La rubrica “Il prof tra i banchi”. Le proteste degli studenti contro il caro affitti: lamentele, pigrizia, happy hour

La rubrica "Il prof tra i banchi", curata da Alberto Introini, tratta argomenti di scuola, didattica e formazione: in questa puntata si parla del tema caldo delle proteste per il caro affitti, degli studenti pendolari e di diritto allo studio

Generico 15 May 2023

Da alcuni giorni, soprattutto nelle città di Milano, Torino e Roma, si è diffusa la protesta di un movimento studentesco contro gli affitti carissimi degli alloggi. Il risentimento si sta manifestando in modo pacifico: si sono accampati con delle tende nelle zone limitrofe agli edifici delle università o dei municipi.

Come spesso accade quando si genera un malcontento, le opposizioni (di qualsiasi colore) cavalcano e ingigantiscono la situazione, per creare difficoltà alla maggioranza (di qualsiasi colore). Anche in questo caso, infatti, alcuni leader politici e sindacali hanno fatto visita agli “attendati” per ascoltare le loro richieste. Tutto legittimo, naturalmente. Proviamo tuttavia a guardare al cuore del problema.

Fuori corso e pigrizia
In Italia abbiamo quasi 2 milioni di studenti universitari; di questi, circa il 40% è fuori corso; possiamo immaginare che se la prendano comoda per varie motivazioni. Alcuni magari svolgono già qualche lavoretto, altri hanno ritmi di studio più lenti del previsto, altri ancora sono semplicemente pigri e iscritti per hobby.

Ecco, a riguardo dei pigri, in un’intervista di pochi anni or sono, il fondatore di Eataly – Oscar Farinetti – sosteneva apertamente che “la lamentela è figlia della pigrizia…la lamentela è un alibi per non impegnarsi. A lamentarsi sono quelli che si svegliano la mattina tardi, e iniziano a lamentarsi”. Fino a concludere che “chi non è pigro, alla fine ce la fa sempre, in ogni contesto e in ogni parte del mondo”.
Nella nostra Costituzione sono previsti sia il diritto allo sciopero che alla manifestazione pacifica, ma soprattutto è garantito il diritto allo studio. Non è contemplato, invece, il diritto a un affitto calmierato, perché questo rientra nel libero mercato privato; una questione su cui possono fare poco sia i sindaci locali, sia gli esponenti del governo centrale.

Treni, tram e metro
Un’ultima considerazione, che è anche un ricordo personale. Vent’anni fa, su circa 30 amici che dopo il liceo avevano deciso di frequentare l’università a Milano, solo un paio si poterono permettere di andare ad abitare a Milano. Tutti noi altri facemmo i pendolari: da Varese, Gallarate, Somma Lombardo, Busto Arsizio. In media erano 50 minuti in treno e poi alcune fermate di metropolitana: se le lezioni dei corsi iniziavano alle 8.30, significava alzarsi alle 6 per prendere il treno delle 7.
Steve Jobs, che non si è mai laureato, nel suo celebre discorso all’Università di Stanford ricordava però di aver frequentato l’unico corso che gli piaceva da morire (e che gli servì poi per la videoscrittura nel Mac): il corso di calligrafia. La sua famiglia era modestissima; Jobs per diversi mesi dormì sul pavimento del college, e per avere ogni sera un pasto caldo gratuito attraversava la città a piedi: la mensa degli Hare Krishna distava10 chilometri.

Giusto l’altro ieri ho sentito uno di quegli amici d’università che prendeva il treno con me: dopo anni di pendolarismo, con una carriera post-universitaria brillante, è riuscito a permettersi di andare ad abitare in corso Sempione a Milano. Il suo giudizio, un po’ tranchant e duro, contiene però probabilmente anche un fondo di verità: “I tendaioli accampati sono un po’ degli smidollati: vogliono alzarsi mezz’ora prima della lezione, e poi fare pure l’happy hour serale a Milano. Troppo facile così”.


Alberto Introini, dopo aver insegnato in vari licei della provincia di Varese, dal 2008 è docente di Italiano e Storia presso l’Istituto Elvetico di Lugano (Svizzera). Ha due lauree, in Lettere-Filosofia (2002, Università Statale di Milano) e in Storia (2022, Università di Zugo, Svizzera). Iscritto dal 2004 all’Ordine dei Giornalisti di Milano, ha pubblicato 4 libri. Partecipa come relatore o moderatore a diversi eventi culturali nel nord Italia. La sua rubrica settimanale “Il prof tra i banchi” tratterà argomenti di scuola, didattica e formazione, commentando le notizie di attualità che si susseguiranno nel corso delle settimane.

(foto Pexels)

Prof. Alberto Introini
Docente e scrittore
@intro.prof

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Pubblicato il 18 Maggio 2023
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    Su LinkedIn si è generata una accesa discussione similare sui vari studenti tendaioli ed anche sulla piattaforma ci sono fondamentalmente due schieramenti.
    I garantisti del diritto allo studio (anche se in realtà si dovrebbe parlare diritto ad abitare in centro città) ed i detrattori che dipingono questa protesta come figlia di quell’abitudine delle generazioni più recenti che si trascina da diversi anni a considerare qualsiasi cosa come un loro “diritto” imprescindibile.
    In attesa che alcune città pensino a riqualificare alcune periferie costruendo alloggi per gli studenti (la soluzione che farebbe la “quadra” sul dibattito in corso) anzichè come vorrebbe qualcuno andare a “perturbare” le regole di mercato con tetti di prezzo ed agegolazioni imposte, non posso fare altro che invitare questi giovani a cercarsi un alloggio allontanandosi da Milano. Troveranno prezzi anche ben inferiori della metà e 30-40 min di treno posso confermare non hanno mai ucciso nessuno (ne ho fatto uso continuatamente per 20 anni 5gg su 7 e sono ancora qui).
    Ovviamente abitare a Busto Arsizio non è come abitare ad un passo dai navigli ma qui si sta parlando di diritto allo studio, mica di diritto alla movida o al quartiere esclusivo.
    Altro discorso per gli studenti fuori corso o semplicemente pigri. l’attitudine personale non la cambi anche se oramai l’operario specializzato è un lavoro schifato da tutti..quello che conta è avere la coroncina di alloro sulla testa da sfoggiare sui social ed un pezzo di carta in mano. Il resto si vedrà….al limite si potra aggiungere la qualifica “Manager” o “Director” sempre su LinkedIn. Tanto lo sono tutti.

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