I legami fra le frange violente dei tifo alla base dei disordini di Varese per lo scudetto del Napoli
Storicamente la curva varesina del calcio è legata a quella dell’Inter, acerrima rivale di quella napoletana. Tutti ricorderanno i tragici fatti del Santo Stefano 2018, gli scontri tra tifoserie di Inter e Napoli fuori da San Siro che portarono alla morte di Daniele “Dede” Belardinelli, carismatico capo dei “Blood Honour”
Perché solo a Varese una simile aggressione nei confronti dei tifosi del Napoli? La domanda se la sono fatta in tanti e per spiegare i motivi vanno fatte alcune doverose premesse. La prima, non scontata, è che la cinquantina di persone che si sono ritrovate in piazza Monte Grappa per “presidiare” il territorio non rappresentano nè la totalità della tifoseria varesina nè tanto meno la maggioranza dei cittadini varesini.
Ci sono poi i precedenti e i legami tra le frange più estreme del tifo organizzato varesino con altri gruppi che hanno nel Napoli e nei suoi gruppi ultras il rivale numero uno. Storicamente la curva varesina del calcio è legata a quella dell’Inter, acerrima rivale di quella napoletana. Tutti ricorderanno i tragici fatti del Santo Stefano 2018, gli scontri tra tifoserie di Inter e Napoli fuori da San Siro che portarono alla morte di Daniele “Dede” Belardinelli, carismatico capo (o meglio “Capitano”) dei “Blood Honour” e della curva del Varese: da allora il ricordo di Dede vive sui muri della città e nelle curve biancorossa e nerazzurra e la sua morte non ha fatto altro che peggiorare all’ennesima potenza i già pessimi rapporti tre le frange più “focose” del tifo organizzato varesino e interista da una parte e napoletana dall’altra.
E c’è la nemmeno troppo velata minaccia circolata sui social e nel mondo ultras nelle settimane precedenti alle ultime partite di campionato, decisive per l’assegnazione matematica del terzo scudetto al Napoli. Su un volantino dal titolo “Varese tifa Varese”, diffuso con la stessa modalità in altri centri soprattutto in Lombardia e in Veneto, si invitavano i tifosi “di altre squadre” ad evitare cortei e festeggiamenti non graditi, firmato dai gruppi organizzati di calcio e basket, CUV, Skannati, Arditi e BH.
Un invito “ad personam” ai tifosi del Napoli, visto che piazza Monte Grappa da sempre è teatro dei festeggiamenti delle varie tifoserie che si ritrovano per celebrare scudetti o Coppe: è successo lo scorso anno ai tifosi del Milan, quello prima a quelli dell’Inter e quelli prima ancora a quelli della Juventus. “Vietare” il festeggiamento ai tifosi del Napoli è stato un chiaro messaggio, risuonato in piazza prima delle aggressioni di giovedì sera, quando tra battiti di mano e cori gli ultras in presidio scandivano a gran voce “Noi non siamo napoletani”, “Odio Napoli”, “Diego merda” e gli odiosi “Senti che puzza…” e “Lavali col fuoco…”.
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