“La zona della stazione di Induno Olona non è il Far West”: il sindaco risponde al “pendolare esasperato”
Il sindaco Marco Cavallin puntualizza situazione, responsabilità e progetti relativi all'area della stazione e rivendica il valore del parco urbano che si sta completando proprio in questi giorni
Riceviamo e pubblichiamo la lettera con cui il sindaco Marco Cavallin risponde alle critiche di un anonimo “pendolare esasperato” sulla situazione della stazione di Induno Olona:
Per come la penso io, un sindaco prende l’impegno con i cittadini di spendersi sempre al massimo per far procedere al meglio la propria comunità, risolvendo problemi, cercando soluzioni, mettendo sul piatto idee per il bene comune.
Questo è quello che faccio tutti i giorni, sicuramente a volte anche sbagliando, ma mai dimenticando l’ispirazione iniziale.
Anche accettare le critiche fa parte del gioco. In questi anni io ne ho ricevute, ma devo dire che quella che mi è stata rivolta in questi giorni da un anonimo cittadino, e che ha avuto immediata e larga eco sulla stampa locale, mi ha fatto molto riflettere e – sarò sincero – particolarmente infastidito, essenzialmente perché si tratta di affermazioni non vere: una presa di posizione non obiettiva. Ma l’ho notata soprattutto perché è spuntata in un momento molto particolare. Ora vi spiego meglio cosa intendo.
Sabato e domenica scorse sono state giornate molto belle e intense nel nostro paese: complice una sovrapposizione di appuntamenti organizzati da tante persone, associazioni ed enti diversi, in due giorni ho avuto la gioia e il piacere di passare senza sosta da una camminata con le scuole a importanti gare sportive, da una festa giovanile all’inaugurazione di un progetto artistico, dal concerto della Filarmonica a quello dell’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano: insomma un vero fuoco d’artificio di passioni e interessi diversi, che hanno letteralmente dato spettacolo ai tantissimi concittadini che hanno voluto assistervi.
Ebbene, davanti a una simile ricchezza, a una simile potente esibizione di passione, talento, bellezza, dedizione sviluppatasi in paese e da parte di tanti compaesani, è bastata la lettera critica di un cittadino a monopolizzare il dibattito sui media locali.
L’anonimo che si firma “un pendolare esasperato”, spicca sentenze senza ben conoscere (o facendo finta…) la situazione della zona della stazione.
Che quella zona sia critica sotto diversi punti di vista è una verità lapalissiana, a cominciare ad esempio dal tema basilare della pulizia delle scale d’accesso alla banchina. Ma addossare la colpa di questa trascuratezza al sindaco, all’Amministrazione, parlando di “rimpallo comico di responsabilità” è completamente errato.
Così come è sbagliato parlare del parco giochi come di un luogo di spaccio ormai fuori controllo.
Descrivere la zona della stazione come un Far West è una manipolazione della realtà: basta recarsi al parco giochi in qualsiasi orario pomeridiano per verificare quanto lo stesso sia frequentato da tanti bambini con le loro famiglie. Qualcuno se ne approfitta? Certo. Ma un approccio equilibrato alla situazione non può partire dalla drammatizzazione che invece è stata fatta.
Quel comparto noi lo riteniamo un vero fiore all’occhiello delle nostre Amministrazioni, e rivendichiamo con orgoglio di averlo pensato, realizzato e anche di come lo stiamo mantenendo: mai dimentichiamo che in quello stesso punto in cui oggi ci sono scivoli, prati, vialetti, alberi e panchine, e sono in corso i lavori per realizzare un campo da bocce e una fontana, qualcuno avrebbe voluto un enorme parcheggio destinato ai pendolari di tutta la valle (vi lascio immaginare di sera cosa avrebbe potuto essere un simile luogo…); e voglio ribadire qui che noi teniamo alla pulizia del parco e gli riserviamo cure specifiche, tanto è vero che – oltre al normale passaggio della nettezza urbana – abbiamo predisposto un doppio passaggio settimanale supplementare da parte di personale del Comune. Certo, qualsiasi ripulitura dura il tempo che può durare, purtroppo tanti sono gli incivili (di tutte le età) che si divertono a sporcare e ai cui danni non si riesce – come è ovvio – a porre rimedio fulmineamente – ma il discrimine è un altro ancora: noi possiamo intervenire – e interveniamo – unicamente nelle aree di pertinenza comunale. Se io mandassi gli operai comunali a pulire le rampe di accesso alla banchina dei treni, potrei essere denunciato alla Corte dei Conti per sperpero di denaro pubblico, perché quel lavoro semplicemente non spetta al comune di Induno. Spetta a RFI, punto. Come vedete, non c’è nessun rimpallo di responsabilità, la situazione è molto chiara.
La pulizia e la sorveglianza delle aree interne della stazione è carente? Lo sappiamo e sollecitiamo costantemente RFI a fare di più, ma le chiacchiere di chi insinua trascuratezza e ci accusa di lassismo non fanno i conti con questi dati di fatto.
Un altro dato di fatto è l’accordo che abbiamo siglato l’anno scorso con la Prefettura (ringrazio di cuore il Prefetto di Varese Pasquariello per l’attenzione che ci ha dato con grande intelligenza e professionalità), per un controllo coordinato e condiviso della zona della stazione da parte di tutte le Forze dell’Ordine a disposizione.
Un ulteriore fatto è il potenziamento del sistema di videosorveglianza, che proprio in queste settimane si sta ultimando a Induno, anche nella zona della stazione, nelle aree di competenza comunale.
È chiaro che si può fare ancora e sempre di più e siamo al lavoro costantemente per farlo, ma da qui a dire che nessuno fa niente e la stazione è diventata terra di nessuno ce ne passa!
Devo dire in conclusione, e mi scuso con chi ha avuto la pazienza di leggere fin qui questa mia riflessione, che la cosa che più mi ha amareggiato è stato il fatto che dieci righe scritte – legittimamente ma con contenuti in buona parte non aderenti alla realtà – siano riuscite ad annullare, a cancellare, a far passare sotto silenzio il tanto di bello che il paese sa offrire, quel bello che nasce dalla passione, dalla socialità positiva, dalla voglia di stare insieme nel proprio paese. Forse questa vicenda è lo specchio dei tempi incattiviti e urlati che viviamo, forse vale più che mai il vecchio adagio che recita “fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”… ma il primo cittadino di una comunità penso che abbia anche il dovere – oltre che di rispondere alle critiche nel merito con rinnovato impegno – di rispondere a chi critica in modo non fondato.
Egregio “Pendolare esasperato”, la invito a togliersi “maschera e cappello”: venga a trovarmi in Comune! Ho sempre ricevuto e ascoltato tutti. La aspetto, il suo contributo sarà per me prezioso per svolgere al meglio il servizio che sono stato chiamato ad onorare.
Marco Cavallin
(Nella foto: i lavori di completamento del parco urbano che collega la stazione con via Jamoretti)
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