sua area con passione e spirito imprenditoriale a raggiungere il primo posto per margine di profitto. Ora, chi oserebbe criticarlo? Il suo stile potrebbe far sussultare i più conservatori, ma si tratta di un piccolo prezzo da pagare per un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso.
Infine, c’è la sindacalista con i jeans completamente stracciati, che a volte lasciano intravedere squarci proibiti. Ah, dimenticavo di dirvi, c’è anche una causa in corso contro di lei per insider trading. Sì, sembra che la moda dei jeans bucati abbia un impatto sulla finanza aziendale. Ma il nostro coraggioso HR manager, per evitare di essere schiacciato tra la protesta sindacale e le azioni legali, decide di tacere. A volte è meglio non agitare ulteriormente le acque già turbolente.
Potremmo andare avanti ancora, perché ognuno di noi porta con sé le proprie preferenze e affermazioni identitarie, col rischio a volte di offuscare l’identità stessa dell’azienda. Non dobbiamo dimenticare che la scelta dell’abbigliamento sul posto di lavoro è assimilabile a quella di uno strumento di lavoro, e il datore di lavoro ha il diritto di influenzarla. Tuttavia, il vero obiettivo è creare un ambiente in cui tutti si sentano rispettati, e ciò richiede un dialogo aperto e onesto, senza passi indietro rispetto alla causa collettiva più alta.
Quindi prepariamoci a incontrare una moltitudine di stili in ufficio. Cerchiamo di apprezzare la bellezza della diversità, perché in fondo, non siamo solo professionisti, siamo esseri umani con un’infinità di sfumature. E se, occasionalmente, dovessimo incrociare uno strano personaggio nell’ascensore, ricordiamo che potrebbe essere il futuro amministratore delegato (o il presente azionista di maggioranza).
“La moda è l’armatura con cui affrontiamo la realtà quotidiana”, Karl Lagerfeld.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Felice su Rischiano diecimila euro di multa per aver abbandonato rifiuti nei boschi ad Arcisate
UnoAcaso su Posti letto 'raddoppiati' all'ospedale unico Gallarate-Busto: "Una giustificazione insostenibile"
Roberto Morandi su Ancora un incidente in via Forze Armate a Gallarate, investito un ciclista di 13 anni
Berettera su Ancora un incidente in via Forze Armate a Gallarate, investito un ciclista di 13 anni
Domotronix su Le botte a Cugliate Fabiasco per strada, ma senza denuncia, “sono persone da lasciar stare”
lenny54 su La riapertura dell'ufficio postale di Lavena Ponte Tresa slitta ad aprile
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.