“Fermate la fuga degli infermieri in Svizzera”: lo scorso anno più di 300 professionisti oltre confine
L'appello dei presidenti dei due ordini professionali di Varese e di Como che chiedono incentivi concreti per trattenere il personale. I dati cantonali rivelano che i nuovi frontalieri in sanità sono più del doppio dei trienni precedenti
Nuova richiesta di impegni concreti in difesa degli infermieri. A firmare l’appello alle istituzioni sono i due Presidenti degli Ordini professionali di varese e di Como: Aurelio Filippini e Giuseppe Chindamo. Il tema sta diventando davvero problematico: nelle settimane precedenti l’assessore regionale Guido Bertolaso si era fatto portavoce a Roma perchè si prendano correttivi e incentivi per trattenere gli operatori soprattutto nelle zone di confine. Una missione il cui esito rimane ancora aperto, con la possibilità che si aumentino gli stipendi a medici e infermieri.
Nel comunicato, i presidenti dei due ordini professionali sottolineano l’urgenza di un intervento: “I cittadini hanno bisogno degli infermieri – spiegano Chindamo e Filippini – per la loro salute, gli infermieri hanno bisogno della politica per continuare a sostenere il sistema, perché la salute di una regione passa dalle mani dei suoi professionisti”.
I due presidenti chiedono soluzioni concrete per rendere sempre più attrattiva la professione infermieristica nelle zone di confine, per evitare la migrazione in Svizzera di figure essenziali per la sanità italiana. I presidenti di Opi Como e Varese nei giorni scorsi hanno partecipato a un importante incontro sul tema, con l’intenzione di portare le istanze degli infermieri, preoccupati degli ultimi dati relativi al numero di professionisti che scelgono di lasciare il lavoro in Italia per opportunità meglio retribuite oltreconfine. I dati cantonali confermano il trend in crescita registrando nel triennio 2020-2022 oltre 350 professionisti della salute (di cui il 90% infermieri) che sono passati oltreconfine. Si tratta di più del doppio dei trienni precedenti.
Il tema è stato trattato lo scorso 20 maggio a Varese quando i presidenti Aurelio Filippini (Opi Varese) e Giuseppe Chindamo (Opi Como), hanno incontrato la parlamentare, Maria Chiara Gadda, il sindaco di Lavena Ponte Tresa, Massimo Mastromarino che ricopre anche la carica di presidente dell’associazione dei Comuni di Frontiera, e il consigliere regionale Giuseppe Licata.
Sono state diverse le proposte discusse tra cui un welfare di confine e un contributo economico. Tra le ipotesi presentate: sgravi sugli affitti, sconto benzina, fino ad arrivare a un assegno di confine, come già accaduto in passato per le Forze dell’Ordine. Tutti i presenti si sono impegnati a portare la voce degli infermieri a Enti e Istituzioni da loro rappresentate in occasione dell’incontro.
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