«Da tre mesi non vediamo i nostri bambini», coppia di Busto Arsizio lancia un appello ai Servizi Sociali
Collocati in una struttura protetta dal 3 febbraio di quest'anno chiedono un incontro protetto ma la possibilità è stata loro negata nonostante l'ok del Tribunale dei Minori. L'assessore Reguzzoni: "Li rivedranno presto"
Sono due genitori che hanno perso il sorriso e che chiedono solo di poter rivedere i loro figli, portati via dai servizi sociali del Comune di Busto Arsizio il 3 febbraio scorso a causa di presunti maltrattamenti in famiglia che sarebbero emersi dalle confidenze della loro figlia più grande alla maestra. Da allora non sono più riusciti a vederli, nemmeno per un secondo.
Voglio solo rivedere i loro figli
«Non vogliamo intralciare il lavoro degli assistenti sociali, chiediamo solo che non ci venga negato il diritto di vederli in un ambiente protetto, così come ha stabilito il Tribunale dei Minori già dieci giorni dopo la loro partenza. Ci sono stati tolti da un giorno all’altro e non sappiamo neanche dove sono» – dicono lei (33 anni) e lui (43 anni) che da febbraio non hanno più potuto rivederli.
Le accuse dopo una lezione sulla violenza domestica
Difesi dagli avvocati Alan Breda e Pasquale Schiariti, assicurano di non aver mai fatto del male a nessuno di loro ma che – nonostante tutto – gli sono stati portati via all’improvviso, all’uscita di scuola: «Non c’è un referto medico che attesti questi maltrattamenti. I bambini potrebbero essere stati condizionati» e raccontano di una lezione speciale fatta in classe della più grande (quella che poi li accuserà dei maltrattamenti per prima) dove si parlava proprio della violenza in casa.
Portati via dalla scuola
«Quella mattina – racconta la mamma – sono andata a prendere il piccolo alla scuola materna e insieme a lui sono andata a scuola ma le altre due non sono uscite. Mi è stato detto di andare dalla preside, che avrebbe dovuto parlarmi ma quando sono salita ho trovato due poliziotti in borghese che mi hanno detto che non avrei potuto portarli a casa. Sono rimasta di ghiaccio. Con la scusa di farmele salutare hanno preso il piccolo che avevo in braccio e hanno portato via anche lui».
La macchia della pelle scambiata per una bruciatura di sigaretta
La donna prova a confutare le accuse nei suoi confronti: «Hanno detto che il piccolo ha una bruciatura di sigaretta sulla tempia ma è una macchia che ha da quando è nato (mostra la foto del bimbo appena nato, ndr). Basta guardare le foto per capirlo ma loro sostengono il contrario».
Il papà accusato di essere alcolista
Anche il papà, che ha sempre lavorato come saldatore, è affranto, mentre mostra le foto dei suo figli sorridenti nei vari momenti di famiglia vissuti insieme: «Mi è stato detto che faccio abuso di alcol ma da tutti i controlli che mi hanno fatto non è emerso niente. Sia io che mia moglie siamo puliti. Metterò uno striscione al balcone di casa sul quale scriverò chiaro che non ci arrenderemo fino a quando non riavremo i nostri bambini».
Il cortocircuito tra tribunali
L’avvocato aggiunge: «Sembra che ci sia una specie di cortocircuito tra il Tribunale dei Minori di Milano che ha dato l’ok agli incontri protetti e quello di Busto Arsizio che, invece, avrebbe negato questa possibilità». La madre, infatti, è indagata per i maltrattamenti nei confronti dei figli e il Gip del tribunale ordinario ha espresso parere negativo anche se non è competente sulla decisione in attesa dell’incidente probatorio nel quale verranno cristallizzate le testimonianze dei figli. Un parere non vincolante ma che è stato espresso su richiesta del curatore dei tre bambini.
La buona notizia
L’assessore ai Servizi Sociali Paola Reguzzoni è a conoscenza del caso di questa coppia e assicura che «la prossima settimana è stato fissato il primo incontro protetto in cui potranno rivedere i loro bambini» – afferma e aggiunge: «Non posso dire nulla di più su questo caso ma credo che ci sia un problema di sistema e che sia importante arrivare ad una riforma del Tribunale dei Minori perchè qualcosa non funziona. Quando feci l’assessore ai Servizi Sociali 15 anni fa i minori a carico del Comune erano 200, oggi sono oltre 600». Un carico pesantissimo per la struttura dei Servizi Sociali di Busto Arsizio.
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