Fondazione Circolo della Bontà, 12 anni di impegno civile e arte in ospedale. Spartà: “Fieri di aiutare”
La Fondazione anche quest'anno è impegnata nella raccolta fondi del 5 per mille per portare avanti la sua attività di impegno civile al fianco degli ospedali varesini
La Fondazione Circolo della Bontà, partner generalista di Asst Sette Laghi, è al giro la boa dei dodici anni di attività. e anche quest’anno è impegnata nella raccolta fondi del 5 per mille (scopri qui come donare) per portare avanti la sua attività di impegno civile al fianco degli ospedali varesini. Nacque da un’idea dell’allora direttore Walter Bergamaschi, accolta e realizzata da un gruppo di benefattori. ecco un’intervista al presidente Gianni Spartà.
Presidente Gianni Spartà perché generalista?
“Perché non affianchiamo un reparto, un ospedale, una specialità medica ma l’intera azienda che ospedali ne governa sette. L’impegno è: migliorare la qualità del tempo trascorso dai pazienti in corsia, ambulatori, sale d’attesa. Il da farsi ce lo segnalano i bisogni, a volte le emergenze”.
Non una missione, ma tante mansioni…
“Giuseppe Zamberletti che fino alla sua scomparsa è stato il nostro Garante, cioè figura-ponte tra donatori e cda, parlava di protezione civile ospedaliera. Lo faceva pensando che in fondo il nostro compito era quello di far crescere, anzi ricrescere, la cultura della donazione e del lascito solidale a favore di un servizio pubblico di nuovo bisognoso del contributo dei privati”.
Il Terzo settore si è dato un nuovo codice. Che cosa cambia nella sostanza per realtà come la vostra?
“Intanto cambia, ma indipendentemente dalla riforma, la possibilità per le imprese di diventare sociali, cioè di predisporre nel loro bilancio una quota destinata a finanziare progetti di organizzazioni no- profit come il Circolo della Bontà. Stefano Zamagni la definisce Economia Civile. Abbiamo fatto esperienze che ci inducono all’ottimismo”
Quali esperienze?
“Durante la pandemia una nostra raccolta fondi cui hanno aderirono seimila donatori consentì di acquistare e consegnare ad Asst Sette laghi attrezzature e dispositivi di cui c’era assoluto e urgente bisogno. Vite salvate. Lanciammo l’appello l’8 marzo del 2020, due giorni dopo scattava il lockdown”
Servizio sanitario nazionale, un modello invidiato all’Italia
Modello da difendere con l’economia civile, appunto, cioè attingendo risorse dagli immensi giacimenti del Terzo Settore, una specie di Terzo Stato. L’energia pulita della comunità, patrimonio da rivalutare.”
Di che cosa siete più fieri?
“In generale dell’impegno profuso quotidianamente per accogliere, aiutare, accompagnare pazienti fragili: grazie alle splendide volontarie dell’Avo. Sembra un servizio scontato. Non lo è. In particolare di una esperienza legata al varo del progetto Dama, percorso sanitario riservato ai portatori di disabilità, fiore all’occhiello dell’ospedale di Circolo. Era il 2012, tutto era pronto, c’era urgenza di arruolare un medico responsabile esterno, vi provvide la Fondazione accorciando tempi che non sarebbero stati brevi”
Che cos’è il progetto CurArti?
“Terapia per l’anima. Chi entra nella hall del Circolo da qualche mese ammira un San Carlo che distribuisce pane ai poveri nella Milano del ‘600. Appartiene alla copiosa quadreria dell’ospedale, dipinti donati da benefattori, lo abbiamo restaurato ed esposto con tanto di video illustrativo. Grazie ad Anna Maria Ferrari, storica dell’arte, e ad Adriano Veronesi, bravo architetto: entrambi nel cda. Poi i due pianoforti, uno suona ogni giorno nella hall , un altro nel reparto per piccoli pazienti onco-ematologici al Del Ponte. Commoventi i messaggi lasciati su un diario dai casuali esecutori e dai pazienti che li ascoltano: tanti pensieri positivi scritti su un diario pubblico. Infine il gigantesco murale di Andrea Ravo su una torre del Circolo in via Guicciardini. L’artista condivise con noi il piacere di dedicare l’opera a chi fa il lavoro più bello del mondo: curare persone”
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