Mastromarino: “Tutela dei vecchi frontalieri, ristorni e assegno di frontiera, risultato soddisfacente”
Il sindaco di Lavena Ponte Tresa Massimo Mastromarino in qualità di presidente dell'Associazione italiana dei comuni di frontiera ha seguito tutto il percorso del nuovo accordo fiscale tra Italia e Svizzera, mettendo in campo la voce dei territori
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Massimo Mastromarino, sindaco di Lavena Ponte Tresa, con l’approvazione della legge di ratifica del nuovo accordo fiscale vede la fine di un lungo cammino, che in qualità di presidente dell’Associazione italiana dei comuni di frontiera ha percorso passo dopo passo, mettendo in campo la voce dei territori, degli amministratori locali e di chi nelle zone di confine ci abita e ci lavora.
«E’ stato un cammino lungo ma siamo arrivati alla fine con il miglior accordo possibile – dice Mastromarino – Quattro sono i vantaggi che voglio sottolineare oggi. Prima di tutto la tutela dei diritti e delle condizioni applicate ai “vecchi” frontalieri, e stiamo parlando di quasi 70mila lavoratori che potranno continuare a godere delle condizioni acquisite. Cosa che fino al 2020 non era affatto scontata. Il secondo punto importante è che per i nuovi frontalieri sottoposti a tassazione ordinaria siamo riusciti ad innalzare la quota di franchigia e dunque gli sgravi dai 7.500 ai 10.000 euro».
Terzo punto fondamentale per i territori, secondo Mastromarino, «avere fissato in 89 milioni di euro i ristorni e soprattutto aver fissato il principio che gli enti locali potranno utilizzare fino al 50% di questi ristorni per la spesa corrente. Fondamentale perché se in passato con queste entrate sono state fatte delle opere importanti, oggi è necessario avere le risorse per fare la manutenzione. Infine, anche questo un aspetto molto importante per l’economia delle zone di frontiera, perché con l’extragettito si potranno attuare misure di sostegno – come il cosiddetto assegno di frontiera previsto all’articolo 11 – per mitigare gli effetti delle differenze di salario tra Italia e Svizzera, che in questi territori impoveriscono l’economia».
L’accordo fiscale sui frontalieri è realtà. Sarà in vigore dal 1 gennaio
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